bin salman trump khashoggi

LE MANI SPORCHE DELL'ARABIA SAUDITA - A 16 GIORNI DALLA SCOMPARSA DEL GIORNALISTA JAMAL KHASHOGGI ANCHE TRUMP AMMETTE: “A MENO DI UN MIRACOLO, DOBBIAMO RICONOSCERE CHE È MORTO”, MA POI GLI USA DANNO ALTRE 72 ORE DI TEMPO AI SAUDITI PER "INDAGARE" E DIRE COSA SIA SUCCESSO – MA NÉ IL SEGRETARIO AL TESORO MNUCHIN NÉ “FOX NEWS” ANDRANNO ALLA “DAVOS DEL DESERTO” – I DETTAGLI RACCAPRICCIANTI E LA MISTERIOSA MORTE DI UNO DEI 15 MEMBRI DEL COMMANDO…

1 – KHASHOGGI, NUOVO GIALLO MUORE IN UN INCIDENTE UNO DEI PRESUNTI KILLER `

JAMAL KHASHOGGI

Anna Guaita per “il Messaggero”

 

Anche il ministro del tesoro Usa, Steven Mnuchin, diserterà il convegno economico di Riad, come hanno già annunciato i suoi corrispettivi europei. Gli americani hanno atteso per vedere cosa facevano i principali alleati prima di defilarsi anche loro dalla Davos del deserto, il convegno in Arabia Saudita che doveva essere il fiore all' occhiello del principe ereditario Mohammad bin Salman. Ma oramai le defezioni sono un flusso continuo, mentre il mondo cerca di tenersi alla larga da un Paese al centro di uno dei più gravi scandali degli ultimi decenni.

 

mohammed bin salman foto luca locatelli per il time

L' unica mano tesa è per l' appunto quella dell' Amministrazione di Washington, che pur trattenendo a casa il ministro, decide tuttavia di concedere ai sauditi «qualche altro giorno» per chiarire cosa sia successo a Jamal Khashoggi. Il gesto di cortesia di Donald Trump verso il governo di Riad viene accolto con un certo sgomento dall' opinione pubblica, e quando il segretario di Stato Mike Pompeo lo annuncia, dopo averne parlato con il presidente, i giornalisti chiedono come ci si possa fidare delle indagini dei sauditi che «sono proprio gli accusati».

 

steven mnuchin

Pompeo risponde impassibile: «I risultati saranno pubblici, li vedremo tutti, e tutti giudicheremo se sono davvero accurati». Da Mosca, Putin rompe il silenzio e suggerisce che gli «Stati Uniti hanno una certa responsabilità» nel cercare di capire cosa sia successo al giornalista, in quanto Khashoggi «viveva negli Usa».

 

Ma intanto, l' altro interprete di questo dramma internazionale, la Turchia, non rallenta le indagini, e anzi ne allarga il raggio rendendo pubbliche le foto di un autorevole collaboratore del principe saudita, un colonnello dei servizi segreti sauditi che entra nel consolato di Istanbul e ne esce ore dopo che il giornalista vi era scomparso senza più dare tracce di sé.

 

Omicidio Khashoggi - Salah Muhammad al Tubaigy

Maher Abdulaziz Mutreb ha spesso viaggiato con il principe, anche quando questi è venuto in visita negli Stati Uniti. La sua presenza a Istanbul proprio il 2 ottobre, immortalata da una serie di foto che lo seguono dall' aeroporto all' albergo e da lì al consolato, sono la prova più diretta di un collegamento fra il principe e quello che è successo dentro la sede consolare saudita.

 

mohammed bin salman trump visit da cbc

Difatti fonti dell' intelligence turca hanno detto alla Cnn che Mutreb «ha giocato un ruolo cruciale» nell' apparente assassinio di Khashoggi. Ma secondo quanto ha riferito il New York Times ieri sera, la corte saudita stava invece costruendo un quadro diverso, e si appresta a dare la colpa di tutto al generale Ahmed al-Assiri, un altro consulente del principe ereditario. Il motivo e il modo di un simile atto da «scheggia impazzita» (secondo quanto suggeriva Trump) non sono ancora stati precisati, ma il nome che deve scagionare il principe sta già girando.

 

L' INDAGINE

JAMAL KHASHOGGI

La giustizia di Ankara sembra decisa a seguire ogni traccia, e ieri si è saputo che gli inquirenti sono alla ricerca di quel che resta del corpo del 59enne opinionista del Washington Post.

La ricerca ha portato gli agenti anche a perlustrare un bosco e una fattoria. A questa notizia ha fatto tragicamente eco la pubblicazione sul Washington Post dell' ultimo commento che Khashoggi aveva scritto e consegnato al suo traduttore: «Quel che serve al mondo arabo scrive il giornalista, che viveva negli Usa è la libertà di espressione.

