COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
Marco Bresolin per “la Stampa”
Sergio Cofferati ha detto sì. Dopo una serie di colloqui con esponenti liguri del Pd, l’ex segretario della Cgil e attuale europarlamentare democratico correrà alla carica di governatore. O meglio, prima dovrà superare lo scoglio delle primarie, visto che la sua principale sfidante – Raffaella Paita, assessore regionale - non ha alcuna intenzione di farsi da parte.
Questa mattina alle 11 Cofferati annuncerà ufficialmente la sua candidatura nel foyer del teatro Carlo Felice, dove ha organizzato una conferenza stampa. Cofferati - che dopo l’esperienza al sindacato è stato per cinque anni sindaco di Bologna, suscitando polemiche per la sua gestione «da sceriffo rosso» dei problemi legati alla sicurezza - ha dunque deciso di tornare alla vita amministrativa.
A convincerlo sono stati gli appelli arrivati da varie componenti del partito. Non solo dai cuperliani, dai bersaniani, dai civatiani e pure dai lettiani, ma anche dagli altri partiti di sinistra e da una grossa fetta della società civile. Alberto Villa, responsabile comunicazione del Pd, aveva detto: «Io mi candido, ma se c’è Sergio mi faccio da parte».
Anche qualche renziano è pronto a sostenerlo, sebbene gli irriducibili non abbiano rinunciato all’idea di un candidato alternativo. Ma alla fine dovrebbero desistere: il rischio sconfitta è troppo alto. Qualcuno appoggerà la Paita, ma molti la considerano troppo «debole»: far parte della giunta Burlando, sotto accusa per l’alluvione, non depone a suo favore.
E chissà se Matteo Renzi darà la sua benedizione ufficiale a questa candidatura. Per ora diciamo che non l’ha intralciata. Ha spedito a Genova il suo vicesegretario Lorenzo Guerini, ufficialmente per gestire gli aspetti organizzativi della contesa elettorale, ma soprattutto per «annusare» l’aria. Guerini è tornato dal premier con questo messaggio: «Tutti vogliono Cofferati, non ci possiamo opporre».
Non risultano però contatti diretti tra il segretario e l’europarlamentare: «Non si sono né visti né sentiti» assicura un collaboratore di Cofferati, che sul Jobs Act ha criticato aspramente il premier. L’appuntamento è dunque per il 21 dicembre, data in cui sono state fissate le primarie. Cofferati si era opposto. «Non mi pare una scelta oculata» aveva detto, riferendosi alla vicinanza con il Natale. Per questo aveva chiesto uno spostamento all’11 gennaio: non è stato accontentato, ma questo non ha frenato la sua discesa in campo.
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