salvini meloni marsilio

DALL’ABRUZZO LA MELONI ESCE VITTORIOSA MA CON UN GROSSO PROBLEMA: UN SALVINI ANCORA PIU’ NERVOSO E IMPREVEDIBILE – IL TRACOLLO DELLA LEGA, SORPASSATA DA FORZA ITALIA, PORTERA’ IL CAPITONE A FORZARE ANCORA DI PIÙ LA MANO CONTRO LA DUCETTA DA QUI ALLE EUROPEE, PER RECUPERARE VISIBILITÀ E CONSENSI – ALLE AMMINISTRATIVE DI GIUGNO, SOPRATTUTTO IN VENETO, LEGA E FDI RISCHIANO DI CORRERE SEPARATI. DAL CARROCCIO AVVERTONO: “I MELONIANI VOGLIONO PRENDERSI TUTTO, MA NON HANNO NOMI”

1 – MELONI RESTA CON L'ELMETTO E PENSA A UNA “CAMPAGNA D'ITALIA”

Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per “La Stampa”

 

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI MARCO MARSILIO

L'elmetto per il momento è servito. Giorgia Meloni non ha intenzione di toglierlo. Il testa a testa degli exit poll aveva spaventato i dirigenti di Fratelli d’Italia. Il sospiro di sollievo è arrivato con le proiezioni: il fronte ha tenuto. Per Meloni l’Abruzzo rappresentava la sfida da non poter sbagliare, a maggior ragione dopo la dolorosa sconfitta in Sardegna.

 

La bocciatura rimediata da Paolo Truzzu due settimane fa ha costretto la premier a cambiare strategia, passando a una campagna tutta in difesa. Lo si è capito dal comizio di Pescara di martedì scorso molto diverso da quello pronunciato a Cagliari due settimane prima, dove la premier aveva alternato le famose «vocine» per denigrare i critici a un lungo elenco di successi del suo governo. «Abbiamo fatto qualche errore», ha detto nei giorni scorsi Meloni, senza però entrare nei dettagli di un’analisi della sconfitta, rimandata in vista dell’appuntamento di ieri.

 

giorgia meloni matteo salvini

Che la partita fosse considerata decisiva lo dimostra anche lo sforzo del governo: praticamente tutti i ministri si sono riversati in Abruzzo su chiaro mandato della presidente del Consiglio.

La vittoria di Marco Marsilio fino a un mese fa era data per certa da tutti, persino nell’opposizione, ma la Sardegna aveva rimesso in gioco il centrosinistra con l’idea esplicita di dare una spallata al governo. […]

 

 

Ancor prima di sapere l’esito finale dai seggi abruzzesi, Meloni ha deciso di cambiare passo: meno Palazzo Chigi e più contatto con le persone, per la campagna elettorale delle Europee, ma non solo. Basta scorrere l’agenda dei prossimi giorni per rendersene conto: la premier oggi resterà a Palazzo Chigi per un Consiglio dei ministri (con un ordine del giorno non banale, a partire dal caso dei dossieraggi e la nomina a sherpa del G7 dell’ambasciatrice Elisabetta Belloni), da domani, poi, la premier uscirà sempre più spesso dal Raccordo anulare.

 

giorgia meloni matteo salvini paolo truzzu

[…] La strategia ovviamente ha molto a che vedere con la campagna elettorale delle Europee, che sarà iper personalizzata sulla sua figura, a maggior ragione se la premier dovesse, come tutti in Fratelli d’Italia credono, finire per candidarsi come capolista in tutte le cinque circoscrizioni.

 

Già prima di conoscere nel dettaglio il risultato di ieri notte, il governo ha una consapevolezza, nata in Sardegna: l’opposizione esiste. Uno dei punti di forza di Meloni in questi mesi è stato proprio l’assenza di una possibile alternativa al suo governo. I risultati della Sardegna e una certa vitalità mostrata dalla candidatura di D’Amico, nonostante la sconfitta netta, sono la prova che questo argomento può essere messo in discussione.

In gioco ieri c’era anche la stabilità della maggioranza.