 

trump e mohammed bin salman

Ma intanto i Paesi arabi sono liberi di mettere a tacere la voce della stampa». Parole fatidiche, scritte da un dissidente che sapeva di essere nel mirino del regime, tanto che aveva detto alla fidanzata, che lo aspettava fuori: «Se non esco entro due ore, avverti la polizia turca».

 

La trama di questo cupo giallo si complica ancora di più: uno dei 15 membri della squadra della morte saudita arrivata a Istanbul il 2 ottobre con due aerei privati provenienti da Riad, è morto in un incidente stradale dopo il ritorno in Arabia Saudita. Si tratta del 31enne Mashal Saad al-Bostani, tenente dell' aeronautica militare saudita.

 

La stampa turca sostiene che l' incidente «appare strano», facendo intendere che forse uno dei testimoni scomodi dell' omicidio di Khashoggi è già caduto, e insinuando che il prossimo potrebbe essere il console Mohammad al-Otaibi, la cui voce compare nel famigerato audio che ha immortalato le scene raccapriccianti del massacro di Khashoggi.

 

Il console chiedeva ai seviziatori di eseguire la tortura altrove, non nel suo ufficio, ma quelli gli rispondevano di tacere «se voleva vivere, una volta tornato in Arabia Saudita».

 

2 – GLI USA DISERTANO IL FORUM DI RIAD: 72 ORE PER INDAGARE SU KHASHOGGI

Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

 

MOHAMMED BIN SALMAN

«Abbiamo informazioni di intelligence che arrivano da tutte le parti. A meno di un miracolo, dobbiamo riconoscere che Jamal Khashoggi è morto». Donald Trump conversa con il New York Times subito dopo aver ascoltato il resoconto del Segretario di Stato, Mike Pompeo, di ritorno da un viaggio lampo in Arabia Saudita e Turchia.

 

«È una brutta, brutta cosa, le conseguenze dovrebbero essere severe», aggiunge il presidente. Ma la reazione degli Stati Uniti resta fluida. Non c' è ancora una chiara attribuzione di responsabilità per il quasi sicuro assassinio del giornalista, scomparso il 2 ottobre scorso nel consolato saudita a Istanbul.

 

JAMAL KHASHOGGI

Certo, il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin fa sapere che non parteciperà al forum economico-finanziario, «la Davos del deserto», in programma la prossima settimana a Riad. E non ci sarà neanche Fox, il canale più vicino a Trump. Nello stesso tempo, però, Pompeo, predica cautela, ricordando «il legame strategico» con l' Arabia Saudita. In concreto: petrolio, fornitura di armi, alleanza anti-Iran. Il segretario di Stato prende tempo: «Ho chiesto al presidente di concedere alcuni giorni in più (tre secondo indiscrezioni, ndr) alle autorità saudite per completare le indagini».

 

La polizia turca, intanto, continua a far filtrare particolari sempre più raccapriccianti: registrazioni audio e video dimostrerebbero che Khashoggi, 59 anni, saudita, residente in Virginia, giornalista collaboratore del Washington Post, sia stato smembrato, forse prima ancora di essere ucciso. Gli investigatori stanno setacciando la Belgrad Ormani (la Foresta di Belgrado) e i terreni agricoli nella provincia di Yalova, allargando il raggio delle indagini a 30-70 chilometri da Istanbul.

mike pompeo

 

L' ipotesi è che il commando saudita, a quanto pare composto da 15 elementi, abbia occultato il cadavere lontano dalla sede diplomatica. Un piano criminale oggettivamente rischioso e, probabilmente, improvvisato sul momento.

 

Le telecamere a circuito chiuso hanno ripreso uno dei sospettati, Maher Abdulaziz Mutreb, ritenuto un agente dei servizi segreti sauditi al seguito del principe ereditario Mohammed bin Salman. Le immagini mostrano, tra l' altro, Mutreb fuori dal consolato, proprio nel giorno in cui sparì Khashoggi. Ieri il Washington Post ha pubblicato l' ultimo articolo scritto dal dissidente saudita. Si intitola: «Ciò di cui ha più bisogno il mondo arabo: libertà di espressione».

JAMAL KHASHOGGI

 

Khashoggi descrive la stretta autoritaria nel Medio Oriente, seguita al fallimento delle Primavere arabe. Ovunque tranne che in Tunisia: «Il mondo arabo è isolato da una cortina di ferro simile a quella imposta all' Europa nel corso della guerra fredda. A quei tempi Radio Free Europe giocò un ruolo importante per alimentare la speranza di libertà. Gli arabi oggi hanno bisogno di qualcosa di simile». Una piattaforma trasversale, dunque, naturalmente sul web, per mettere in rete le cellule dissidenti in Arabia Saudita e non solo.