
DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI…
COME MAI ROMANO PRODI, DOPO AVERLA TANTO SBERTUCCIATA, PROMUOVE ELLY SCHLEIN A POSSIBILE FEDERATORE DEL CENTROSINISTRA? – APPARE COME UNA MOSSA DEL CAVALLO, DELLA SERIE “PROMOVEATUR UT AMOVEATUR”: SPINGERLA A GUIDARE LA COALIZIONE PUO’ SIGNIFICARE TOGLIERLE LA POLTRONA DI SEGRETARIO DEL PARTITO DEMOCRATICO (SCALDA I MOTORI GENTILONI)
IL PROF, LETTA, GENTILONI LA CHIAMATA ALLE ARMI DELLA VECCHIA GUARDIA
Estratto dell’articolo di Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”
Li ha voluti tutti […] Ha voluto Romano Prodi, che avrebbe preferito sottrarsi ai riflettori e ai giornalisti ma che alla fine, davanti all’insistenza della segretaria, non solo ha partecipato all’iniziativa del Pd sull’Europa, ma le ha anche dato la sua «benedizione» come futura federatrice del centrosinistra.
Ha voluto Paolo Gentiloni, che pure con la segretaria del Partito democratico non ha un gran feeling. Le ha detto senza mezzi termini che la battaglia dem sul mercato tutelato dell’energia aveva poco senso. E comunque Gentiloni viene visto dal Nazareno come il possibile «post-Schlein». Tant’è vero che diversi esponenti della minoranza dem, che non si fidano di Schlein, lo dipingono come il possibile «salvatore-federatore» del centrosinistra.
Enrico Letta, il segretario che le ha offerto la chance di prendere la guida del Pd […]
E […] Rosy Bindi, […] che ha quell’appeal nel mondo pacifista e molto di sinistra che il Pd ha un po’ perso. […] la segretaria avrebbe voluto alla sua iniziativa anche un altro pezzo più che importante del Partito democratico (visto che ne è stato il primo leader) cioè Walter Veltroni. A lui assente, comunque Schlein dedica un passaggio della sua relazione all’Assemblea nazionale che segue alla kermesse europea. È come dire: sono l’erede di questo mondo qui. Di Prodi, ma anche di Gentiloni e di Letta.
Non solo: perché l’altroieri Schlein è andata anche alla mostra organizzata da Ugo Sposetti su Enrico Berlinguer. […] la questione della candidatura alle elezioni europee della segretaria dem è tutt’ora sul tavolo. Schlein sa che il suo nome aggiunge comunque consensi al partito. Lo dicono tutti i sondaggi. Ma sa anche che le donne che si ricandideranno per un seggio a Strasburgo non vivono benissimo la sua eventuale discesa in campo. Perché con l’alternanza di genere sarebbero quasi sicure di essere elette, però se il posto che spetta alle donne lo prende la segretaria le donne dem avranno svariati posti in meno nelle liste del Partito democratico per le elezioni europee.
[…] Schlein sa bene che deve aspettare di capire quello che farà Giorgia Meloni. […] Se la premier si candiderà, la segretaria del Partito democratico non scenderà in campo.
Sarebbe una lotta impari quella contro una presidente del Consiglio […] e non ci sarebbe ragione di certificare una sconfitta anzitempo. […] Contarsi contro la premier sarebbe un azzardo inutile. […]
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