
DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA…
Vanna Vannuccini per "la Repubblica"
Ormai non c´è più un terreno in cui il regime iraniano non abbia bisogno di gesti dimostrativi contro gli Stati Uniti. Non sono bastate le manovre nel Golfo persico, o il lancio di missili "invisibili" e baldanzosamente definiti "di lunga gittata". Negli uffici sempre più isolati di Teheran c´è sempre qualche solerte funzionario alla ricerca di un´idea per avvalorare la differenza iraniana e rinfocolare lo spirito nazionale. Raggiungendo di solito l´effetto contrario, almeno a giudicare dalle reazioni su Facebook: la rete viene subito invasa da commenti ironici sull´invadenza degli ayatollah nella vita delle persone o sullo stato reale della vita in Iran.
Qualche tempo fa era stata la volta di Barbie, la bambolina tanto deprecata dalle famiglie e però amata dalle ragazzine (che poi superati i fatidici "teens" per fortuna l´abbandonano in qualche angolo dismesso della loro camera da letto). Dopo aver cercato inutilmente di rimpiazzare Barbie con una "Sarah" in chador, le autorità decisero di farla scomparire dalle vetrine dei negozi. Con il risultato che ora Barbie viene venduta sottobanco, insieme a tanti altri articoli proibiti, tra i quali le cucine giocattolo provviste di bicchierini da liquore (in Iran come si sa il consumo di alcool è vietato), i dvd delle canzoni occidentali o i poster dei cantanti che le hanno rese famose.
L´ultima idea brillante del solito solerte funzionario è stata ora quella di proibire i Simpson, il cartone diventato un culto nel mondo per tanti adolescenti che indossano magliette o portano zainetti con le facce di Homar e di Bart, di Lisa e di Maggie. «I Simpson corrodono la morale della gioventù iraniana, e certi episodi sono vietati perfino in diversi paesi occidentali», ha detto al quotidiano Shargh Mohammad Hossein Farjoo, direttore dell´istituto che si occupa dello sviluppo intellettuale dei ragazzi e di quali giocattoli siano i più adatti per favorirlo.
«Non vogliamo favorire la diffusione di questo cartone animato importandone i pupazzi», ha detto Farjoo, senza precisare in che modo i Simpson offendano i regolamenti iraniani (anatomicamente, nessuno dei personaggi è così ben delineato da destare preoccupazione). I supereroi come Superman e Spiderman sono invece consentiti, ha detto, perché «combattono per gli oppressi».
Quanti giovani vedano i Simpson in Iran non è noto, anche perché si possono vedere solo se si possiede una parabola per i canali satellitari (ufficialmente proibite); né si capisce come farebbe la polizia del buon costume a controllare (bussando di porta in porta? andando a rovistare nei cassetti delle ragazzine?) Forse, fa notare qualcuno in rete, il regime ormai i cartoni ha deciso di fabbricarseli da solo.
E fa l´esempio dell´incredibile cartone dell´Imam Khomeini che è comparso in una bizzarra cerimonia in occasione delle solenni celebrazioni della Rivoluzione. Un gigantesco Khomeini di cartone è sceso dal famoso Boeing dell´Air France sostenuto da due ufficiali (veri) e ha passato in rassegna un drappello di soldati (anche quelli veri) che salutavano sull´attenti mentre una banda suonava nello sfondo. I commenti sulla rete sono stati esilaranti. Anche diversi esponenti del regime si sono rammaricati.
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