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«Secondo la legge italiana Silvio Berlusconi, in quanto concessionario, non è eleggibile. Ed è ridicolo che l'ineleggibilità colpisca Confalonieri e non lui». Lo sottolinea il capogruppo del Pd al Senato in una intervista ad Avvenire dove esprime il no del Pd a una eventuale nomina del leader del Pdl a senatore a vita. «In sessantasette anni di Repubblica non è mai stato nominato nessun senatore a vita che abbia condotto la propria vita come l'ha condotta Berlusconi. Non credo che debba aggiungere altro», afferma Zanda.
Sulla giustizia «abbiamo un'occasione: riformiamo il sistema e poi, a fine percorso, potremo discutere sul serio anche di amnistia e di indulto», che «hanno un senso solo se sono legate a misure strutturali», afferma ancora Zanda, che chiede anche a Formigoni di lasciare la presidenza della Commissione Agricoltura, rilancia il tema dell'ineleggibilità di Berlusconi - «in quanto concessionario» - e dice di non condividere la partecipazione dei ministri Pdl alla manifestazione di Brescia.
Zanda premette che «la lealtà » del Pd «a questa strana coalizione è fuori discussione» ma l'ambizione del partito è anche quella di «conservare» il proprio «profilo politico».
Poi sul tema delle riforme sottolinea che le intercettazioni «vanno certamente mantenute» in quanto «strumento essenziale per le indagini» e che «una modifica della legge che oggi le regolamenta non fa parte del programma di governo». Quel che va sanzionato, aggiunge, «è la loro diffusione impropria». Inoltre, prosegue, «i membri del governo non devono scendere in piazza contro la magistratura dimenticandosi della divisione dei poteri. Ma anche la magistratura deve avviare una riflessione profonda».
Zanda auspica che sia chiesto alla politica in primis di non violare la legge: «Sto pensando a Roberto Formigoni», eletto alla Commissione anche «con il nostro voto». «Poichè dopo essere stato eletto è arrivata però una richiesta di rinvio a giudizio con due imputazioni gravi», «penso che dovrebbe prenderne atto e, responsabilmente, rinunciare alla presidenza della commissione».
«L'intervista del presidente Zanda su "Avvenire" non facilita il compito del governo Letta. Spiace che il capogruppo del Partito Democratico torni a ribadire, dopo averlo già fatto a inizio legislatura, la sua opinione personale sull'ineleggibilità del presidente Berlusconi, contraddicendo i pronunciamenti più volte espressi dalla competente giunta parlamentare in materia. Ma ancor di più resto sorpreso di fronte alla sua volontà di giudicare la vita altrui in maniera così superficiale, esprimendo una valutazione morale francamente inopportuna».
Lo dice il presidente dei senatori del Pdl Renato Schifani. «In spregio per di più alla decisione di 10 milioni di italiani, che ritengono il presidente Berlusconi degno di un vastissimo consenso. Così facendo, spiace constatarlo - conclude Schifani - non si aiuta il processo di pacificazione in atto e si rischia di porre dei paletti invalicabili alla riuscita dell'esecutivo».
«L'arroganza dei toni usata dal capo gruppo del Pd al Senato Zanda in un'intervista all'Avvenire contrasta fortemente con il clima di pacificazione che ci siamo imposti. Una cosa è collaborare per superare le emergenze, un'altra sottostare a espressioni che rasentano l'insulto. Nei confronti del governo il Pdl ha preso un impegno chiaro che intende mantenere. Ma non per questo è disposto a tollerare ingerenze da parte del Pd, i cui rappresentanti spesso pontificano in nome di una presunta superiorità morale che in realtà non hanno». Lo dice il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri.
«Le dichiarazioni del senatore Zanda sono gravi e stupefacenti, non solo nel merito, ma anche perchè confermano che da parte del Pd, per bocca del presidente del gruppo senatoriale, non vi è la volontà di perseguire una pacificazione bensì di alimentare ulteriormente uno scontro politico acceso fino a limiti finora mai superati, nel mentre dovremmo collaborare intensamente e con reciproco rispetto per sostenere un governo nel pieno di una drammatica crisi economica».
Così il coordinatore del Pdl Sandro Bondi, commenta l'intervista a Avvenire del capogruppo del Pd al Senato in tema di ineleggibilità di Berlusconi e sulla necessità che Formigoni lasci l'incarico di presidente di commissione.
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