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Elisa Calessi per "Libero"
La guerra di conquista è inarrestabile. Punta al profondo dell'Emilia rossa. E parte da Parma, quella che Beppe Grillo ha già battezzato la «nostra piccola Stalingrado ». A rafforzare una speranza che fino a pochi giorni fa sembrava fantascienza, cioè che domenica, ai ballottaggi, il Movimento 5 Stelle conquisti la ricca Parma, eleggendo il sindaco, è un sondaggio riservato. Commissionato dal Movimento 5 Stelle, dà Federico Pizzarotti, il 39enne esperto di informatica e appassionato di judo, al 53%, mentre Vincenzo Bernazzoli, il candidato del Pd, sostenuto da tutto il centrosinistra, è fermo al 47%.
Il sondaggio è arrivato al quartier generale del Nazareno, dove è subito scattato l'allarme. Perché, se i risultati lo confermassero, rovinerebbe la festa di un secondo turno che consegnerà la maggioranza dei comuni al centrosinistra. Ma non Parma. Del resto, la mobilitazione dei grillini è eccezionale. Sabato e domenica c'è stata in città una vera e propria invasione di militanti da tutta Italia. Tra banchetti e volantinaggi i supporter del Movimento 5 Stelle hanno battuto la città palmo a palmo. Il Pdl, al primo turno crollato al 4,7%, ufficialmente non si è schierato.
Ma in molti sono convinti che gran parte dell'elettorato voterà il grillino. «Figurati se si lasciano scappare l'occasione di farci perdere», ragiona un esponente del Pd. Mentre Elvio Ubaldi, il candidato dell'Udc e di una lista civica, arrivato terzo, si è lasciato scappare un quasi endorsement per Pizzarotti. Ma quello che più preoccupa i democratici è il clima che si respira in città . Confida un dirigente del partito: «C'è un sentimento di ripulsa per tutta la politica, in senso lato. Della serie: "Mandiamoli tutti a casa". E noi, nonostante prima non governassimo, siamo associati agli altri, a quelli che hanno fatto il disastro. Siamo un tutt'uno con quella politica che va cacciata».
Parma viene da un commissariamento, dopo che la giunta di centrodestra, guidata da Pietro Vignali, Pdl, è stata coinvolta in un'inchiesta per corruzione. A questo si è aggiunto il quasi default finanziario, visto che il Comune è alle prese con circa 700 milioni di debito, di cui oltre la metà generati dalle aziende partecipate. Fino a due settimane fa si sarebbe detto un terreno perfetto per consentire una vittoria dell'opposizione di centrosinistra. Ma Pizzarotti ha ribaltato ogni previsione. E domenica rischia di compiere l'opera. Secondo il sondaggio la distanza tra i due è di 6 punti, a vantaggio del grillino. Troppi per essere colmati in pochi giorni.
Nel Pd, nonostante le facce preoccupate, giurano che altri sondaggi, commissionati da loro, darebbero un testa a testa. Chi non si rassegna, sostiene che «in città , dopo il voto di protesta del primo turno, la gente sta cominciando a riflettere: «Il Comune a giugno rischia di non avere i soldi per gli stipendi, la situazione è tale che serve qualcuno che abbia competenza». E Bernazzoli, dicono, ha il profilo del bravo amministratore. Sindaco di un comune dei dintorni, presidente della provincia.
E però, ammette con sincerità un dirigente democratico, «in questo clima di antipolitica un cursus di questo tipo è uno svantaggio ». La vicenda che ha portato alla caduta della giunta del Pdl ha provocato una reazione contro tutti i partiti. «C'è una voglia di rivalsa e il M5S la intercetta». Ieri doveva esserci un confronto alla Gazzetta, lo storico quotidiano della città , tra Pizzarotti e Bernazzoli, ma il primo ha disertato. La scusa ufficiale, comunicata via Twitter, è un'improvvisa influenza. A meno che non sia l'effetto del sondaggio detto: è una regola aurea, infatti, che chi è in vantaggio deve evitare dibattiti con l'inseguitore. Ormai mancano pochi giorni.
E venerdì, per la chiusura della campagna elettorale, arriverà niente meno che Beppe Grillo. Segno di come il M5Spunti su Parma. Il Pd risponderà con un'iniziativa in cui la guest star è Gene Gnocchi, nessun big nazionale. Ma fermare il M5S, in questo affondo emiliano, non sarà facile. A Parma come in altre parti dell'Emilia un tempo rossa. Anche a Budrio e a Comacchio, infatti, i candidati del M5S rischiano di vincere i ballottaggi, sconfiggendo quelli del Pd.
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