BANANA QUIRINAL SHOW: PRIMA IL SIPARIETTO SCEMO CON RENZI (“BIRICHINO”), POI LA GAFFE CON LA BINDI (“UOMO”), INFINE LA BARZELLETTA SULLA MAFIA ACCANTO A MATTARELLA - UN GAFFEUR IMPUNITO O UN SITUAZIONISTA PICCHIATELLO?

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1. LA LUPARA DI SILVIO

Massimo Gramellini per “la Stampa”

 

BERLUSCONI E ROSI BINDI AL QUIRINALEBERLUSCONI E ROSI BINDI AL QUIRINALE

Mi ero ripromesso di non occuparmi più delle gaffe di Berlusconi, a meno che l’anziano entertainer si fosse esibito in un numero inaudito persino per lui. Che so, raccontare una barzelletta sulla mafia al ricevimento di un Presidente della Repubblica che ha avuto un fratello ammazzato da Cosa Nostra. Ebbene, l’ha fatto. L’ha raccontata. Lì, nel salone delle feste del Quirinale, dove la sua presenza all’incoronazione di Mattarella aveva già suscitato tante polemiche. Un mafioso viene fermato dalle forze dell’ordine che gli chiedono cosa nasconda nel bagagliaio. Una calcolatrice, risponde lui. E quando gli trovano una lupara, si giustifica: «Noi i conti in Sicilia li facciamo così». 

 

Il talento di Berlusconi per l’inopportuno è proverbiale. Riuscirebbe a elogiare il brasato al barolo durante una cena di vegani. Come sempre, ma forse meno di un tempo, l’opinione pubblica si dividerà. Qualcuno ne loderà la freschezza sbadata, la volontà deliberata di calpestare le regole della convenienza e della buona educazione. Qualcun altro, per le stesse ragioni, si indignerà, rimarcando che certe spiritosaggini sulla mafia arrivano da chi ospitava in casa un mafioso come stalliere.

Matteo Renzi e berlusconi Matteo Renzi e berlusconi

 

Lo sfibrante bipolarismo etico ed estetico della Seconda Repubblica. Ma ora che si entra nella Terza rinculando fino alla Prima, la barzelletta dell’impunito gaffeur consente di comprendere meglio il senso di sollievo con cui è stato accolto l’incedere democristiano di Mattarella. Il garbo e il tatto, persino quando sconfinano nell’ipocrisia, restano una difesa straordinaria contro lo sdoganamento del cattivo gusto e la volgarità degli uomini. Di certi, in particolare. 

 

2. BERLUSCONI: MATTEO, SEI BIRICHINO - E IL PREMIER: MAI QUANTO TE

Amedeo La Mattina per “la Stampa”

 

Berlusconi era molto atteso al Quirinale per l’insediamento del nuovo capo dello Stato e la sua presenza non è passata inosservata. Anche per il cattivo gusto di raccontare una barzelletta sui siciliani che regolano i conti con la lupara. A pochi metri c’era Sergio Mattarella che ha avuto il fratello Piersanti ucciso dalla mafia. Ma nel salone delle feste il capannello attorno al Cav era sempre affollato.

 

renzi berlusconirenzi berlusconi

Ha distribuito consigli e rimproveri come quello fatto a Renzi. È stato il premier a dargli l’occasione della stoccata: «Ti presento il ministro dell’Economia Padoan». «Spero che non sia birichino come te», ha risposto l’ex premier. Pronta la risposta di Renzi: «Il bello è che io lo sono meno di te». Dietro il siparietto ci sono le conseguenze amare della partita per il Colle vinta da Renzi.
 

Il grande freddo
La distanza tra i due era palpabile. Lo era anche con il nuovo inquilino del Quirinale. Berlusconi non lo ha cercato, non si è messo in fila per salutarlo. Mattarella si è congedato e non c’è stata una stretta di mano. «Aveva sempre gente intorno, ma sono convinto che presto potrò avere un’udienza. Non conosco Mattarella, ma mi sembra una brava persona. Ha una bella immagine, curato, con quei capelli bianchi e poi ha una cosa che non guasta: è conciso».

 

renzi berlusconi ventriloquorenzi berlusconi ventriloquo

Il fatto che Renzi glielo abbia imposto non lo manda giù. È molto deluso dal «giovanotto birichino», dal metodo per la scelta del candidato. Se ne avesse adottato uno diverso, «noi non avremmo fatto nessun problema sul nome di Mattarella, che è una persona stimata». Berlusconi però non ammette di essere stato fregato. Anzi ha detto di esserne uscito «a testa alta». Il patto del Nazareno come sta? «Francamente non lo so...», ha risposto Berlusconi. «Noi crediamo al percorso riformatore, ma abbiamo votato anche cose che non ci convincevano, ma d’ora in avanti diremo sì a ciò che ci convince».
 

Verdini e Letta
Al Colle Berlusconi arriva insieme a Gianni Letta per smentire che il suo ex sottosegretario sia caduto in disgrazia. Maria Rosaria Rossi aveva detto che Verdini e Letta sono il «duo tragico» perché hanno fallito la trattativa con Renzi. Il Cav, come fa sempre, assegna parti diverse ai suoi collaborati. Non voleva passare per «pirla» e ha fatto scaricare la responsabilità su Letta e Verdini, il quale ieri sera ha varcato il cancello di Palazzo Grazioli per chiarirsi. Verdini rimane nella squadra e il patto Nazareno, pur ammaccato, andrà avanti. Il grande freddo di ieri nel salone delle feste presto si scongelerà.
 

RENZI E BERLU C RENZI E BERLU C

Bindi e i siciliani
Berlusconi si è lamentato delle «35 nefandezze politiche e giudiziarie» che - sostiene - ha subito (ci scriverà un libro). Si sente confinato ad Arcore, ma l’8 marzo finirà di scontare la sua pena, proprio nel giorno della festa della donna». Del resto, dice Renzi, «lui è notoriamente un appassionato della materia». Ma quando ha di fronte Rosy Bindi non riesce a essere gentile. «Ho visto che ha versato lacrime di commozione per Mattarella.

 

Non ce lo aspettavamo da un uomo... pardon, da una donna come Bindi». La presidente dell’Antimafia gli replicato: «Mi aspettavo che lei fosse diventato un po’ più galante, ma mi pare che non c’è niente da fare». Fa ancora peggio con una barzelletta. «Un siciliano viene fermato dalla polizia.

 

“Cos’hai nella borsa?”, gli viene chiesto. “Una calcolatrice”, è la risposta. Ma dentro la borsa viene trovata una lupara. “Ebbè, noi i conti li facciamo così...”». Dice che gliel’ha raccontata Bossi che ha una moglie siciliana. Meno male che nel frattempo Mattarella si era ritirato nei suoi appartamenti.

RENZI BERLUSCONI MONTEZEMOLO AL TEATRO REGIO DI PARMARENZI BERLUSCONI MONTEZEMOLO AL TEATRO REGIO DI PARMA