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GIANNI LETTA SILVIO BERLUSCONI
Estratto dell’articolo di Mario Ajello per “il Messaggero”
«A questo punto, serve Zio Gianni». Marina e Piersilvio hanno il fiuto per le situazioni non facili e quando sentono che serve un gioco delicato, una trama sapiente e un surplus di diplomazia sono i primi - e questa volta è stato di nuovo così, con in più la sponda di Confalonieri: «Gianni è una mano santa» - a invocare l'aiuto di Letta.
silvio berlusconi con marina e pier silvio
Che puntualmente arriva in favore di Berlusconi, ma non solo per una lealtà e per un affetto di tipo personale, quanto anche per una fedeltà dell'Eminenza Azzurrina al buon funzionamento delle istituzioni, alla stabilità di governo, anche di un governo che ancora non c'è, che è condizione indispensabile per mandare avanti il Paese. La «mano santa» di «Zio Gianni» c'è anche nella ricucitura tra Silvio e Giorgia di questi giorni, fino all'incontro di ieri.
silvio berlusconi giorgia meloni
Non è vero che quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. Nel caso di Letta è vero l'opposto: quando il quadro si guasta occorre la pennellata leggera ma sostanziosa di un civil servant che è l'incarnazione post-andreottiana dell'arte del compromesso. Nelle telefonate tra i pontieri azzurri e meloniani in queste ore è nata per Letta una nuova definizione che non è nuova affatto: «Il Ministro dell'Armonia».
Era la proverbiale definizione coniata per Tatarella, e anche se Letta non sarà ministro e mai lo è stato questo non conta perché egli nel centrodestra conta, quando ha agibilità di campo, ben più di un ministro.
[…] Eccolo in questi giorni fare spola tra Villa San Martino e Villa Grande, rispondere alle telefonate di tutti quelli che vogliono la pax melonian-berlusconiana e […] preparare il faccia a faccia di via della Scrofa dove […] Letta non è andato sia perché l'incontro è voluto essere rigorosamente a due, anche se La Russa si è affacciato - sia perché la sua presenza avrebbe potuto generare qualche gelosia nel partito azzurro.
Il fatto è che Letta ha rapporti continui e in certi casi quotidiani con gli uomini più vicini a Giorgia, da Crosetto a Fitto, e non solo perché sono stati ministri quando lui era sottosegretario alla presidenza del consiglio ma anche perché con Gianni parlano la stessa lingua che è quella della politica. Per non dire del rapporto tra Gianni e Meloni. Si sviluppò appunto quando lui era a Palazzo Chigi con Berlusconi e lei ministro della Gioventù dello stesso governo.
gianni letta silvio berlusconi
Come tutti, tranne i leghisti e Tremonti, tutti facevano capo a Letta per consigli e problemi da risolvere. E Giorgia si è sempre molto fidata di lui. Poi un filo di rapporto tra i due è rimasto, e «negli ultimi due anni - narrano i big di FdI - Gianni ha seguito passo passo, e con interesse, la crescita della leadership di Giorgia, ne ha capito fino in fondo le potenzialità».
A molti di quelli che lo chiamano in queste ore, Letta non risponde al telefono. E quando Gianni tace, vuol dire che sta operando. E lo sta facendo alla maniera sua, che è quella di uno Stradivari del potere. «Quando c'è Letta di mezzo - assicura Gianfranco Rotondi, che conosce benissimo lui, il Cav e Giorgia - scoppia la pace e questa sarà una pace duratura». […]
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