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COMUNI, CHE BOTTA! I PAGAMENTI DELLO STATO ALLE CITTÀ PER I CANTIERI DEL PNRR, A UN ANNO DALLA SCADENZA DEL PIANO, SONO FERMI E I BILANCI COMUNALI SONO A RISCHIO – I SINDACI ANTICIPANO LE SOMME MA IL GOVERNO NON LI RIFONDE (I MAGGIORI RITARDI SONO DEI MINISTERI DEI TRASPORTI E DELL’ISTRUZIONE GUIDATI DA SALVINI E VALDITARA) – SECONDO I DATI DELL’ANCI L’AMMONTARE DEI RIMBORSI BLOCCATI AMMONTA A 8 MILIARDI - AD ALZARE LA VOCE NON SONO SOLO I SINDACI CIVICI E DI CENTROSINISTRA, MA ANCHE…
Marco Franchi per il “Fatto Quotidiano” - Estratti
giancarlo giorgetti giorgia meloni foto lapresse.
Non bastavano i tagli a Comuni e Regioni da oltre 3,5 miliardi in quattro anni con l’ultima manovra. I pagamenti dello Stato alle città per i cantieri del Pnrr, a un anno dalla scadenza del Piano, sono praticamente fermi. Bloccati, secondo l’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci), dalla burocrazia ministeriale, soprattutto dei dicasteri “leghisti” dell’Istruzione e dei Trasporti, guidati da Giuseppe Valditara e Matteo Salvini. Con un montante di rimborsi, secondo fonti della stessa Anci, fermo a circa 8 miliardi.
Così i bilanci degli enti locali, soprattutto quelli dei piccoli centri, che continuano ad anticipare centinaia di migliaia di euro per realizzare le opere e procedere con la digitalizzazione amministrativa (sono esposti in tutto per circa 2 miliardi), rischiano di entrare in crisi, finendo per essere costretti a tagliare i servizi pubblici essenziali o ad aumentare le tasse locali.
Un allarme già lanciato dall’Ufficio parlamentare di bilancio rispetto alle novità introdotte in manovra. A poco e nulla, finora, sono servite le nuove norme di semplificazione burocratica volute dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti (altro leghista), e introdotte per decreto a inizio dicembre. Tra fine 2024 e inizio 2025 c’è stata effettivamente un’accelerazione, coi ministeri che avevano iniziato a smaltire circa 300 richieste di rimborsi sui progetti e i cantieri avviati, per lo più da grandi città come Roma. Sarebbe quindi stato versato oltre un miliardo e se ne attendevano altri 4 entro aprile.
Ma poi, spiega l’Anci, il procedimento si è in gran parte arenato per l’atteggiamento “ostativo dei principali ministeri”, che continuano a chiedere ai Comuni il preventivo perfezionamento delle domande già presentate, ma anche documenti e informazioni ulteriori rispetto ai modelli semplificati introdotti a dicembre. Il decreto prevedeva il rimborso del 90% delle somme entro 30 giorni dall’invio della domanda con solo una semplice attestazione caricata sulla piattaforma statale Regis e controlli a campione posteriori: le verifiche aggiuntive della Ragioneria generale dello Stato dovrebbero riguardare quasi solo le “vecchie richieste”.
gaetano manfredi - assemblea anci
Tra il 2024 e il primo trimestre 2025 sono stati erogati circa 2,5 miliardi di contributi statali per investimenti (per lo più interventi Pnrr), ma nel frattempo le spese per le città sono salite di circa 3,4 miliardi, mentre gli impegni nei bilanci comunali hanno raggiunto la cifra record di 22 miliardi. Non solo, agli 8 miliardi di stock da cui siamo partiti se ne sommano almeno altri 4 di trasferimenti statali attesi per investimenti “ordinari” e qualche residuo sul fronte della spesa corrente. L’Anci, quindi, sta chiedendo al governo di velocizzare i pagamenti e ridurre il montante dei rimborsi di almeno 2 miliardi entro l’autunno.
Ad alzare la voce, peraltro, non sono solo i sindaci civici e di centrosinistra, ma anche decine di centrodestra: ci sono, dicono, centinaia di cantieri a rischio e pure le penali previste, se non si pagano in tempo gli imprenditori che si aggiudicano le gare (sanzioni che lo Stato non rimborsa e di cui non risulta responsabile).
giancarlo giorgetti giorgia meloni foto lapresse.
Per i piccoli Comuni la situazione è quasi tragica. “Siamo di fronte a un pericolo di vera e propria crisi – spiega Marco Bussone, presidente dell’Unione nazionale Comuni ed enti montani (Uncem). – Questo vale sia per gli enti più grandi, che hanno richiesto maggiori anticipazioni di cassa, che per noi centri minori, con meno possibilità di anticipo. Penso al miliardo di fondi per la digitalizzazione: i Comuni hanno speso le cifre assegnate due anni fa, ma ancora non c’è la certezza di incassare i rimborsi per via di documenti che devono essere verificati a Roma”.
giancarlo giorgetti giorgia meloni al senato
gaetano manfredi - assemblea anci
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