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IL CYBER-PASTICCIO DI NORDIO CONTINUA – ALTRO FLOP ANNUNCIATO DEL PROCESSO PENALE TELEMATICO. OGGI SCATTA L’OBBLIGO PER MAGISTRATI E AVVOCATI DI USARE DEL SOFTWARE SVILUPPATA DAL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA, PER DEPOSITARE TUTTI GLI ATTI DEI PROCESSI DI PRIMO GRADO. MA L'APP SI BLOCCA E FUNZIONA A RILENTO E COSÌ, DA MILANO A NAPOLI, I DIRIGENTI DEGLI UFFICI HANNO SOSPESO DI NUOVO L’UTILIZZO DELL’APPLICAZIONE – IL PRIMO TENTATIVO PARZIALE, LANCIATO DAL GOVERNO IL 1° GENNAIO, SI ERA RISOLTO IN UN DISASTRO...
Estratto dell’articolo di Paolo Frosina per www.ilfattoquotidiano.it
carlo nordio alla camera - foto lapresse
Altro giro, altro flop annunciato del processo penale telematico. Oggi 1° aprile scatta – in teoria – l’obbligo per magistrati e avvocati di usare App, il software sviluppato dal ministero della Giustizia, per depositare tutti gli atti dei processi di primo grado e per l’iscrizione delle notizie di reato da parte del pm.
Il primo tentativo parziale, lanciato dal governo il 1° gennaio, si era risolto in un disastro: come previsto dagli addetti ai lavori, il programma si è dimostrato pieno di buchi e tecnicamente inutilizzabile, costringendo i presidenti dei Tribunali a sospendere l’obbligo per tre mesi, mantenendo il “doppio binario” cartaceo/digitale per evitare la paralisi.
Tre mesi dopo, però, il quadro non è migliorato: App continua a bloccarsi o a girare a passo di lumaca, i bug e le inadeguatezze tecniche non sono stati risolti. In più, rispetto al flop di gennaio, il “binario unico” digitale è stato esteso a una serie di nuovi procedimenti, in relazione ai quali il sistema ha mostrato i problemi maggiori: l’iscrizione delle notizie di reato e i riti direttissimo, abbreviato e immediato.
[...] Alla vigilia del giorno x, però, il monitoraggio della Struttura tecnica del Csm (composta da dieci magistrati esperti di informatizzazione) ha verificato che la promessa non era stata mantenuta. Così le toghe si sono ribellate ancora una volta: ancora prima dell’entrata in vigore, l’obbligo di App è stato sospeso per “malfunzionamento” – come consentito dal codice di procedura penale – da vari dirigenti degli uffici, da Nord a Sud, fino al 31 maggio o al 30 giugno.
A quanto risulta al fattoquotidiano.it, questa scelta è stata presa nei giorni scorsi da tutte le Procure dei distretti di Napoli (oltre al capoluogo, Napoli Nord, Avellino, Benevento, Nola, Santa Maria Capua Vetere e Torre Annunziata) e Bologna (Bologna, Ferrara, Forlì, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna e Reggio Emilia), dalla Procura di Bari e dal Tribunale di Milano.
Ma molti altri provvedimenti dello stesso tipo sono attesi nelle prossime ore. “Sappiamo che la giustizia telematica è il futuro, la tragedia è che nel presente funziona male”, commenta Giovanni Zaccaro, giudice di Corte d’Appello a Roma e segretario di Area, il maggiore gruppo della magistratura progressista.
“Al di là dei problemi di software e hardware da aggiornare e potenziare, quel che preoccupa è che i programmi ministeriali appaiono troppo rigidi ed impongono ai magistrati soluzioni e pratiche che, di fatto, ne limitano la insopprimibile autonomia nell’interpretare le norme ed organizzare il lavoro”. [...]
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