"A GAZA, ISRAELE HA SUPERATO OGNI LIMITE" - IL DISCORSO DI GIORGIA MELONI PRONUNCIATO ALL'ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE E' IL PIU' DURO MAI FATTO DALLA DUCETTA SU ISRAELE - LA PREMIER HA CAPITO CHE IN ITALIA LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEGLI ELETTORI E' A FAVORE DEL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE... E QUINDI RANDELLA NETANYAHU: "LO STATO EBRAICO HA FINITO PER INFRANGERE LE NORME UMANITARIE, CAUSANDO UNA STRAGE TRA I CIVILI” - ANCHE A NEW YORK NON PERDE OCCASIONE PER RIFILARE UNA STOCCATA AI GIUDICI: "LE CONVENZIONI SUI MIGRANTI, NON PIÙ ATTUALI IN QUESTO CONTESTO, QUANDO VENGONO INTERPRETATE IN MODO IDEOLOGICO E DA MAGISTRATURE POLITICIZZATE, FINISCONO PER CALPESTARE IL DIRITTO, INVECE DI AFFERMARLO..."  - VIDEO

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Estratto dell'articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

giorgia meloni 3

È forse il discorso più duro su Israele mai pronunciato da Giorgia Meloni. L’occasione è il suo intervento all’assemblea generale delle Nazioni Unite. La premier parla alle 20, ora americana, quando in Italia è notte fonda. La premessa è sempre la stessa, la condanna della “ferocia e brutalità” del 7 ottobre che ha prodotto da parte di Israele “una reazione, in principio, legittima”.

 

“Ma la reazione a una aggressione deve sempre rispettare il principio di proporzionalità”, distingue subito dopo la presidente del Consiglio. “Vale per gli individui, e vale a maggior ragione per gli Stati. E Israele ha superato quel limite, con una guerra su larga scala che sta coinvolgendo oltre misura la popolazione civile palestinese. È su questo limite che lo Stato ebraico ha finito per infrangere le norme umanitarie, causando una strage tra i civili”.

giorgia meloni 2

 

Dice così: strage. E aggiunge: “Una scelta che l’Italia ha più volte definito inaccettabile, e che porterà al nostro voto favorevole su alcune delle sanzioni proposte dalla Commissione Europea verso Israele”. In realtà, Roma sostiene misure punitive contro coloni e ministri estremisti - dove però serve unanimità che mancherà a causa di paesi come l’Ungheria - ma probabilmente si opporrà a quelle commerciali. [...]

 

Per tutte queste ragioni, la premier afferma che gli israeliani non hanno “il diritto di impedire che domani nasca uno Stato palestinese, né di costruire nuovi insediamenti in Cisgiordania al fine di impedirlo”. “Per questo - dice - abbiamo sottoscritto la Dichiarazione di New York sulla soluzione dei due Stati”. Una posizione che a suo dire si inserisce nel solco della tradizione della politica estera italiana.

giorgia meloni 1

 

Ciò detto, la premier ribadisce però che non è ancora il momento di ufficializzare questa svolta: “Riteniamo che il riconoscimento della Palestina debba avere due precondizioni irrinunciabili: il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e la rinuncia da parte di Hamas ad avere qualsiasi ruolo nel governo della Palestina. Perché chi ha scatenato il conflitto non può essere premiato”. È una linea che mette Roma in una posizione distinta e soprattutto distante da Parigi e Londra.

 

L’altra grande capitolo è l’aggressione russa all’ucraina. Per Meloni, Mosca “ha deliberatamente calpestato l'articolo 2 della carta dell'Onu e ancora oggi non si mostra disponibile a sedere al tavolo della pace con effetti destabilizzanti”. È un conflitto che, assieme agli altri scenari di crisi, fa dire alla premier - citando Papa Francesco - che il mondo vive una “terza guerra mondiale combattuta a pezzi”.

 

giorgia meloni 4

Un altro passaggio riguarda, come da tradizione, la riforma delle Nazioni Unite. L’architettura dell’Onu non è all’altezza della sfida del tempo, dice. “E multilateralismo, dialogo e diplomazia, senza istituzioni che funzionano come dovrebbero sono solo parole vuote. Dobbiamo riconoscere i nostri limiti”. Una riforma è dunque “urgente”. E deve seguire questi principi: “Eguaglianza, democraticità, rappresentatività e responsabilità. Non servono nuove gerarchie e non servono nuovi seggi permanenti”, ma meccanismi che garantiscono tutti, non solo alcuni.

 

GIORGIA MELONI - BENJAMIN NETANYAHU

Un altro nodo è il dossier migratorio, su cui Palazzo Chigi ha investito energie (spesso senza risultati spendibili, come dimostrato dai centri in Albania). Va cambiato l’approccio al problema, dice Meloni: “Penso, ad esempio, alle convenzioni che regolano la migrazione e l'asilo. Sono regole sancite in un’epoca nella quale non esistevano le migrazioni irregolari di massa, e non esistevano i trafficanti di esseri umani. Convenzioni non più attuali in questo contesto che, quando vengono interpretate in modo ideologico e unidirezionale da magistrature politicizzate, finiscono per calpestare il diritto, invece di affermarlo”.

 

gli sguardi di giorgia meloni a donald trump video di smar gossip su tiktok 7

L’ultimo passaggio è dedicato a San Francesco. La premier lo cita: “I combattimenti difficili vengono riservati solo a chi ha un coraggio esemplare”. E conclude: “Credo sia arrivato il tempo di dimostrare quel coraggio”.