
DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING…
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Tutto intorno a B. e alle sue aziende, come ai vecchi tempi. Il balletto di queste ore intorno alla legge elettorale nasconde molto più che un braccio di ferro tra premio alla lista e premio di coalizione. E la contrarietà di Silvio Berlusconi alla proposta di Matteo Renzi, senza però chiudere la porta del confronto come vorrebbero in Forza Italia, è il segno che la partita è ben più ampia del semplice Italicum.
Il Banana da giorni ha un pensiero fisso: lo sbarco di Murdoch nel campo della tv generalista. Sky vuole avere un canale in chiaro da imbottire di programmi generalisti come i telegiornali e i talent show e per fare questo ha bisogno di una riforma della legge Gasparri. Una riforma alla quale in effetti il governo Renzie sta lavorando, sul delicato crinale del patto del Nazareno, che non prevede “aggressioni” a Mediaset. Perché è chiaro che dare il via libera a un nuovo canale in chiaro di Sky permetterebbe alla tv dello Squalo di drenare pubblicità dallo stesso mercato che si dividono, a fatica, Mediaset e Rai.
L’ex Cavaliere ha dunque le antenne dritte, è il caso di dirlo. E sta mercanteggiando la ridiscussione dell’Italicum con la garanzia di non avere brutte sorprese per le sue aziende. Ma il suo problema, oltre alla lealtà di Renzie rispetto allo spirito del Nazareno, è anche il controllo del suo partito.
Pittibimbo è infatti in posizione invidiabile perché ormai controlla il 75% del Pd e il 70% dei parlamentari, mentre il proprietario di Mediaset ha dalla sua solo un manipolo di fedelissimi e, a occhio, domina non più del 50% dei suoi gruppi parlamentari, con gli stessi capigruppo Brunetta e Romani che assistono tra mille dubbi alle giravolte del Principale su Italicum e dintorni.
Principale che però, per sé, ha le idee chiarissime. E se la salvezza e l’integrità delle proprie aziende è la sua stella polare, dopo viene la personale “agibilità politica”. Insomma, la possibilità di candidarsi alle prossime elezioni in barba alla legge Severino.
Il percorso immaginato dalla strategia di Arcore, insomma, sarebbe questo. Via libera alla nuova legge elettorale in cambio della garanzia di un nulla di fatto sulle tv, dimissioni di Napolitano a gennaio ed elezione al Quirinale di Anna Finocchiaro del Pd. Che oltre a essere la prima donna presidente della Repubblica, dovrebbe essere colei che gli regala la grazia e risolve tutti i suoi problemi.
Berlusconi è talmente convinto di questo percorso che da mesi è ormai sparita qualunque discussione su chi debba prendere il suo posto alla guida di Forza Italia. Sarà ancora lui a guidare il partito alle urne, quando sarà il momento. Le figlie possono riposare.
il presidente della repubblica giorgio napolitano
Non a tutti, ovviamente, va bene questo scenario. E più passano i giorni e più appare chiaro che l’impasse sui giudici della Consulta altro non è se non la rappresentazione plastica dei malumori contro il Patto del Nazareno. Votano contro i candidati decisi da Renzi e Berlusconi quelli che in realtà, nel Pd come in Forza Italia, non hanno nessunissima intenzione di mandare la Finocchiaro sul Colle più alto.
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