DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
1. MANICOMIO RAI E GLI UTILI IDIOTI
Luigi Bisignani per Il Tempo
«Utili idioti», così Lenin definirebbe letterariamente i consiglieri Rai. Io li considero invece degli eroi. Non prendono un euro, non contano nulla e verranno inseguiti da Corte dei Conti, Agcom e chi più ne ha più ne metta per aver supinamente avallato decisioni su fantasiose assunzioni e programmi senza che neppure un piano industriale sia mai stato approvato.
mattarella maggioni campo dall orto
Meraviglia come una delle intelligenze più fervide della tv, Carlo Freccero, continui ad accettare un progetto editoriale senza né capo né coda. E che dire del consigliere Francesco Siddi, per anni sindacalista del settore, che assiste muto alla mortificazione degli interni Rai, tutti sorpassati da una piccola tribù indiana del nord venuta da esperienze di nicchia e con il solo merito di essersi accampata dalle parti del giglio magico.
Non parliamo di Guelfi, famiglio del Premier, o della Borioni, non pervenuta. Tralasciamo anche la Presidente, cosiddetta di garanzia, Monica Maggioni, che assiste impietrita al fatto che perfino alcuni talk show politici verranno prodotti, come fossero tanti X Factor, da piccole società «esterne» degli amici del clan che beneficeranno così del canone in bolletta mortificando colleghi, capi struttura e tecnici.
Un sussulto di orgoglio pare venga ora da alcuni autorevoli consiglieri come Arturo Diaconale, Giancarlo Mazzuca e Paolo Messa. Che motivo può esserci per continuare a sedere in un Consiglio foriero di guai? Andare alle prime di Rai Cinema è poi così gratificante? Non sarebbe più dignitoso dimettersi ed evitare di essere complici di una gestione così autoreferenziale, finita sotto il faro dell’Autorità anticorruzione?
Resta da capire se c’è un disegno preciso o se è deragliata la missione che Matteo Renzi aveva affidato a Campo Dall’Orto. Sussurrano che il Premier stia correndo ai ripari. I segnali ci sono già tutti e non è un caso se il più renziano dei renziani in Rai, Luigi De Siervo sia scappato e se due big del Pd come Giacomelli e Anzaldi non perdono occasione per far saltare i nervi a questo inadeguato AD. Altro giro, altra corsa?
2. ANZALDI BOCCIA LA RAI3 DI DARIA BIGNARDI: “PIÙ DEI TACCHI PREOCCUPA L’INFORMAZIONE”
Antonio Pitoni per “Lastampa.it”
«Ripensandoci, forse era meglio parlare solo di tacchi e trucchi…». Il dem Michele Anzaldi è tranchant. Il commissario (renziano) della Vigilanza non usa mezzi termini: «Dalla prima intervista emerge un quadro sconfortante». E la prima intervista in questione è il colloquio con Il Foglio della direttrice di Rai3 Daria Bignardi. All’indomani delle notizie sul «dress code», il decalogo dettato proprio dalla stessa Bignardi con le regole da seguire circa il look delle conduttrici. Dalle scollature minime al tacco rigorosamente basso. Ora il discorso si sposta sui programmi e i contenuti. Due nuove strisce quotidiane, una di satira e informazione dopo le 23.30 e una in access prime tra le 20 e le 20.30, stop ai «talk-show chilometrici» e alla dittatura dell’auditel. Ma soprattutto un obiettivo ambizioso: «Abbassare di almeno cinque anni l’età media del telespettatore di Rai3». Che, come affermato dalla neo direttrice di rete, si attesta oggi intorno ai sessanta.
MICHELE ANZALDI COME GOEBBELS SUL BLOG DI BEPPE GRILLO
Onorevole Anzaldi, ieri la questione della sobrietà, oggi le prime intenzioni programmatiche: come giudica le prime uscite del direttore di Rai3, Daria Bignardi?
«Rompere il silenzio per parlare di tacchi e del trucco non è sembrato il massimo. Oggi almeno si parla di contenuti. A preoccupare, però, più che le battute sul dress code, mi sembrano le parole sull’informazione».
A cosa si riferisce?
