1- COME MAI IL SEQUESTRO FU DENUNCIATO SOLO IL 18 OTTOBRE, DUE GIORNI DOPO I FATTI? 2. APPENA RILASCIATO, FU “PRELEVATO” DAGLI UOMINI DELLA SCORTA DI BERLUSCONI E DA QUEL GIORNO, OLTRE UN MESE FA, SPINELLI VIVE SOTTO SCORTA IN LOCALITÀ SEGRETA 3. ALTRO MISTERO: QUALE ''MANINA''O "BARBA FINTA" HA CONSEGNATO IL DOSSIER SU FINI E DE BENEDETTI ALLA BANDA, TRE ITALIANI E TRE ALBANESI, DI FRANCESCO LEONE? 4. SPINELLI: “IL BANDITO MI HA DETTO CHE FINI AVREBBE PARLATO CON I MAGISTRATI, PREGANDOLI DI AIUTARLO A METTERE IN DIFFICOLTÀ BERLUSCONI E CHE PER QUESTO GLI SAREBBE STATO GRATO PER TUTTA LA VITA. VOGLIO ANTICIPARE CHE QUANDO HO RACCONTATO QUESTO FATTO AGLI AVVOCATI GHEDINI E LONGO, TUTTI E DUE SI SONO MESSI A RIDERE, PRECISANDO ENTRAMBI CHE NON ERA NELLO STILE DI FINI, E PROPENDEVANO PER UN FALSO"

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1- LA DENUNCIA DEL SEQUESTRO FORMALIZZATA IL 18 OTTOBRE, DUE GIORNI DOPO I FATTI
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Sequestro lampo a scopo estorsivo, con l'offerta da parte dei malviventi di documenti utili ad alleggerire la posizione di Silvio Berlusconi nel caso Lodo-Mondadori. Giuseppe Spinelli, stretto collaboratore del Cavaliere (e noto alle cronache per i pagamenti cash alle Olgettine) è stato aggredito, a metà ottobre, in casa sua, e minacciato per tutta la notte (insieme alla moglie) con una pistola, da un gruppo di persone che ha chiesto all'ex premier - tramite, appunto, il suo cassiere - 35 milioni di euro "in cambio di documentazione utile all'ex presidente del Consiglio nel processo sul Lodo Mondadori, in grado di ribaltare la sentenza civile d'Appello".

La Polizia di Stato, a seguito di una serrata indagine, ha eseguito questa mattina sei arresti e varie perquisizioni. A indagare sull'episodio sono state la sezione di Polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Milano e la Squadra mobile. Decine di uomini della Polizia di Stato stanno eseguendo in varie città italiane arresti e perquisizioni disposte dalla Direzione distrettuale Antimafia di Milano.

La questura di Milano conferma che si è trattato di "sequestro lampo a scopo di estorsione, avvenuto nel milanese la notte tra il 15 e il 16 ottobre". Non risulta che sia stato pagato alcun riscatto. Mentre, secondo quanto dichiarato dai vertici della Squadra Mobile, la magistratura è stata informata nel pomeriggio del 17 ottobre, 30 ore dopo la fine del sequestro. E la denuncia formalizzata il 18.

LA BANDA - Spinelli e la moglie sono stati sentiti dai pm la mattina del 18 ottobre. La banda che ha fatto irruzione in casa Spinelli era composta da sei persone. Le persone arrestate oggi sono sei: tre italiani e tre albanesi. Il regista è un pregiudicato di Bari, Francesco Leone, 51 anni, legato al clan Parisi. Leone è autore di una celebre rapina a fine anni '80 alla Caripuglia di Bari, con bottino di 1 miliardo e 200 milioni di lire. Diventa pentito nel '96, ma già nel '97 i pm scelgono di non utilizzarlo nel processo per il Petruzzelli di Bari. Nel '98 è di nuovo autore di rapine e gli viene revocato il programma di protezione.

Nel 2000 viene arrestato per rapine e sequestri lampo a Roma (tentò di sequestrare un ufficiale dell'Aeronautica militare chiedendo 5 milioni di lire). Proprio per i sequestri lampo, viene condannato nel 2001 a 9 anni e 4 mesi. Insieme a lui Pierluigi Tranquilli, 34 anni, incensurato, arrestato dalla Mobile di Roma, fermato a un casello autostradale mentre era diretto in Toscana. Alessio Maier, classe 1966, nato a Como e residente a Malnate (Va), con precedenti per associazione a delinquere legati al traffico di auto rubate e a un giro di false finanziarie da cui partì un'indagine per truffa per cui fu arrestata anche la moglie di Franco Baresi, Maura Lari. Poi tre cittadini albanesi, tutti con precedenti penali: Ilirjan e Laurenc Tanko, Marjus Anuta.

LA TELEFONATA A BERLUSCONI - A riferire la dinamica del sequestro è il capo della Squadra Mobile di Milano Alessandro Giuliano: "Secondo il racconto dello stesso Spinelli, mentre rientrava in casa il 15 ottobre, è stato aggredito da uomini incappucciati mentre apriva la porta di casa. Queste persone hanno costretto i coniugi a restare segregati per tutta la notte, fino alle 9 del mattino successivo, quando Spinelli ha potuto contattare direttamente Silvio Berlusconi. Che era consapevole di essere al telefono con il suo collaboratore mentre era sotto minaccia".

