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DAZI AMARI PER L’EUROPA? IL COMMISSARIO ALL'ECONOMIA VALDIS DOMBROVSKIS SPIEGA LA LINEA UE: MANO TESA A TRUMP PER SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE MA “SE SARÀ NECESSARIO DIFENDERE GLI INTERESSI ECONOMICI DELL'EUROPA, SIAMO PRONTI A FARLO” – LA GUERRA DEI DAZI POTREBBE COSTARE “FINO AL 7% DELL'ECONOMIA GLOBALE” - URSULA ANNUNCIA DI ESSERE PRONTA A NEGOZIARE CON IL NEO-PRESIDENTE USA “OLTRE I BLOCCHI E I TABU’” MA SULL’UCRAINA C’E’ GIA’ UNA FRATTURA...

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Ue, 'preoccupazione per il ritiro degli Usa dall'Oms'

DONALD TRUMP VS URSULA VON DER LEYEN - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI GROK

(ANSA) -  "Se vogliamo essere resilienti alle minacce globali per la salute, dobbiamo avere una cooperazione globale nel settore sanitario. Vediamo con preoccupazione l'annuncio del ritiro dall'Oms da parte degli Stati Uniti e confidiamo che l'amministrazione statunitense considererà tutto questo prima del ritiro formale". Lo ha detto una portavoce della Commissione Ue.

 

Sulle disparità nei finanziamenti all'Oms rispetto alla Cina denunciate da Donald Trump nell'ordine esecutivo, "analizziamo attentamente la situazione con i nostri partner e invitiamo tutti i membri dell'Oms ad affrontare questa sfida e a rafforzare gli impegni per avere finanziamenti prevedibili e flessibili", ha sottolineato la portavoce.

 

valdis dombrovskis

"Con la pandemia del Covid-19 abbiamo imparato la lezione: abbiamo visto che il virus non si ferma ai confini e che abbiamo bisogno di una cooperazione globale", ha spiegato ancora. Interpellata sulla necessità di una riforma dell'Oms, la portavoce ha evidenziato che "c'è sempre spazio per miglioramenti" e che l'Ue è pronta a impegnarsi. "Abbiamo bisogno di una soluzione comune per i problemi comuni", ma "se vogliamo avere una riforma, allora dobbiamo impegnarci all'interno dell'Organizzazione", ha evidenziato.

 

Von der Leyen, 'pronti a negoziare con Trump su commercio' ++

ursula von der leyen votazione al parlamento europeo sui commissari

(ANSA) - "Nessun'altra economia al mondo è così integrata" come quelle Ue-Usa, "c'è molto in gioco per entrambe le parti. La nostra prima priorità sarà impegnarci presto, discutere interessi comuni ed essere pronti a negoziare" con la nuova amministrazione Trump. Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a Davos. "Saremo pragmatici, ma rimarremo sempre fedeli ai nostri principi. Proteggere i nostri interessi e sostenere i nostri valori: questo è il modo europeo", ha sottolineato, aggiungendo che "le regole di ingaggio tra le potenze globali stanno cambiando. Non dovremmo dare nulla per scontato"

 

GIORGIA MELONI - URSULA VON DER LEYEN

"Mentre ad alcuni in Europa potrebbe non piacere questa nuova realtà, siamo pronti ad affrontarla. I nostri valori non cambiano. Ma per difendere questi valori in un mondo che cambia, dobbiamo cambiare il nostro modo di agire.

 

Dobbiamo cercare nuove opportunità ovunque si presentino - ha indicato von der Leyen -. Questo è il momento di impegnarci oltre i blocchi e i tabù. E l'Europa è pronta per il cambiamento". La leader tedesca si è soffermata sulle relazioni economiche e commerciali tra l'Europa e gli Stati Uniti. "Le aziende europee negli Stati Uniti impiegano 3,5 milioni di americani. E un altro milione di posti di lavoro americani dipendono direttamente dal commercio con l'Europa - ha rimarcato -. Intere catene di fornitura si estendono su entrambe le sponde dell'Atlantico.

VALDIS DOMBROVSKIS ALLA TSINGHUA UNIVERSITY DI PECHINO

 

Ad esempio, un aereo americano è costruito con sistemi di controllo e fibre di carbonio provenienti dall'Europa. E i medicinali americani sono realizzati con sostanze chimiche e strumenti di laboratorio che provengono dalla nostra parte dell'Atlantico. Allo stesso tempo, l'Europa importa il doppio dei servizi digitali dagli Stati Uniti rispetto all'intera Asia-Pacifico. Di tutte le attività americane all'estero, due terzi sono in Europa. E gli Stati Uniti forniscono oltre il 50% del nostro Gnl. Il volume degli scambi tra noi è di 1,5 trilioni di euro, che rappresentano il 30% del commercio globale".

ursula von der leyen votazione al parlamento europeo sui commissari

 

Von der Leyen, 'meno aiuti Usa a Kiev? Il sostegno Ue continua'

(ANSA) - "Abbiamo sostenuto l'Ucraina fino ad ora con quasi 130 miliardi di euro e continueremo a sostenerla senza alcun dubbio. Qualunque cosa accada, per noi è importante che l'Ucraina resti un Paese indipendente e decida del proprio territorio".