«Dalla prima intervista emerge un quadro sconfortante. Sorvoliamo sul presunto eroismo di alcuni conduttori, anche perché poi bisognerebbe spiegare chi ha avuto la parte del vile. Ma quello che viene fuori è un progetto che taglia l’informazione con la trasformazione di Ballarò in non si sa bene cosa, non dice una parola su approfondimento e inchieste o su come far recuperare ascolti al Tg3 dopo il calo degli ultimi anni, prevede un nuovo programma che andrà in sovrapposizione con un vero patrimonio per tutta la Rai quale è il Tg1».
Pensa che sia un rischio?
«Mi sembrerebbe una scelta veramente “tafazziana” dell’azienda. La corazzata dell’informazione di Raiuno, il notiziario che ha tenuto meglio rispetto al calo di telespettatori delle tv generaliste addirittura crescendo, avrà un concorrente in più, oltre a Tg5 e Tg La7, proprio dentro casa. I telespettatori potranno scegliere se informarsi, alla stessa ora, su quattro reti generaliste diverse, delle quali due appartenenti allo stesso gruppo».
Quindi non salva proprio nulla?
«Intanto aspettiamo che il direttore Bignardi venga a parlarne in Vigilanza, ad illustrare i suoi piani alla commissione, per poter valutare in maniera più completa. Certo, ripensandoci, forse era meglio parlare solo di tacchi e trucchi».
3. ANCHE L’UNITA’ RENZIANA BASTONA LA BIGNARDI: “STOP ALLE TRUCCATRICI? FINALMENTE UN GRANDE SEGNALE DI CAMBIAMENTO”
Da "Unita.tv"
La "scintilla": Daria Bignardi convoca le truccatrici della Rai per dare indicazioni. Finalmente un grande segnale di rinnovamento
4. LA DURA LEGGE DI DARIA BIGNARDI COLPISCE PURE "UN POSTO AL SOLE": CHE COSA ACCADRÀ ALLA FICTION
Da “Liberoquotidiano.it”
Del codice d'abbigliamento imposto a Rai3 non ne vuole parlare, o quasi.Daria Bignardi spiega che "abbiamo ragionato su alcuni cambi di stile" e rifiuta l'idea che il suo sia stato un "editto". Ma nell'intervista concessa al direttore de Il Foglio, Claudio Cerasa, la direttrice di Rai3 spazia su molti aspetti del suo lavoro al vertice della rete.
carlo freccero e curzio maltese
Si parla, per esempio, di Massimo Giannini, il cui futuro appare piuttosto incerto: "Quando sarà il momento giusto parleremo di Ballarò e del suo brand, ci sto lavorando in queste settimane, ma la prima persona che saprà cosa diventerà Ballarò sarà Massimo Giannini e non un giornale", spiega la Bignardi. Dunque, qualche anticipazione: "La notizia è che su Rai 3 ci saranno due strisce quotidiane. Una di satira e informazione dopo le 23,30, in seconda serata, e una in access prime, come si dice, ovvero tra le 20 e le 20,30 circa.
Una striscia di informazione politica, con le notizie di giornata commentate". Dunque la direttrice spiega che "non ci sarà più nessun programma che verrà chiuso o sospeso per questioni legate esclusivamente agli ascolti". Fine della tirannia dello share, dunque. Almeno a parole. E nel suo colloquio, l'interventista Daria, si spinge fino a parlare di Un posto al sole, la serie cult-nazionalpopolare della rete.
roberto saviano da fabio fazio 5
"Un posto al sole - spiega - è un must della rete, ma di certo la sua missione non è raccontare il male. È un prodotto differente rispetto a Gomorra". Tant'è, il punto è che la Bignardi ha intenzione di intervenire anche sulla fiction, e lo annuncia: "Si può sempre migliorare, e lo faremo anche con Un posto al sole, se trovo le risorse per aggiornare, magari, le telecamere e la fotografia. Anche la scrittura, certo". Insomma, nel regno di Daria nemmeno Un posto al sole può dormire sonni tranquilli...
5. IL GIORNALISTA DEL “CORRIERE” DEMARCO: SAVIANO ATTACCA “UN POSTO AL SOL” E LA BGNARDI GLI DA’ RAGIONE
Da “Twitter”
marco demarco @mdemarco55
Saviano attacca Un posto al sole(Rai), e Daria Bignardi(Rai) che fa? Difende? Macché. Silura gli sceneggiatori: "Innoveremo la scrittura'
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