Il sequestro finisce alle 9 del mattino del 16 ottobre. Il ragioniere, appena rilasciato, è stato "prelevato" dagli uomini della scorta di Berlusconi. La segnalazione del reato arriva alla procura il 17 ottobre. E solo il 18 la denuncia formale. "E' inusuale?", chiede il cronista del Fatto Quotidiano ad Alessandro Giuliano, che si limita a rispondere: "Noi non facciamo statistiche". I malviventi avrebbero obbligato Spinelli a chiamare il Cavaliere proprio per proporre lo scambio tra soldi e documenti sul caso che ha contrapposto i Berlusconi e i De Benedetti. Forse una registrazione.

Il Cavaliere e l'avvocato Ghedini, secondo le ricostruzioni fatte dalla polizia, avrebbero preso tempo. Poi la segnalazione alla magistratura. Il ragioniere, appena rilasciato dai suoi sequestratori, alle 9 del mattino del 16 ottobre, è stato "prelevato" dagli uomini della scorta di Silvio Berlusconi. Da quel giorno, oltre un mese fa, Spinelli vive sotto scorta in località segreta.

GLI AVVOCATI E LE REAZIONI - Sulla data della denuncia, però, gli avvocati di Berlusconi raccontano un'altra versione. "Quello che è certo è che Spinelli ha passato una bruttissima notte", ha affermato l'avvocato Piero Longo, a margine del processo Ruby, in corso a Milano. Il legale ha confermato che il 16 ottobre, il giorno dopo il sequestro, lo studio Ghedini-Longo ha presentato denuncia alla procura milanese. Su twitter scrive "l'olgettina" Barbara Guerra, che veniva pagata in contanti ogni lunedì dal ragioniere: "Povero Spinellino, il mio tesssoro"


2- QUELLA NOTTE DI TERRORE A CASA SPINELLI - "HO PENSATO CHE CI AVREBBERO UCCISO"
Piero Colaprico per www.repubblica.it

"Devo premettere - questa una sintesi di quanto ha detto la signora Anna Spinelli ai magistrati milanesi coordinati da Ilda Boccassini - che nel pomeriggio del 15 ottobre, dopo la telefonata con mio marito, ho ricevuto sull'utenza fissa di casa due telefonate che mi hanno insospettito... Mi sono un po' agitata e ho provveduto a tirare giù le tapparelle che sono allarmate. Mio marito mi ha chiamato verso le 21, dicendo che stava rincasando, verso le 21.45 ho sentito l'ascensore che si fermava al piano, ho visto mio marito uscire dall'ascensore.

Ho disinserito l'allarme, ho aperto la porta e ho visto una persona che scendeva di corsa le scale, mentre un'altra persona è sbucata dal secondo ingresso. Hanno afferrato mio marito, entrambi erano armati e travisati con due passamontagna. Ho pensato che ci avrebbero ammazzato, ma uno mi ha detto "Tranquilla signora, anch'io ho una mamma".

Il rosario della signora Spinelli. "Ho tirato fuori il rosario e ho cominciato a pregare con mio marito. Il più gentile dei due aggressori mi ha detto: 'Anch'io sono credente'. Verso le due è arrivato il terzo aggressore, con scarpe da ginnastica rosse, tipo Superga, con stringhe nere, ho avuto la netta sensazione che fosse il capo. Mi hanno messo davanti un foglio, ero sotto shock e non so dire bene, ma interessava al presidente Berlusconi e sarebbe servito al presidente Berlusconi anche a livello mondiale. Mi rendo conto che i miei racconti sono confusi, ma ribadisco che non avevo la testa".

Trascorre una notte d'ansia, al mattino i banditi portano il caffè e poi, racconta la signora, "ho sentito che bisognava telefonare al presidente Berlusconi. 'Se telefono a quest'ora manco me lo passano', ha detto mio marito. Poi però hanno chiamato e i tre, verso le nove, scusandosi, se ne sono andati. Ci hanno detto di non uscire dalla camera da letto prima di cinque minuti, ho fatto un grande pianto. Mio marito mi ha consolato e poi è uscito, credo per andare ad Arcore".

UNA CHIAVETTA USB DA 35 MILIONI.
"Lunedì 15 ottobre sono stato ricevuto dal presidente verso le 20.30, poi sono ripartito per casa. Appena mia moglie ha aperto ha urlato. Mi sono sentito spingere in casa, una manata sulla faccia mi ha rotto gli occhiali, i due erano armati. Mi hanno detto che non erano entrati per rubare, ma che dovevamo aspettare una terza persona, che mi avrebbe fatto delle domande". Cominciano così i primi passaggi della deposizione del ragionier Giuseppe Spinelli ai magistrati e ai poliziotti milanesi.

