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Maria Antonietta Calabrò per "Corriere della Sera"
Quasi cinque ore di faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano. O meglio un lungo pranzo di lavoro a villa San Martino cui hanno partecipato anche l'ex sottosegretario alla presidenza Gianni Letta e il responsabile organizzativo Denis Verdini. Niente di definitivo per il partito, ma un altolà al premier Mario Monti: «O election day, il 10 e 11 febbraio con regionali e politiche insieme o crisi di governo».
Quanto a una eventuale candidatura del Cavaliere, Alfano spiega che il Cavaliere non avrebbe manifestato la volontà di candidarsi. «La candidatura di Berlusconi alle politiche - ha detto - è una scelta che compete a lui e che oggi non mi ha manifestato formalmente. Se ci saranno decisioni starà a lui comunicarle nei tempi e nei modi che lui riterrà ».
Stessa incertezza sulla consultazione della base per il candidato premier: «Al momento è confermata. Non c'è nessuna marcia indietro sulle primarie, si faranno il 16 dicembre».
E sull'unità del partito: «Ho trovato in Berlusconi grande disponibilità a mantenere unito il Pdl», ha aggiunto. Sempre sull'eventualità di Berlusconi nuovamente candidato, il segretario del Pdl ha spiegato: «Abbiamo parlato delle varie ipotesi della costruzione di un nuovo movimento ma io ho fatto presente che la cosa più giusta da fare è stare uniti perché uniti è più facile vincere, anche cambiando il nome, se serve».
«Da un messaggino che ho ricevuto, non mi pare che ci sia questo rischio», ha risposto Gaetano Quagliariello a una domanda sul pericolo che il Cavaliere abbandoni il partito che ha fondato. Giorgia Meloni applaude ad Alfano, ma aggiunge pure: «Nel caso in cui le primarie non dovessero celebrarsi il 16 dicembre, convocheremo a Roma per quel giorno una grande manifestazione, dal titolo "Le primarie delle idee" nella quale chiedere al centrodestra di rifondarsi».
Alfano ha infine parlato della necessità di andare all'election day. «che faccia risparmiare agli italiani 100 milioni di euro». Ipotesi subito respinta dal segretario del Pd, Pierluigi Bersani. à comunque sulla richiesta di election day che il Pdl sembra ricompattarsi. Sandro Bondi, senatore e coordinatore: «La priorità non sono le primarie. Il Pdl si è impegnato da tempo a chiedere al governo una cosa di assoluto buon senso, e cioè l'accorpamento nella prima data utile (a questo punto, il 10-11 febbraio) sia delle elezioni regionali sia delle elezioni politiche nazionali. Se invece il governo dovesse ancora una volta adattarsi al calendario deciso dal Pd, dovrebbe assumersi ogni responsabilità ».
Più tardi, Alfano ha rinforzato il messaggio: «Senza election day possibile la crisi di governo». Mentre Verdini ha detto che sarebbe «un grave errore politico e giornalistico non capire il senso della vera notizia uscita dal vertice di Arcore», cioè la richiesta di election day con la minacciata crisi di governo.
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