rishi sunak zelensky

DOMENICO QUIRICO PRENDE A CEFFONI “L’IMPERIALISMO DEI PEZZENTI” DEI BRITANNICI, CHE HANNO ANNUNCIATO FORNITURE DI PROIETTILI ALL'URANIO PER L’UCRAINA: “SONO ROSPETTI IMPEGNATI A GONFIARSI A DISMISURA CONTRIBUENDO A FAR ASCENDERE IL CONFLITTO VERSO ORIZZONTI SEMPRE PIÙ VASTI E FOSCHI. IL REGNO UNITO DELLA PACE NON VUOL SENTIR PARLARE. GLI INGLESI, INCITANO, ECCITANO, SOFFIANO E QUANDO LA BRACE SEMBRA MENO VISPA TROVANO I MODO PER RAVVIVARLA PROVOCANDO E AUMENTANDO LA POSTA.  TUTTI I PREMIER INGLESI HANNO FATTO A GARA A CHI ERA IL MAGGIORDOMO PIÙ EFFICIENTE E LABORIOSO DI WASHINGTON”

Estratto dell’articolo di Domenico Quirico per “la Stampa”

 

DOMENICO QUIRICO

Lenin lo definiva l'imperialismo dei pezzenti. Perfetto. Sono coloro che non hanno i mezzi ma vorrebbero, quelli che fanno la voce grossa con slogan brodosi e di facile impegno ma hanno arsenali e borsellino vuoti, i bluffatori, i rospi della politica internazionale che si gonfiano per sembrare più grossi. […] Gli imperialisti veri, quelli di zecca, quelli con la Roba, sono silenziosi, colpiscono, occupano, distruggono. Putin per esempio. Come gli invadenti americani: lo potrebbero testimoniare popoli interi, a partire dai messicani nel 1846 […]

oris johnson davanti alla commissione sul partygate 3

 

Nella orribile mischia ucraina […] spuntano rospetti da un anno impegnati a gonfiarsi a dismisura. Purtroppo contribuendo […] a far ascendere il conflitto verso orizzonti sempre più vasti e foschi. Perché gli imperialismi di riporto, di modesta pecunia, sono convinti che soltanto se la guerra si fa grossa, al riparo di una potenza vera, loro avranno spazio e diritto a ritagliarsi sciacalleschi bocconcini della vittoria.

 

RISHI SUNAK ACCOGLIE VOLODYMYR ZELENSKY A LONDRA

Devo a Boris Johnson […] una doverosa riparazione. Pensavo che il fervore bellicista […] fosse tutta opera sua. […] Se qualcuno nella Nato esitava il micro Churchill dell'era del tweet inveiva, fulminava la pavidità degli indecisi […] Ho pensato fosse solo il bluff di uno sgangherato Falstaff bellicista […] Infatti gli stessi inglesi lo hanno licenziato bruscamente, sepolto da un cumulo di bugie e incompetenza.

 

E invece mi sbagliavo. Due primi ministri dopo, Londra guida sempre l'avanguardia della guerra contro la Russia a tutti i costi, con tutti i mezzi, in ogni luogo, non hanno affatto smarrito il lessico di Boris. Munizioni contraerea missili obici anticarro siluri carrarmati istruttori: non basta? No! É il momento dei proiettili insaporiti all'uranio, per nuocer di più e lasciar tracce velenose e su tutti, buoni e cattivi.

boris johnson volodymyr zelensky 10

 

Gli europei stanno entrando in guerra camminando all'indietro […] Facendo finta di non sapere che la pace su questa via è possibile solo se si chiama resa senza condizioni del nemico. E quella bisogna ottenerla, accettando di pagare un prezzo diretto e non solo versando cambiali agli altri. Il Regno Unito no: della pace non vuol sentir parlare, coniuga la parola solo se si traduce con vittoria. Sono sempre un passo avanti, gli inglesi, incitano, eccitano, soffiano e quando la brace sembra meno vispa trovano i modo per ravvivarla provocando e aumentando la posta. Come accade gettando sul campo i proiettili all'uranio.

JOE BIDEN OLAF SCHOLZ PEDRO SANCHEZ EMMANUEL MACRON RISHI SUNAK AL G20

 

Un tempo operavano in proprio, dalle guerre dell'oppio alla strage degli zulu alla più domestica Irlanda. […] nel 1952 in Malesia, messi alle strette dalla guerriglia comunista, irrorarono le selve con l'acido. Gli americano vi trassero proficua ispirazione per ammansire con i defolianti i Vietcong. L'ultima impresa imperiale autonoma fu Suez, 1956. Un figuraccia, una umiliazione per di più proprio per mano americana che voleva sfilare all'Impero agonizzante il vicino oriente. In quel momento i politici inglesi compresero che il mondo era diventato troppo grande per un made in England lillipuziano, decrepito e fatiscente e hanno scelto le meste attrattive della subordinazione istituzionale e sistemica agli americani.

 

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Sì. erano loro ad aver bisogno degli americani per contare ancora qualcosa nel groviglio polimorfo del mondo nuovo e non il contrario. Tutti i premier inglesi, laburisti e conservatori, hanno fatto a gara a chi era il maggiordomo più efficiente e laborioso di Washington. Erano passati nel palazzo imperialista dal piano nobile alla soffitta della servitù. Poco male, l'importante era restare nel palazzo, raccogliere mance e briciole dalla potenza dei nuovi padroni di casa. […] La perfezione ancillare fu raggiunta con Blair, inventore della formula dell'imperialismo postmoderno, diceva lui, informale e filantropico. Una bugia come quelle, assai formali, che pronunciò per appoggiare l'invasione americana dell'Iraq. […]