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COL FIATO SUL COLLE (DELLA MELONI) – SUL DL SICUREZZA GIORGIA MELONI ACCOGLIE I RILIEVI DEL QUIRINALE SU DONNE INCINTE IN CARCERE E SIM CARD AI MIGRANTI IRREGOLARI ED E' COSTRETTA A FARLI DIGERIRE A SALVINI – SALTA ANCHE LA NORMA SULLE POSSIBILI “SCHEDATURE” DEI SERVIZI D’INTELLIGENCE IN AMBITI PROTETTI DA PRIVACY COME UNIVERSITÀ E ALTRI ENTI – C’È LA STRETTA SUI CORTEI, VIENE SANCITA LA TUTELA LEGALE PER AGENTI E MILITARI - LE OPPOSIZIONI ANNUNCIANO BATTAGLIA. E IN STRADA, A ROMA, IL DISSENSO NEI CONFRONTI DELLA NUOVA LEGGE CULMINA IN SCONTRI E CARICHE DELLA POLIZIA… - VIDEO

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Conchita Sannino per la Repubblica - Estratti

 

dl sicurezza scontri in piazza a roma

Più reati, più carcere, più tutele per chi indossa la divisa. Il decreto sicurezza ora c’è. Cadono solo le norme estreme, non poche: quelle su cui il Quirinale non aveva lesinato diffusi rilievi che Meloni ha dovuto far digerire a Salvini, in cambio di uno stravolgimento dell’iter del disegno di legge.

 

È l’accelerazione intorno a cui la maggioranza, dopo i giorni delle plateali divisioni sui dazi, può simulare coesione. E che, non a caso, proprio oggi da Firenze consentirà alla Lega di sventolare l’intero pacchetto di nuove sanzioni come bandiera dal palco del proprio congresso.

 

Il leader del Carroccio prova a intestarsi la manovra: «Il governo è compatto e noi ne siamo il collante ». La premier Meloni mette ordine: «Nessun blitz, i tempi erano maturi e le norme urgenti: il governo ha mantenuto l’impegno con i cittadini ». Intanto, fuori, a pochi passi da Palazzo Chigi, le opposizioni annunciano battaglia. E in strada il dissenso alla nuova legge finisce in scontri.

MATTEO salvini - GIORGIA meloni

 

Nel decreto, varato in serata in Consiglio dei ministri, la mano pesante resta: con nuovi delitti, vari inasprimenti delle pene per chi fa resistenza (anche passiva) in carcere e nei Cpr per migranti, o per chi protesta contro opere pubbliche strategiche. Vengono sancite tutele (anche di spese legali) per quei rappresentanti delle forze dell’ordine che si trovino indagati per abuso di legittima difesa, introdotto l’uso di bodycam e «di altri dispositivi di videosorveglianza indossabili, nelle operazioni di mantenimento dell’ordine pubblico», come spiega la nota del governo. Arrivano poi risposte a condotte di allarme sociale: dalle truffe agli anziani alle occupazioni sine die degli alloggi.

 

Ma resta la metamorfosi senza precedenti di quel provvedimento: un testo che dopo 16 mesi di confronto in Parlamento «è sottratto al dibattito che stava crescendo nel Paese, oltre che al suo iter istituzionale », come denunciano le opposizioni, e trasformato in poche ore in decreto legge. Dov’erano i motivi di urgenza? È la premier a dare la linea. «Né scorciatoia, né forzature — sottolinea Meloni in apertura del Consiglio — siamo consapevoli del fatto che non potevamo più aspettare e che era prioritario dare risposte ai cittadini. Quindi, una scelta legittima del governo, di cui ci assumiamo tutta la responsabilità». 

GIORGIA MELONI E SERGIO MATTARELLA

 

(...)

 

Sebbene anche lì, come in altri casi, il Colle sia intervenuto ad attenuare l’iniziale stesura: prima il reato di rivolta si consumava in violazione persino degli obblighi di pulizia o ordine della cella, oggi solo di fronte a un ordine impartito per motivi di sicurezza.

 

Ben sei i punti su cui hanno pesato i no del Quirinale. Dalle madri con neonati che nell’originario testo, per volere della Lega, sarebbero finite in carcere, e ora andranno necessariamente negli Icam, Istituti a custodia attenuata; così come sui migranti che ora con un documento potranno ottenere una sim telefonica. Fino alle possibili “schedature” dei Servizi d’intelligence in ambiti protetti da privacy come università e altri enti pubblici: cancellato, dopo il serrato dialogo con i consiglieri di Mattarella.

 

«Questa disposizione era stata equivocata, quindi l’abbiamo totalmente espunta, ma non mettiamo in mezzo il Colle», sorvola il ministro Piantedosi. Resta invece la parte che autorizza operatori dei Servizi anche a «dirigere » associazioni sovversive e terroristiche, o in associazioni mafiose, forma più avanzata degli agenti sotto copertura.

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