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1 - TORINO: HATERS CONTRO AMORE, MINACCE E INSULTI SUI SOCIAL
(ANSA) - Haters scatenati sui social contro Monica Amore, la consigliera comunale M5s di Torino finita ieri nella bufera per un post in cui associava le testate giornalistiche del Gruppo Gedi ad alcune caricature antisemite.
Sono numerosi gli insulti, e le minacce, ricevuti dalla pentastellata. "Occhio che a Benito (Mussolini, ndr) l'hanno appeso a testa in giù", "Vergognati nazista" sono alcuni dei messaggi ricevuti, anche in forma privata, dalla consigliera, che intanto ha chiesto di incontrare i rappresentati della comunità ebraica torinese per chiedere scusa di persona per quanto accaduto.
2 - L'ATTACCO ANTISEMITA DELLA CONSIGLIERA 5S, "SI DIMETTA SUBITO"
Lodovico Poletto per "La Stampa"
Un'immagine con tutte le testate del Gruppo Gedi, scaricata dal web. Ai bordi due disegni, tratti dalle riviste di propaganda nazista. Ovvero due uomini, con la Kippah e il naso molto pronunciato. Uno con la stella di David sulla schiena e un coltello, sanguinante, nascosto alle spalle. «Ebrei» così come erano raffigurati dall'antisemitismo nazista.
L'immagine è un post pubblicato sul profilo social di Monica Amore, consigliera comunale del Movimento 5 Stelle, a Torino, partito che governa la città. Sopra la vignetta un commento: «Interessante». Alle 9 del mattino - quasi 12 ore dopo la pubblicazione - esplode il caso. Ed è l'ennesimo terremoto che investe la giunta guidata da Chiara Appendino, dopo quello legato alla campagna contro i senzatetto che stazionano in centro.
monica amore in consiglio comunale
In questa storia non ci sono spazi per interpretazioni. Non c'è spazio per difese d'ufficio: il web si ribella. La politica pure. Le comunità ebraiche si indignano. Alle 11 il post viene tolto dal web, ma la retromarcia non sana nulla: la ferita inferta dalla consigliera è profonda. «Io non ho neanche fatto caso a quei disegni. A me interessava far vedere la concentrazione dei giornali in un gruppo» dice lei a mezzogiorno.
Sei ore e mille proteste dopo, la signora Amore prova a fare la vittima: «Mi attaccano sul web, è disumano». Ma nessuno fa un plissée. Perché quel che ha pubblicato non ha giustificazioni. La sindaca Chiara Appendino prende le distanze: «Ribadisco da parte mia e della città la più netta presa di distanza dal post», che definisce «inaccettabile».
È appena passato mezzogiorno quando il primo cittadino si esprime. Ma è già un fermento di indignazione. Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica di Torino, è furibondo: «Una persona che diffonde post con caricature prese da bieca propaganda nazista non è degna di sedere in un Consiglio comunale». E ancora: «Il M5s dica chiaramente se questa persona che manda messaggi di gravità incredibile è ancora degna di far parte del Movimento. Ci dica che cosa vogliono fare. Le giustificazioni della consigliera sono risibili».
monica amore e la sindaca chiara appendino
Basta? Assolutamente no. Monica Amore si trincera dietro mille «no comment». Prende le distanze da se stessa. Poi ammette: «Non mi voglio dimettere». Lo fa anche dopo l'intervento di Luigi Di Maio, che dice: «Prendo atto delle scuse di Amore. Considero gravissimo e inaccettabile il post successivamente eliminato. Prendiamo le distanze».
il post su facebook di monica amore
In Comune, sottovoce, ma poi neanche tanto, c'è chi assicura che la consigliera «è sempre stata tenuta nelle retrovie». Perché? «Per evitare guai al Movimento con le sue sparate». Ma oggi difenderla non si può. Sebbene qualcuno ci provi, parlando di «leggerezza» e del fatto che «non si è resa conto di ciò che pubblicava». Parole che fanno venire i brividi a Disegni. Che tuona: «Se è irresponsabile se ne deve andare: non è in grado di sedere in Consiglio comunale. Ci sono responsabilità che tutti noi abbiamo, a maggior ragione le ha chi riveste incarichi istituzionali».
E la vicepresidente del Senato, la Pd Anna Rossomando, rincara la dose: «Le scuse a volte non bastano. La consigliera deve capire che alcune posizioni non sono compatibili con la funzione che gli eletti svolgono nelle istituzioni democratiche». Come dire: «Si deve dimettere». Ma Amore, alle 8 di sera, alla domanda «Si dimette?» replica con un inappellabile «No».
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