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Franco Bechis per “Libero Quotidiano”
Troppi sederi, poche poltrone: musi lunghi nel Pd
Se c' è una cosa di cui gran parte del Parlamento sembra ormai convinto è che le elezioni politiche arriveranno prima della scadenza naturale della legislatura, quindi nel 2017 e non nel 2018. A decidere sarà il referendum sulle riforme istituzionali del prossimo autunno. I parlamentari si dicono: «Se Matteo Renzi verrà bocciato nelle urne, il governo cadrà e quindi si andrà a votare. Se invece vincerà lui il referendum, di fatto il Senato sarà una sorta di morto vivente, delegittimato. Quindi è assai probabile che si vada a votare...».
Ne sa qualcosa un deputato del Pd, che è anche fondatore del movimento dei Moderati: Giacomo Portas. Siccome nella vita precedente faceva a Torino il sondaggista politico ed era ritenuto una sorta di mago del marketing elettorale, molti bussano alla sua porta per avere gli aruspici. Si è fatto una certa fama nel 2012, quando Gianfranco Fini gli commissionò una indagine sul consenso che avrebbe potuto avere alle elezioni il suo nuovo partito, Fli. Portas ci lavorò a lungo e poi a fine anno portò tutti i numeri dal presidente della Camera, e vaticinò: «Non arrivi al 2%».
Fini si infuriò: «Ma se tutti gli altri sondaggi ci danno sopra il 7!...». E lasciò Portas con le sue cartelle, andandosene via rosso di bile. Il vaticinio fu azzeccato, e a sbagliare furono gli altri sondaggisti. Per questo ora fanno tutti la fila da Portas. E molti del Pd parlando con lui sono restati di sasso. Perché hanno scoperto solo ora che con l' Italicum cambiano i collegi, e alcuni saranno davvero mini, da 5 o 6 deputati.
«Che risultato faremo? Tornerò in Parlamento?», gli chiedono. E lui li gela: «Il tuo collegio? In collegi da 5-6 deputati se il Pd fa un risultato straordinario al massimo ne prende due. E il primo è il capolista deciso da Matteo Renzi. Quindi ci sarà un solo posto da contendere. Mi spiace, ma temo che tu sia fuori...». Ecco perché tanti musi lunghi in Transatlantico...
Banche toscane: Renzi il Senato lo ha già abolito
Matteo Renzi si è portato avanti prima del referendum autunnale. In attesa di sapere come la pensano gli italiani delle sue riforme, il premier ha pensato bene di abolire il Senato. Non è una cosa definitiva, ma una semplice espulsione per un turno di gioco. Guarda caso quello in cui si deve dare il via libera al riassetto delle banche di casa.
Con la scusa infatti dello scarso tempo a disposizione per convertire il decreto legge, Renzi non farà toccare palla ai senatori sul provvedimento per il riassetto delle banche di credito cooperativo, le cui principali sono toscane, proprio di casa sua. Su quel testo qualche rischio avrebbe corso, perché a palazzo Madama la maggioranza resta più fragile e sul punto era piuttosto minacciosa la minoranza del suo partito.
La soluzione trovata è quindi quella di non fare discutere il testo né concedere alcun emendamento. Cosa che qualche maldipancia sta creando nella quindi inutile commissione Finanze in cui il decreto è approdato. Il forzista Franco Carraro, pur sempre tenero con l' esecutivo, per protesta ha deciso di non partecipare più alla inutile e accademica discussione in commissione.
Altri senatori, come l' ex 5 Stelle Francesco Molinaro, hanno deciso di partecipare mestamente alla pantomima: «Presenterò proposte emendative mirate pur nella consapevolezza dell' orientamento contrario della maggioranza e del governo».
Il teatrino della politica è in corso d' opera...
Magna magna alla Camera anche coi parenti
Prima hanno alzato i prezzi per evitare polemiche sui favori alla casta e anche per incassare qualcosina in più, visto che alla buvette della Camera non mancavano i portoghesi. Poi i gestori esterni di bar e ristorante di Montecitorio hanno ottenuto da Laura Boldrini una vera e propria svolta. Al tavolo esclusivo del ristorante interno potranno per la prima volta sedersi anche esterni. Per tradizione potevano mangiare lì solo i deputati e in una piccola porzione della sala anche a turno i giornalisti parlamentari stabilmente accreditati.
virginia raggi con bruno vespa a porta a porta
Ora per fare un po' di cassa in più, sono accolti anche eventuali ospiti dei parlamentari: familiari, amici e perfino commensali di lavoro. Lo ha scoperto il Pd Emanuele Fiano, che aveva con sé a Roma per una volta il figlio e stava cercando un ristorantino dove pranzare insieme: «Mi hanno detto che potevo portarlo al ristorante interno dei deputati, che ora si può. Ma ho preferito andare fuori, lontano dal solito ambiente...»
virginia raggi con bruno vespa a porta a porta
virginia raggi beppe grillo a porta a porta
Vespa punge: «La Raggi dal vivo non spacca»
A un parlamentare del Pd invitato a Porta a Porta qualche giorno dopo il debutto di Virginia Raggi, il conduttore Bruno Vespa ha confessato una certa delusione provata vedendo da vicino il candidato del Movimento 5 stelle nella corsa per la poltrona di sindaco di Roma. «È molto fotogenica», ha spiegato Vespa, «e in tv spacca davvero. Ma vista dal vivo è minuta, e non fa quella impressione. La sexy candidata? Beh, direi proprio di non esagerare».
La Comi bomber nella nazionale delle onorevoli
La prima uscita ufficiale è stata l' 8 marzo scorso a Torino, per una iniziativa di beneficenza. Lì ha debuttato la nazionale di calcetto delle parlamentari, nata nel novembre scorso in occasione della giornata contro la violenza sulle donne. L' idea è venuta a due parlamentari del Pd, Lia Quartapelle e Laura Coccia, e ha avuto successo: c' è la fila delle pretendenti a un posto in squadra. Dal punto di vista sportivo il debutto non è stato un granché: le onorevoli se le sono prese 7-4 da una formazione messa in piedi per l' occasione, «Just the woman I am».
Le parlamentari però si sono svegliate sul 2-6 e lì si è visto che la squadra può dare qualche soddisfazione. Sono allenate da un ex calciatrice vera, Katia Serra, quando i lavori parlamentari lo consentono, la sera alla caserma della Cecchignola, presso il Centro Sportivo Olimpico dell' esercito. La Quartapelle se la cava benino in porta, ma la vera sorpresa sportiva viene dall' europarlamentare Lara Comi, bomber della onorevole nazionale rosa, (che se inquadrasse meglio la porta supererebbe Gonzalo Higuain come realizzatrice).
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