 

giorgia meloni matteo salvini meme by edoardo baraldi

I risultati di due candidati chiaramente meloniani potevano indurre Matteo Salvini a non accettare più lo strapotere nel governo «della mia amica Giorgia». E anche se, secondo le prime proiezioni, la Lega sembra aver in parte frenato l’emorragia, Salvini resta un fattore di instabilità che in Fratelli d’Italia hanno già cominciato a vedere nei mesi scorsi. Il vicepremier ha aperto un fronte al giorno.

 

L’ultimo porta la data di sabato, quando la Lega ha chiesto l’istituzione di una commissione d’inchiesta sui presunti dossieraggi, un’idea del ministro Carlo Nordio, sulla quale Meloni ha messo il veto. La vittoria in Abruzzo, senza umiliazioni per il Carroccio, può segnare una tregua. Ma il sorpasso di Forza Italia, nettissimo secondo le proiezioni, non lascia tranquillo Salvini. Con tutto ciò che ne potrebbe conseguire-

 

2 – FRATELLI D'ITALIA E LEGA DIVISI ALLE AMMINISTRATIVE

Estratto dell’articolo di Laura Berlinghieri per "la Stampa"

 

MELONI SALVINI

Un centrodestra sfilacciato si vede anche a livello locale. E il Veneto ne è un emblema: fortino leghista, ma pure prima regione di Fratelli d'Italia alle ultime politiche. «Le elezioni nazionali sono una cosa, le amministrative un'altra» ricordano i militanti del Carroccio. Ed è un'indicazione che intendono seguire l'8 e il 9 giugno. […]

 

«Perché i Fratelli vogliono prendersi tutto, ma non hanno nomi» dice un leghista, rivendicando invece l'identità territoriale del suo partito. Così succede che, in più comuni vicini al voto, la Lega abbia già formalizzato, o quasi, la propria proposta. Mentre i Fratelli restano al palo, indecisi tra l'alleanza e lo scontro.

 

matteo salvini e giorgia meloni

Nel Padovano accade a Monselice, dove l'uscente Giorgia Bedin ha fatto sapere che si ricandiderà, con la Lega e una galassia di civiche. Lo stesso faranno Marco Schiesaro a Cadoneghe e Katia Uberti a Paese, nel Trevigiano. E l'alleanza con le civiche è la strategia messa a punto dal Carroccio anche per Bassano (Vicenza). Qui la Lega è passata a un livello superiore: l'alleanza con Forza Italia e Udc, lasciando isolati i Fratelli.

 

 Le proposte non convergono: il Carroccio spinge sul vicepresidente del Consiglio regionale Nicola Finco, i FdI vogliono Andrea Zonta o Stefano Giunta. Stesso schema per Montecchio Maggiore, dove la Lega (con FI e Udc) punta su Milena Cecchetto. E FdI? Non pervenuto. Infine, il piatto più prelibato: Rovigo. L'unico capoluogo al voto, rivendicato dai meloniani, ma dove potrebbe spuntarla un civico. Manovre in vista di una corsa solitaria alle regionali?

 

SALVINI MELONI

Il segretario della Liga Veneta Alberto Stefani risponde così: «Noi siamo pronti a presentare candidati e programmi, accompagnati dalle civiche, ma lasciando aperta la porta per alleanze di centrodestra». Come dire: noi andiamo avanti con i nostri; se FdI vuole seguirci, può farlo. E la conferma: «Useremo lo stesso metodo alle regionali».

 

[…]  E in Lombardia c'è il «caso Pavia», dove il nodo sul sindaco uscente Fabrizio Fracassi (Lega) non è ancora stato sciolto. Sul suo destino pendono una contesa di partito e una di coalizione. FdI e FI hanno fatto sapere che non sosterranno un Fracassi bis e lavorano perché sia la Lega a chiedergli un passo indietro. Braccio di ferro anche nella Bergamasca, dove a Seriate e Albino la Lega vuole imporre i suoi, «avendo lasciato il capoluogo a FdI».

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju giorgia meloni matteo salvini atreju GIORGIA MELONI E IL TERZO MANDATO - VIGNETTA BY ELLEKAPPA