COSCIENZE SPORCHE? - DI PIETRO SCARICA SU RIGOR MONTIS LA RESPONSABILITÀ DEI SUICIDI DEI LAVORATORI SBIELLATI DALLA CRISI - JENA LO SBRANA: “QUANDO DICE CHE MONTI HA I SUICIDI SULLA COSCIENZA, DI PIETRO SA DI COSA PARLA: APPROFONDÌ LA MATERIA DURANTE TANGENTOPOLI” - A ROMA SI AMMAZZA UN IMPRENDITORE DI 59 ANNI, TITOLARE DI UNA DITTA DI COSTRUZIONI IN VIA DI FALLIMENTO.…

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1 - SUICIDI...
Jena per "la Stampa" - Quando dice che Monti ha i suicidi sulla coscienza, Di Pietro sa di cosa parla: approfondì la materia durante Tangentopoli.

2 - SUICIDI, DI PIETRO ATTACCA IL PREMIER: NON RISPONDO...
R. I. per "la Stampa"

Per Antonio Di Pietro i suicidi a ripetizione di imprenditori e cittadini afflitti dalla crisi pesano sulla «coscienza» di Mario Monti, che accusa di «dire le bugie sulla crisi che sarebbe finita». Parole durissime che scatenano una ridda di reazioni contro il leader dell'Idv. Sui suicidi Monti non replica (Vuole replicare? «No»), se non per invitare tutti ad «avere senso della misura», ma sulla crisi reagisce secco: «Non ho mai detto che la crisi è finita».

L'attacco dell'ex pm a Monti arriva nell'Aula della Camera prima del voto finale sul dl semplificazioni. Di Pietro prima apostrofa il governo come «ladro», «latitante», «al servizio delle lobby» ed in continuità con Berlusconi. Poi sgancia la «bomba»: «Mentre il presidente Monti, che non viene in Parlamento, va soltanto a raccontare le bugie sui giornali sulla crisi che sarebbe finita, vi sono persone che non arrivano a fine mese che si stanno suicidando. E lei accusa l'ex Pm - ce li ha sulla coscienza questi suicidi». In Aula si scatena subito la reazione alla frase shock.

«E tu quanti ne hai sulla coscienza, di suicidi?» urla un deputato prevenendo il tam tam contro Di Pietro che su alcuni social network lo chiamano in causa per le morti ai tempi di Tangentopoli. «Ferma condanna» per Di Pietro esprime subito Francesco Boccia (Pd), mentre di «frasi agghiaccianti» parlano il Pd e Fli. E dal Pdl Maurizio Lupi definisce le parole di Di Pietro «irresponsabili».

3 - L'ULTIMO A ROMA...
Da "la Stampa"

Si è ucciso in casa, sparandosi un colpo di fucile in pancia. Ai familiari ha lasciato una lettera in cui chiedeva scusa e spiegato che la sua ditta era fallita. E' finita così la storia di un imprenditore di 59 anni, titolare di una ditta di costruzioni e di lavorazione dell'alluminio a Roma. L'azienda del manager, a causa della crisi, era sulla strada del fallimento e aveva messo in cassa integrazione tutti gli addetti.

 

Antonio Di PietroMARIO MONTIBARENGHI