COPPI, IL SALVA-BANANA – RIUSCIRA’ L’AVVOCATISSIMO A TROVARE UNA SOLUZIONE TRA PM E BERLUSCONI E SALVARE IL GOVERNO LETTA?

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Virginia Piccolillo per "Il Corriere della Sera"

Avvocato Franco Coppi, allora rafforzerà la difesa di Silvio Berlusconi? «Beh, per saperlo occorrerà attendere l'esito dei processi», risponde divertito. Lui è così: un cultore dell'understatement. Da sempre contrapposto ai falchi della difesa gridata del Cavaliere anche per questo, oltre all'aver sempre propugnato il principio che occorre «difendersi nel processo e non dal processo».

Mai una polemica contro i giudici. Mai un attacco alla magistratura. Nemmeno ai tempi, roventi, del processo Andreotti. Per questo ha fatto sobbalzare la svolta di Arcore di volerlo includere nel collegio difensivo.

«Mi sembra una tempesta in un bicchier d'acqua. In realtà è molto semplice» si schermisce lui. Ovvero? «L'avvocato Ghedini, da collega a collega, mi ha chiesto se ero disponibile ad affiancarlo nella difesa, nel caso in cui i processi arrivino in Cassazione. Cosa molto probabile».

Giacché si prefigura una condanna di Berlusconi per il processo sui diritti Mediaset?
«Mi sembra ragionevole credere che nel caso di assoluzione a ricorrere in Cassazione sarebbe l'accusa. Questo è abbastanza scontato. Tutto qui».

Lo confermano in una nota i legali di Berlusconi Ghedini e Piero Longo: «Fummo noi stessi a chiedere al professor Coppi di volerci affiancare nell'eventuale giudizio avanti la Corte di Cassazione nel processo cosiddetto "Diritti", ritenendo che le sue indiscusse capacità professionali sarebbero state in quella sede particolarmente utili, valutate anche le numerose questioni procedurali e sostanziali che a nostro parere inficiano la validità del processo stesso». Il professore, prosegue la nota, «ha ritenuto, e di ciò gliene siamo grati, di offrire la propria disponibilità», «ogni altra interpretazione è totalmente fuorviante».

Ma all'arrivo dell'ordinario di diritto penale alla Sapienza, che in Tribunale ha sempre mantenuto un impeccabile stile da principe del foro, va da sé che si pensi a un cambio di strategia. Coppi insorge: «Non mi occupo di linea difensiva, né di politica. Ho solo 40 anni di Cassazione sulle spalle e accade di frequente che mi venga richiesto un supporto professionale. Sono il primo ad aver fatto un balzo sulla sedia quando ho letto l'indiscrezione sui giornali così ingigantita».

Pur a voler sminuire però non si riesce ad eludere quel punto: l'aver scelto Coppi significa aver optato per un avvocato che non ha mai concesso ai suoi clienti di sfuggire alle udienze, sia pure per legittimi impedimenti. Cosa che invece ha aiutato Berlusconi a uscire da alcune grane giudiziarie per prescrizione.

La scelta, dunque, significa aver capitolato dalla strategia difensiva bellicosa. Coppi non si lascia stringere all'angolo: «Questa è un'interpretazione maliziosa - dice, sorridendo -. Io in udienza ho anche mandato al diavolo qualche presidente».

Ma rispetto a chi ha fatto leggi da applicare ai propri processi la differenza c'è:
«Io le leggi le ho solo subite - ammette -. Ma nessuno mi ha mai invitato a una competizione elettorale. Nessuno mi ha mai offerto una candidatura. E non ho nessuna intenzione di inserirmi ora nella politica. Faccio l'avvocato e il professore. Punto e basta».

Eppure l'idea di vedere Berlusconi trasformato in un simil-Andreotti, sempre presente e attento alle udienze, sempre pronto a rispondere e mai a criticare, accusare o insultare i giudici, fa un po' effetto. Anche se la posta in gioco è alta: l'ipotesi di presiedere la futura convenzione per le riforme.

Ce la farà Coppi a rifargli un look moderato o la svolta del Cavaliere imputato durerà il tempo del partito dell'amore per poi lasciare il passo a una grinta meno istituzionale e più garibaldina? Il professore assicura di non esser preoccupato: «A me è stata richiesta solo una collaborazione, da un collega, che sono contentissimo di dare. Ogni altra considerazione è in più e superflua. Detto questo anche Garibaldi in giudizio in Cassazione è costretto a scendere con i piedi per terra».

 

Berlusconi e Ghedini FRANCO COPPIghedini longo large Berlusconi all'uscita del tribunaleBERLUSCONI PRENDE UN CAFFE' IN TRIBUNALE