DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Silvia Morosi per www.corriere.it
Dopo settimane di fumate nere l’accordo sull’elezione dei tre giudici mancanti della Corte Costituzionale è a un passo da essere raggiunto, tanto che ambienti parlamentari della maggioranza si dicono certi che la seduta congiunta del Parlamento delle 19 di oggi avrà finalmente un esito positivo.
Il premier Matteo Renzi avrebbe, infatti, dato il via libera a un’intesa sui giudici della Consulta che coinvolga M5S e centristi ma escluda Forza Italia. L’ok è arrivato, a quanto si apprende da fonti dem, anche per il comportamento tenuto in Aula dal capogruppo Fi Renato Brunetta. «Annullare ogni missione per partecipare alla votazione decisiva» è la richiesta arrivata, attraverso un sms, dai vertici parlamentari del Pd a deputati e senatori.
«Non posso dirlo io» se è stato raggiunto l’accordo con il M5s sulla Consulta, «certo è che si tratta di una situazione che va risolta», ha commentato il presidente del Consiglio. «Sono un po’ più ottimista. In questo momento so che c’è uno sforzo in corso» per arrivare ad una soluzione ha aggiunto la presidente della Camera Laura Boldrini. La decisione del Pd di stringere l'accordo sui giudici della Consulta con il Movimento 5 stelle e non più con Forza Italia «è una bella "svoltona". Io stasera voto, non c'è discussione», ha aggiunto Pier Luigi Bersani.
Il M5s favorevole alla terna
La terna sarebbe composta da Franco Modugno (indicato dai grillini), Augusto Barbera (nome sostenuto da Renzi) e Giulio Prosperetti, ordinario di Diritto del Lavoro a Roma Tor Vergata, cattolico, già collaboratore di Leopoldo Elia e Gino Giugni e gradito all’area centrista della maggioranza, a partire da Ncd.
Così facendo, la terna potrebbe contare su 642 voti: 71 in più del quorum di 571, pari ai due terzi dei componenti del Parlamento in seduta comune. La inedita coalizione Pd-M5S-centristi può contare, in particolare, alla Camera su 459 voti, cui si aggiungono i 183 al Senato. I deputati del M5S, riunitisi per stabilire l'orientamento di voto per l'elezione dei 3 giudici della Corte costituzionale hanno deciso di votare la terna di nomi del Pd.
Lo scontro con Forza Italia
Le prime reazioni a caldo raccolte in ambienti azzurri, sono di forte irritazione e delusione: come sempre, viene sottolineato, Renzi non tiene fede alla parola data. Quale sarà ora la “contromossa” di Forza Italia non è ancora chiaro: i gruppi di Fi potrebbero orientarsi a votare scheda bianca. Ma a questo punto, spiegano altre fonti forziste, la battaglia si sposterà in Aula, su legge di Stabilità e mozione di sfiducia.
L’ala oltranzista di FI gioisce: ora torniamo a fare vera opposizione, osserva un deputato fedelissimo del Cavaliere, e questo atteggiamento di Renzi ricompatterà il centrodestra. «Il Movimento 5 Stelle ora detta legge al Pd», commenta su Twitter Laura Ravetto, deputato di FI. I vertici di Forza Italia stanno valutando il da farsi: l'orientamento prevalso, almeno stando a quanto riferiscono fonti azzurre, è di non partecipare alla votazione.
francesco paolo sisto nancy dell olio
La prima reazione ufficiale di Forza Italia alla scelta del Pd di tagliare fuori il partito di Silvio Berlusconi è affidata a Mara Carfagna: «Matteo Renzi ritorna all’asilo: tu mi prendi in giro e io non ti do le caramelle», ha detto la portavoce del gruppo azzurro alla Camera. Per Carfagna, il “pomo della discordia” è lo scontro che si è svolto in mattinata tra il premier e il capogruppo Brunetta: «Dopo il diverbio in aula con Brunetta dà il via libera ad un’intesa con il Movimento 5 Stelle sull’elezione dei giudici della Consulta. Grande esempio di maturità politica e capacità di accettare le critiche. Siamo messi bene», ha concluso.
«Inciucio Pd-M5Stelle per la Consulta, centrodestra escluso: ma non occorreva riequilibrio istituzionale?!», ha detto in un tweet Elio Vito, deputato di Forza Italia. «Renzi è molto debole e fragile e cerca l'accordo con i 5 Stelle per ricompattare», ha aggiunto il capogruppo di FI alla Camera, Renato Brunetta, che conferma la decisione degli azzurri di non partecipare al voto sulla Consulta.
La reazione della Lega
«Non so come la prenderanno gli elettori dei "purissimi" cinque stelle quando scopriranno che i loro cittadini eletti hanno preso il posto di Forza Italia nello scambio di voti in Parlamento. La loro presunta verginità ai giochini di palazzo è durata ben poco, votando Barbera in cambio di Modugno hanno paleseranno finalmente la loro subalternità a Renzi. Non è la prima volta e non sarà l'ultima, invece di puntare costantemente il dito contro la Lega pensino alla loro moralità», ha commentato Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega Nord al Senato. «Si tratta di un inciucio da Prima Repubblica», ha detto Massimiliano Fedriga, capogruppo della Lega alla Camera.
Le 31 fumate nere precedenti
Martedì era andata in scena la 31esima fumata nera per l’elezione dei tre giudici perché nessuno dei nomi ha raggiunto il quorum dei 3/5. Molte le assenze. In tutto, infatti, a votare sono stati 674 parlamentari, più tre astenuti. A dominare le schede bianche in tutto 442 mentre le nulle sono state 51. A prendere più voti Franco Modugno (M5S) con 107 preferenze, seguono Gaetano Piepoli con 25 (Centristi), Francesco Paolo Sisto con 19 (Forza Italia), Augusto Barbera con 12 (Pd).
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