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CINE-PUTINATE! – PER I 100 ANNI DI “MOSFILM”, GLI STORICI STUDIOS DI MOSCA DOVE SONO STATI REALIZZATI CAPOLAVORI COME “LA CORAZZATA POTËMKIN” E “SOLARIS”, PUTIN RILANCIA LA SFIDA AGLI STATI UNITI ANCHE ATTRAVERSO IL CINEMA – L’OBIETTIVO È SFRUTTARE IL VUOTO LASCIATO DALLE MAJOR HOLLYWOODIANE CON IL BOICOTTAGGIO PER LA GUERRA IN UCRAINA. E IMPORRE KOLOSSAL FATTI IN CASA CHE DIFFONDANO LA PROPAGANDA DI REGIME…

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Estratto dell’articolo di Rosalba Castelletti per “la Repubblica”

 

vladimir putin

Ti aspetteresti di vedere sbucare da un momento all’altro una tormentata Anna Karenina mentre cammini tra le facciate fuligginose della “Vecchia Leningrado”. L’intera strada, deserta e innevata, è fatta di legno, ma l’illusione regge a patto di non sollevare lo sguardo sui grattacieli e le gru che incombono sui trenta ettari dell’ex fabbrica dei sogni dell’Urss, Mosfilm, il gioiello di quella che il leader rivoluzionario Vladimir Lenin definì «la più importante di tutte le arti» per il suo immenso potenziale propagandistico.

 

ingresso del mosfilm studios di mosca

Un mantra che risuona anche nella moderna Russia putiniana. In un secolo di storia il gigante del cinema russo, che ha prodotto classici come La Corazzata Potëmkin di Sergej Eisenstein del 1925 e Solaris di Andrej Tarkovskij del 1972, è sopravvissuto a tutto. Alla censura comunista, all’avanzata dei tedeschi e alla crisi economica degli anni Novanta. E ora, nel giorno del suo centenario, guarda con ottimismo al futuro, nonostante il boicottaggio delle principali major hollywoodiane. Anzi, pensa di avvantaggiarsene.

 

mosfilm studios di mosca 3

Quando, il 30 gennaio del 1924, uscì il primo film, Sulle ali in alto di Boris Mikhin, prodotto da Aleksandr Khanzhonkov e Josef Ermolev, gli antenati degli studios erano sparsi nel centro di Mosca. Fu soltanto tre anni dopo che iniziò la costruzione della prima kino-gorod, cinecittà sovietica, in via Potylikha, poi ribattezzata Mosfilmovskaja, sulla Collina dei Passeri, Sudovest di Mosca, dove sorge tuttora.

 

«Non volevamo copiare Hollywood, ma accorpare come tutti l’intero ciclo produttivo in unico luogo», racconta la storica Gayane Ambartsumian in un vetusto corridoio del “Padiglione n.1”, tra una rievocazione del primo horror sovietico Viy e bozzetti della scenografia de Lo specchio di Tarkovskij alle pareti. […]

 

È stato il regista Karen Shakhnazarov, nominato direttore nel 1998, a salvare gli studi dalla morte imminente. In un quarto di secolo ha recuperato capitali cedendo terreni per farne dei complessi residenziali in cambio della costruzione di due nuovi avveniristici padiglioni che oggi ospitano una sala concerti e cinema e la nuova “Casa dei Costumi e Oggetti da scena”, con moderni sistemi di ventilazione e stoccaggio, dove ci sono «abbastanza uniformi d’epoca per vestire due reggimenti» e tutte le divise usate per il film premio Oscar Guerra e Pace del 1966 di Sergej Bondarchuk.

 

set del film vecchia leningrado musfilm

Shakhnazarov ha anche aperto le porte della cittadella dei sogni ai visitatori che ora possono ammirare i set e il garage di 170 tank e 50 macchine d’epoca. E ha siglato un accordo con YouTube dove ha messo a disposizione una selezione di titoli gratuiti rimasterizzati. «Sono sottotitolati anche in italiano», si vanta il portavoce Evgenij Dolgikh mentre ci accompagna nei luoghi dell’immaginario visivo dell’homus sovieticus. […]

 

La rinnovata Mosfilm, spiega Dolgikh, oggi impiega appena 400 dipendenti, «ma, a seconda delle produzioni, ci sono giornate in cui ospitiamo 5mila persone. Ieri avreste potuto vedere decine di attori in costume nella Vecchia Leningrado». Ogni anno, continua, «qui si girano un centinaio di produzioni cinematografiche e televisive, ma soltanto due o tre hanno il nostro marchio. […]

 

mosfilm studios di mosca 2

La nuova sfida è approfittare del vuoto lasciato dall’addio delle major di Hollywood in risposta all’offensiva russa in Ucraina. Fino a due anni fa le pellicole straniere si accaparravano circa i tre quarti degli incassi delle sale russe, tanto che il Cremlino pensava di imporre un tetto ai film esteri e di finanziare titoli nazionali che promuovessero i valori della famiglia, la gloria militare e «la Crimea e l’Ucraina nella storia millenaria dello Stato russo».

 

Un diktat patriottico che aveva ispirato molte delle ultime produzioni di Mosfilm, come i successi Tigre Bianca e La Strada verso Berlino . Dopo l’abbandono di Hollywood, per un po’ alcuni cinema erano riusciti ad aggirare il boicottaggio con uno stratagemma tutt’altro che legale: acquistavano via Telegram copie digitali di film dal Kazakhstan e le distribuivano senza autorizzazione.

 

corazzata potemkin locandina

Ma dallo scorso luglio i tempi di quest’escamotage si sono allungati. Una manna per le produzioni nazionali che l’anno scorso hanno rappresentato 28 dei 40 miliardi di rubli degli incassi totali al botteghino. E anche per vecchi titoli riesumati come Brat o Cheburaska che hanno riempito le sale. «È un regalo per noi», ha ammesso Shakhnazarov in una recente intervista. «Dobbiamo chiederci: come possiamo usarlo? Spero che non lo sprecheremo».

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