Ma che cosa vogliono i banditi? Arriva il capo e "mi ha detto che avrei dovuto collaborare. Mi ha fatto vedere un foglio di carta ingiallito, mi ricordo questo. In alto c'era scritto Lodo Mondadori, De Benedetti, l'indicazione di due avvocati, tra cui una donna. I nominativi dei magistrati di primo grado, il dottor Forno, secondo grado c'era il nome di un presidente e di un giudice a latere, ma non ricordo i nomi, una cena di Gianfranco Fini con i magistrati.

Il bandito mi ha detto che Fini avrebbe parlato con i magistrati, pregandoli di aiutarlo a mettere in difficoltà Berlusconi e che per questo gli sarebbe stato grato per tutta la vita. Voglio anticipare che quando ho raccontato questo fatto della cena all'avvocato Ghedini a Longo tutti e due si sono messi a ridere, precisando entrambi che non era nello stile di Fini, e tutti e due propendevano per un falso". Il capo della banda del sequestro-lampo ha sia un dvd, sia una chiavetta usb. E' con questi supporti che si presenta alle 2 di notte a casa del ragionier Spinelli. Ma che cosa c'è nel dvd e nella chiavetta? Non lo sa nessuno.

LA TELEFONATA A BERLUSCONI.
"Il bandito mi ha detto, prosegue Spinelli, che "c'erano sette ore e 41 minuti di registrazioni di cose che avrebbero danneggiato De Benedetti sempre in relazione al Lodo Mondadori". Ma, messi nei computer di casa, i supporti informatici non funzionano.

Alle 8 Spinelli è costretto chiamare comunque Berlusconi e a recitare il copione imposto dai responsabili del sequestro anomalo: "Ho detto che la sera precedente avevo avuto un appuntamento e mi era stato fatto vedere un pezzo di filmato, che garantivo essere autentico, dove si dava atto di un incontro tra Gianfranco Fini e i magistrati che si sono occupati della causa civile del lodo Mondadori. Le persone erano disposte a cederlo in cambio di una grossa somma di denaro, circa il 6 per cento di 560 milioni di euro che era l'importo della condanna Fininvest, quindi l'importo era di 35 milioni di euro".

Questa somma, altissima, in cambio quindi di materiale "favorevole" a Berlusconi, è il sogno, o forse l'imbroglio tentato dai banditi. I quali ordinano a Spinelli di insistere: "Io ero obbligato a insistere da parte dei sequestratori e siccome Berlusconi mi conosce, e sa che non mi permetto d'insistere, mi disse: "Le faccio telefonare dall'avvocato Ghedini" e la cosa finì lì".

IL GIALLO SUL FILMATO CHE NON SI VEDE.
Ghedini si sente con Spinelli, parte da Padova, va ad Arcore, nel frattempo Spinelli teme molto per sua moglie, teme che lei sia tenuta ancora sotto sequestro, ma non succede. E con l'avvocato "Rimanemmo d'accordo che un'ora e mezza dopo ci saremmo visti ad Arcore".

Non solo: "Io dissi anche a Ghedini, insistendo, che forse si poteva pagare qualche cosa subito a queste persone e Ghedini mi rispose che se la vicenda era quella che si era prospettata tutto si sarebbe svolto alla luce del sole, stipulando un acquisto di questo materiale avverso un corrispettivo da concordare, ovviamente tutto ciò dopo aver verificato l'autenticità dei filmati (...).

Ovviamente tutte le conversazioni erano sentite dai sequestratori, che presero male l'affermazione di Ghedini, io per tenerli buoni dissi che anche loro potevano essere stati vittime di un raggiro. Loro dissero che il filmato era autentico».

C'è? Non c'è? Al momento nessuno può dirlo, ma il capo della squadra mobile milanese Alessandro Giuliano, che ha coordinato gli arresti in varie parti d'Italia, sta impegnando i suoi uomini in una serie di perquisizioni, anche in alcune banche. Vista la retata, e la penetrante inchiesta antimafia delle settimane scorse, è difficile che questo giallo resti tale senza che tutti i dettagli emergano in piena luce.

Va detto, infine, che partendo da piccoli dettagli, come le scarpe rosse del capo, i mozziconi di sigaretta, un'impronta nell'androne, Ilda Boccassini è riuscita a risalire all'intera banda, mettendo tutti in condizione di non nuocere. E oggi è nell'aula del processo Ruby-Silvio, dove rifiuta le domande dei cronisti.

 

LA BANDA DEL RAPIMENTO SPINELLI spinelli spinelli spinelli spinelli SILVIO BERLUSCONI CARLO DE BENEDETTIfini e berlusconispinelli ghedini longo large boccassini SALUTA BERLUSCONI spinelli NICCOLO GHEDINI PARLA CON ILDA BOCCASSINI jpegILDA BOCCASSINI IN VERSIONE TOTAL ORANGE spinelli ruby spinelli giuseppe spinelli Giuseppe Spinelli contabile di fiducia di Silvio Berlusconi article RUBY INTERVISTATA A SERVIZIO PUBBLICO CON IL LOGO SILVIAN HEACH ALLE SPALLE