 

 Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a Davos, rispondendo a una domanda del fondatore del World Economic Forum, Klaus Schwab, sulle conseguenze di un possibile impegno ridotto della nuova amministrazione Trump a favore di Kiev.

 

"Non dovremmo mai dimenticare che non si tratta solo della sicurezza dell'Ucraina, ma anche della sicurezza europea", ha sottolineato von der Leyen, ribadendo che l'Ue resterà "al fianco di Kiev fino a quando sarà necessario". "Nessuno più del popolo ucraino vuole la pace. Ma ciò che vogliono è una pace giusta e duratura, non un conflitto congelato che deflagra di nuovo poco dopo", ha aggiunto.

VALDIS DOMBROVSKIS

 

LA DOPPIA LINEA DELL'EUROPA "MANO TESA ALL'AMERICA MA SIAMO PRONTI A DIFENDERCI"

Marco Bresolin per “La Stampa” - Estratti

 

«Dobbiamo preservare le nostre relazioni commerciali» con gli Stati Uniti, «ma se sarà necessario difendere gli interessi economici dell'Europa, siamo pronti a farlo come abbiamo fatto durante la prima amministrazione Trump, quando abbiamo risposto ai dazi su acciaio e alluminio in modo proporzionato».

 

ursula von der leyen votazione al parlamento europeo sui commissari

Poco prima di sedersi a cena con i 27 ministri delle Finanze, che ieri sera hanno avuto un primo confronto sui possibili scenari economici con la nuova amministrazione americana, il commissario all'Economia Valdis Dombrovskis ha annunciato quella che sarà la linea Ue: mano tesa a Washington per scongiurare una guerra commerciale, ma al tempo stesso «prontezza» per non farsi trovare impreparati e rispondere colpo su colpo in caso di necessità.

 

E nell'"arsenale" europeo non ci sono solo contro-dazi sui prodotti americani, ma anche una strategia di "diversificazione delle nostre relazioni commerciali". Dopo aver definito il trattato di libero scambio con i Paesi dell'area del Mercosur alla fine del 2024, la scorsa settimana la Commissione ha chiuso l'intesa per migliorare l'accordo commerciale con il Messico e ieri ha rilanciato i negoziati con la Malesia.

 

ursula von der leyen votazione al parlamento europeo sui commissari 2

Anche questi sono stati letti come segnali all'amministrazione Trump: «Dobbiamo diversificare le nostre relazioni commerciali», ha spiegato Dombrovskis. Mentre Ursula von der Leyen ha aggiunto che la decisione di rilanciare le trattative con la Malesia «riflette il nostro impegno per l'apertura, la resilienza e la sicurezza: un commercio libero riduce i rischi». Citando una stima del Fondo monetario internazionale, Dombrovskis ha ricordato che la guerra dei dazi potrebbe costare «fino al 7% dell'economia globale», il che sarebbe «come mettere insieme l'economia tedesca e quella francese e toglierle dall'economia globale».

 

donald trump con la spada al ballo inaugurale del suo secondo mandato - foto lapresse

Per questo, accanto alle (seppur velate) minacce di rappresaglia, l'Unione europea è impegnata in un'intensa attività di "appeasement" nei confronti Trump, che pure non ha invitato nessuno dei leader europei al suo insediamento (fatta eccezione per la premier italiana Giorgia Meloni) ed è pronto a uscire nuovamente dagli accordi di Parigi sul Clima.

(…)

 

E infatti l'altro fronte sul quale gli europei si preparano a muoversi in una direzione gradita agli Usa è quello delle spese militari. «Con il ritorno del presidente Trump potenzieremo le spese nel campo della Difesa e la produzione», ha annunciato il segretario generale della Nato, Mark Rutte.

donald trump con la spada al ballo inaugurale del suo secondo mandato - foto lapresse

 

La questione riguarda principalmente i singoli Stati membri, e in particolare quelli come l'Italia e la Spagna che sono ancora lontani dalla soglia del 2%. Ma l'Unione europea è pronta a giocare un ruolo con un piano per finanziare le spese militari, se necessario anche attraverso fondi comuni.

 

Dopo il vertice dei leader all'inizio di febbraio, la Commissione presenterà un libro bianco con alcune proposte concrete. Ma non si tratta soltanto di decidere quanto e come spendere, ma anche da chi acquistare: la Francia da tempo preme per dare priorità all'industria europea, il che rischia di aprire un nuovo fronte con Trump.

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