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DAGOREPORT - DA IERI SERA, CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO…
Danilo Taino per il Corriere della Sera
La sorpresa, per la quale in realtà i sintomi maturavano da qualche giorno, è che Angela Merkel può essere battuta alle elezioni del prossimo autunno. Il populismo, però, questa volta non c' entra, o solo indirettamente. Un sondaggio pubblicato ieri dal quotidiano Bild indica che il partito socialdemocratico ha messo a segno nelle ultime settimane una rimonta di consensi straordinaria, fino a superare la coalizione cristiano-democratica della cancelliera, 31% a 30%. La chiave: il volto nuovo, almeno per la politica tedesca, che la Spd ha messo in campo per sfidare la Cdu-Csu, Martin Schulz.
Fino a poche settimane fa, i socialdemocratici erano dati vicini al loro minimo storico, attorno al 20% e in qualche caso anche sotto. E i cristiano-democratici attorno al 34%. Nessuno pensava che la situazione potesse cambiare sostanzialmente. La Spd, invece, tre settimane fa ha estratto il coniglio dal cappello: ha nominato Schulz, poco conosciuto dagli elettori e soprattutto non coinvolto nel governo di Grande Coalizione (ha fatto gran parte della sua carriera politica nel Parlamento europeo). E improvvisamente il quadro politico ha preso a correre. Succede - nell' analisi di gran parte dei politologi - che un timore espresso da Merkel quando si è ricandidata per la quarta volta a cancelliera, a dicembre, si è concretizzato: dopo quasi 12 anni di una leader unica a capo del governo, i tedeschi hanno voglia di novità.
Dal momento che non sono particolarmente attratti dai nazionalismi, si rivolgono all' antico partito socialdemocratico.
La campagna elettorale è solo agli inizi, si voterà a fine settembre. Solo ieri Merkel è stata nominata candidata unica della sua Cdu e del partito gemello bavarese Csu. E di programmi si discute poco o nulla. Ciò nonostante, ora il discorso politico ha preso toni e significati nuovi. Con riverberi destinati a influenzare anche la discussione in Europa: se fino a ieri si pensava che la Ue avrebbe avuto a che fare con la cancelliera fino al 2021, oggi la prospettiva è meno scontata. Situazione che influenzerà anche il dibattito in quei Paesi che terranno elezioni nei prossimi mesi, Francia in testa.
A determinare il voto d' autunno saranno parecchi fattori. Per prima cosa, i programmi. Qui, ci sarà confronto sui temi della povertà e dei servizi sociali ma anche sull' Europa: Unione Cdu-Csu e Spd hanno posizioni diverse, soprattutto sulle regole di bilancio nell' eurozona e sull' austerità. Secondo, tre elezioni di Land tra marzo e maggio (Saar, Schleswig-Holstein e Nord Reno-Vestfalia) influenzeranno la competizione federale. Terzo e soprattutto, le possibili alleanze post-elettorali.
Tutti i partiti vorrebbero finirla con la Grande Coalizione al governo oggi. Dal sondaggio di ieri esce la quasi possibilità (48%) di una maggioranza Spd-Verdi-Linke: ultrasinistra. Sulla necessità di evitare un' ipotesi del genere, lavoreranno molto Merkel e i cristiano-democratici e su questo cercheranno di recuperare voti ai nazionalisti della AfD (al 12%). È anche possibile che Schulz rifiuti l' alleanza rosso-rosso-verde che spaccherebbe il partito (che finora l' ha sempre rifiutata).
L' eventualità che, dopo le elezioni, una nuova Grosse Koalition sia l' unica soluzione possibile resta alta: la novità è che potrebbe non essere più guidata da Angela Merkel.
Ieri, dopo la pubblicazione del sondaggio, la cancelliera ha detto di avere sempre rispettato e preso sul serio le sue controparti socialdemocratiche: «E non è diverso con Martin Schulz». Merkel stessa aveva previsto che questa sarebbe stata la sua campagna elettorale più difficile. Pensava alla possibile ingerenza del Cremlino di Vladimir Putin, alle incognite di Donald Trump, a Recep Tayyip Erdogan che potrebbe riaprire la crisi dei rifugiati. Ora dovrà pensare anche al signor Schulz. Un 2017 meno sorprendente del 2016? Mah.
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