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“RUSSI E CINESI NON HANNO BISOGNO DI INVADERCI, PERCHÉ HANNO NUMEROSI ELEMENTI DI SOSTEGNO DA NOI” – IL MINISTRO CROSETTO LANCIA L’ALLARME (A SALVINI, CONTE E D’ALEMA SARANNO FISCHIATE LE ORECCHIE) MENTRE NEI DOCUMENTI EUROPEI E NELLE DELIBERAZIONI DEI GOVERNI NAZIONALI SI PARLA DI GUERRA. PARIGI HA DISPOSTO DI AUMENTARE LE CAPACITÀ DI RICEZIONE DEGLI OSPEDALI. E MATTARELLA, ALL’ULTIMO CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA HA DOVUTO CONSTATARE COME “SIA NECESSARIO ALZARE IL LIVELLO DELL’ATTENZIONE IN ITALIA A FRONTE DI UNA SITUAZIONE INTERNAZIONALE SEMPRE PIÙ CRITICA”
Francesco Verderami per il Corriere della Sera - Estratti
Parigi ha disposto di aumentare le capacità di ricezione degli ospedali.
GUIDO CROSETTO - DIFESA E RIARMO
Bruxelles ha ufficializzato delle nomine nel settore dei trasporti. La guerra c’è, sta dove non si vede: nei documenti europei e nelle deliberazioni dei governi nazionali.
Questa estate in Francia il governo ha fatto sapere di voler dar seguito a un’indicazione della Commissione europea sul sistema sanitario. Dietro questa formulazione burocratica si cela quanto riferisce un dispaccio del Patto atlantico noto agli Alleati. Il Paese transalpino potrebbe diventare la «base di retrovia di un conflitto su larga scala», e in tal caso dovrebbe esser pronto a ospitare «feriti da combattimento». L’idea di fondo della Preparedness Union Strategy , varata a marzo dall’Unione, è favorire la «resilienza dei servizi sanitari nazionali» in un momento in cui l’Europa è dinnanzi a una sfida senza precedenti.
Pochi giorni fa Ursula von der Leyen ha proceduto con una serie di nomine nel settore dei trasporti. Tra questi c’è l’italiano Mario Mauro, al quale ha affidato il coordinamento del Corridoio Bba. Cosa c’entri un ex ministro della Difesa con l’incarico lo si intuisce dal fatto che quel Corridoio si allunga su tutto il fianco orientale dell’Europa, dal Baltico fino all’Egeo. Tocca i Paesi formalmente confinanti con la Russia ma anche quelli — come Grecia e soprattutto Cipro — che sono posti alla frontiera meridionale. Vicini a quella Cirenaica dove Putin ha spostato dalla Siria i Mig dotati di missili ipersonici che puntano l’Europa.
La logistica è fondamentale in caso di conflitto. E nella logistica il Vecchio Continente riproduce le differenze politiche che emergono a Bruxelles: per esempio (quasi) ogni Paese ha uno scartamento ferroviario diverso. La Ue si sta adoperando per fare uniformare quelle linee a vantaggio dello spostamento di persone e merci. Ma anche di armamenti. Le infrastrutture sono l’elemento più sensibile del sistema.
La Polonia, dopo l’attacco dei droni russi, ha chiuso la tratta ferroviaria con la Bielorussia piazzando blocchi di cemento e filo spinato. La Finlandia sta attrezzandosi per piazzare mine anti-uomo nei mille e passa chilometri di confine con Mosca. «Immagini che neppure ai tempi della guerra fredda», racconta un funzionario che c’è stato.
La guerra lì si vede, ma sta anche dove non si vede. Il governo italiano, infatti, al pari di altri Stati europei si sta muovendo: «A un passo dalla follia — come dice Guido Crosetto — un ministro della Difesa deve pensare sempre al peggio». Per questo, come rivela una fonte autorevole, ha dato incarico alle strutture militari del Dicastero di approntare non meglio precisati «piani logistici di contrasto» per evenienze belliche.
Il progetto riservato è parte di un disegno che mira a tutelare un Paese «già sotto l’attacco» di Mosca e Pechino nella guerra ibrida. Un chiodo fisso per Crosetto, che potrà ora dotare la Difesa anche di esperti cyber per rispondere a un’offensiva «perniciosa per la nostra società». Tanto che, chiacchierando con un collega di governo, il ministro si è lasciato andare a un’amara battuta: «Russi e cinesi non hanno bisogno di invaderci, perché hanno numerosi elementi di sostegno da noi...».
MASSIMO DALEMA ALLA PARATA MILITARE DI PECHINO
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Dunque le parole pronunciate dal capo dello Stato durante la visita in Slovenia non erano forse rivolte solo alla diplomazia dell’Occidente, ma anche ai cittadini. Un modo per svegliare i governanti e insieme risvegliare la coscienza popolare. «Quel che desta allarme è che ci si muove su un crinale dal quale si può scivolare in un baratro», ha detto Sergio Mattarella evocando la Prima guerra mondiale che «forse nessuno voleva far scoppiare».
Di certo nessuno può voltarsi dall’altra parte. Non il presidente della Repubblica, che all’ultimo Consiglio supremo di difesa ha dovuto constatare come «sia necessario alzare il livello dell’attenzione in Italia a fronte di una situazione internazionale sempre più critica».
GUIDO CROSETTO GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE
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