DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Giuseppe Filetto,Marco Lignana per “la Repubblica” - Estratti
Così fan tutti, nel cerchio magico di Toti che oggi racconterà la sua verità alla procura. Se nelle carte della Tangentopoli ligure sono emersi 55 mila euro spostati dal conto corrente di “Giovanni Toti Presidente” a un suo iban privato, secondo la finanza uguale giochino per oltre 27 mila euro ha compiuto Matteo Cozzani, il braccio destro del governatore pure lui agli arresti domiciliari.
Il rampante ex sindaco di Portovenere, folgorato sulla via del totismo fino a diventare coordinatore della sua campagna elettorale e capo di gabinetto in Regione, è al centro di una annotazione del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria. Un documento che pare l’esatta fotocopia del “travaso”, quantomeno opaco, fra depositi bancari del presidente.
Scrivono i finanzieri come sia emerso che Cozzani «nel corso delle elezioni regionali liguri svoltesi nel settembre dell’anno 2020, è risultato essere beneficiario, su un proprio conto corrente Passadore, di un bonifico di euro 27 mila e 200 euro, disposto in data 07/08/2020 dal conto corrente Intesa Sanpaolo intestato al Comitato Giovanni Toti».
Proprio per questo, la Gdf ha interrogato l’Archivio dei Rapporti Finanziari «al fine di tracciare il flusso di denaro derivante da presunte condotte e/o scambi di natura corruttiva».
Gli inquirenti potrebbero trovare risposte concrete ai giroconti sospetti di Toti nei tre telefonini sequestrati a Marcella Mirafiori, a capo della segreteria del governatore, nonché tesoriera proprio del Comitato Toti Presidente.
Gli investigatori hanno messo nero su bianco che gli accertamenti bancari sul conto personale di Toti «consentivano di verificare che tale conto veniva solitamente utilizzato per sostenere spese correlate all’attività politica posta in essere da lui e dal proprio entourage . Delegata a operare sul citato conto era Marcella Mirafiori».
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Per quanto riguarda gli “aiutini” per il rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse a favore (anche) del suo grande finanziatore Aldo Spinelli, «volevo solo evitare una guerra in porto». È tutto un altro discorso, invece, il filone che riguarda la consulenza affidata dall’ex presidente del porto Paolo Emilio Signorini all’imprenditore Mauro Vianello, il “compagno V” per via della sua vicinanza al centrosinistra. Nella sua nuova veste di ad della multiutility Iren, Signorini ha affidato a Vianello una consulenza da 200 mila euro. Ora l’incarico è stato sospeso da Iren (così come Signorini non ha più alcuna delega e non percepisce stipendio).
Ma la Procura vuole capire se si tratta di una sorta di “ricompensa” o una restituzione per i favori di Vianello a Signorini finiti nell’inchiesta, dai banchetti di nozze agli Apple Watch.
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