DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Andrea Senesi per il “Corriere della Sera”
«Se Roma non le vuole, beh pensiamoci...». Una battuta e niente di più, anche perché per il 2024 le iscrizioni sono ovviamente chiuse da tempo. Beppe Sala, il candidato del centrosinistra a Milano, il sasso l' ha comunque lanciato.
E se Roma rinunciasse alle Olimpiadi (o perdesse la corsa), non potrebbe essere la capitale del Nord a provarci per un' altra edizione? D' altra parte - ha aggiunto Sala, nel corso del confronto con l' avversario del centrodestra, Stefano Parisi, a In 1/2 ora di Lucia Annunziata - a Milano abbiamo già fatto un' Expo straordinaria».
La suggestione di una Milano a cinque cerchi non scalda invece Parisi, interpellato sul tema appena uscito dagli studi tv: «Milano ha bisogno di sviluppo vero e d' investimenti, non di grandi eventi».
Penultimo faccia a faccia televisivo tra i due manager in corsa per Palazzo Marino, divisi al primo turno dalla miseria di cinquemila voti. Qualche scintilla ma toni tutto sommato rilassati. Ecco Sala: «Parisi, quando ero in fabbrica alla Pirelli, lavorava già con Gianni De Michelis. Che lui si presenti come l' alfiere del cambiamento è una cosa che suona strana».
Parisi risponde a tono, ricordando all' avversario, impegnato ad accreditarsi a sinistra, la collaborazione da city manager con il centrodestra: «Io ho lavorato anche con Albertini e non lo rinnego. Sala ha lavorato con la Moratti...».
E poi le case popolari, le privatizzazioni, le quote rosa, le squadre di governo. Con Sala sindaco, Gherardo Colombo sarà a capo del comitato sulla trasparenza. In giunta dovrebbero poi entrare, insieme ai tanti assessori riconfermati del Pd, anche Umberto Ambrosoli, che è stato anche coordinatore della campagna elettorale, e forse il dj Linus.
Dal candidato del centrodestra non arrivano invece indiscrezioni sulla possibile composizione della squadra («Non voglio strumentalizzazioni»), ma solo la proposta di «una personalità femminile che si occupi della lotta alla violenza sulle donne». Il nome? «Ce l' ho, ma non lo dico».
A Milano è tema caldissimo quello del Mein Kampf in edicola: il centrosinistra aveva sollevato persino il sospetto che l' iniziativa del Giornale potesse essere una manovra elettorale per catturare l' elettorato di estrema destra. Durissima la replica di Parisi:
«Distribuire il libro è stata un' iniziativa scellerata. Però hanno associato la mia faccia a quella di Hitler... Ricordo che mia moglie e le mie figlie sono ebree. C' è stata una strumentalizzazione volgare, anche dal ministro Boschi. Lei dovrebbe occuparsi di riforme non delle campagne elettorali».
Sala però non ha mollato la presa: «Quel giornale è l' house organ del tuo schieramento. Quando mi attaccavano non ti sei mai dissociato». Ultime stoccate sul referendum costituzionale, con Parisi che rifiuta di rivelare il voto e Sala che lo stuzzica invitandolo a maggior coraggio. Poi, a un incontro con Paolo Del Debbio, il pronostico intriso di speranza del candidato del centrodestra: «È molto probabile che domenica vinciamo» .
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