luigi di maio

LUIGINO VISTO DA DESTRA - SALLUSTI: “COMINCIAMO A PENSARE CHE DI MAIO NON SIA SOLO UN DILETTANTE MA PURE UN IMBECILLE. O HA AVUTO LE TRAVEGGOLE O SI E’ INVENTATO TUTTO PER GIUSTIFICARE IL FATTO CHE HA FIRMATO UNA LEGGE SENZA CAPIRLA” - FELTRI: “AL DI LÀ DEL GIALLO DEL DECRETO FISCALE, CHE FORSE È UNA BARZELLETTA, RIMANE UN PROBLEMA DI DIFFICILE SOLUZIONE: CHI È IL PIÙ CRETINO DEL REAME? UN SOSPETTO LO AVREI…”

1 - PEGGIO CHE BUFFONI

Alessandro Sallusti per “il Giornale”

 

SALLUSTI

Questi giocano a fare i ministri e inesorabile la Borsa cala, bruciando risparmi ormai in modo irrecuperabile almeno sul breve-medio, e lo spread sale accumulando debito pubblico e privato. Pensavamo che Di Maio fosse soltanto un dilettante, dopo quello che è successo l'altra sera con la denuncia del «decreto legge sul condono manomesso» cominciamo a pensare che sia pure imbecille. A memoria non si è mai visto un vicepremier che in diretta tv annuncia di voler portare a giudizio qualche suo collega per «manomissione di decreto legge».

LUIGI DI MAIO

 

Ed è incredibile che lo stesso venga smentito e spernacchiato poco dopo addirittura dal presidente della Repubblica, che quel testo non l' ha mai visto e tantomeno ricevuto - né integro né taroccato - per la controfirma. Quindi i casi sono due. O Di Maio ha avuto le traveggole oppure si è inventato tutto per giustificare il fatto che ha firmato una legge senza leggerla o capirla. In ogni caso siamo di fronte a un suo reato, sicuramente politico e probabilmente penale, quello di procurato allarme sui conti pubblici.

luigi di maio

 

Non sarà un caso che ieri mattina i mercati l' abbiano presa male e che la più potente organizzazione di Confindustria, l' Assolombarda, per bocca del suo presidente Carlo Bonomi (non certo un incendiario) ha lanciato un deciso «allarme governo».

 

Pensateci: come fa un imprenditore a programmare i suoi investimenti quando non sa se, quando e come, le tasse caleranno; se non ha chiaro se, quando e come, potrà pensionare i suoi dipendenti; se non può capire se, quando e come, ci sarà un condono; se è all' oscuro di se, quando e come, le grandi opere pubbliche partiranno; se non ha certezze sul fatto che l' Italia ha intenzione di rimanere nella Comunità europea, eccetera eccetera. Con i «se» i politici, soprattutto questi del nuovo corso, campano alla grande, ma con i «se» un imprenditore rischia il fallimento.

 

luigi di maio con la repubblica

Quando c' è qualche cosa che gli va storto Di Maio se la prende sempre e solo con (...

) (...) gli altri. Dal presidente della Repubblica (richiesta di impeachment) ai tecnici del ministero (minaccia di andarli a prendere con i coltelli), dallo spread che sale alla retromarcia rispetto alle promesse elettorali su Ilva, Tap, ponte di Genova, vaccini, università a numero aperto e ora condono, vigliacco che una volta dica: scusate, sono stato un buffone. No, è sempre colpa di qualcun altro: dell' Europa cattiva, dei predecessori ladri, dell' alleato infido. Sospetto che più che a un buffone siamo di fronte a uno la cui definizione finisce sempre per «...one» ma non inizia per «buff...». E che si è convinto di poter prendere tutti noi per poveri «...oni».

vittorio feltri (3)

 

2 - NESSUN ALLARME PARLANO TANTO MA COMBINANO POCO

Vittorio Feltri per “Libero Quotidiano”

 

Un po' di sano realismo per capire la situazione politica. Premessa. La Borsa regge, lo spread tutto sommato si mantiene a livelli accettabili e altri indicatori economici e finanziari non sono negativi. Cosa vuol dire? I mercati e gli stessi cittadini, nonostante le sparate del governo (specialmente della massiccia parte grillina), non tremano di paura davanti a certe follie imbarazzanti, per esempio quella relativa al reddito di cittadinanza, troppo oneroso per le vuote casse dello Stato. In altre umili parole, pochi di coloro che contano nel Paese credono nella realizzazione dei programmi onirici di Di Maio.

 

MICHELE EMILIANO LUIGI DI MAIO

In effetti, il ministro del Lavoro, dopo aver promesso al proprio elettorato mari e monti, ha dovuto rinunciare sia alle spiagge sia alle vette, rimanendo nella più piatta pianura. Voleva chiudere l' Ilva e l' ha obbligatoriamente tenuta aperta; si era impegnato a ostacolare il gasdotto pugliese che, invece, si farà perché indispensabile. Infine si è accorto che il reddito di cittadinanza non si può elargire per mancanza di fondi e ora sta cercando il modo per ridimensionare le somme da distribuire a chi non sgobba. Meglio così.

 

MICHELE EMILIANO LUIGI DI MAIO

Restano in piedi alcuni interrogativi inquietanti, per esempio il livellamento verso l'alto delle tariffe relative alla responsabilità civile delle assicurazioni. Il quale danneggerebbe gli automobilisti del Nord e agevolerebbe quelli del Sud, dediti all' imbroglio, cioè coloro che simulano incidenti e si fanno rimborsare le spese dalle Compagnie, costrette a pagare danni inesistenti.

 

Per togliere le penalizzazioni ai meridionali, sarebbe necessario aumentare gli oneri a carico dei settentrionali. Se passasse simile assurdo provvedimento, Salvini verrebbe schiacciato dalle proteste dei suoi supporter, e addio primato alle urne europee. Pare evidente che tale schifezza sarà cancellata per mano leghista.

 

luigi di maio 3

Un'ultima questione, le provvidenze ai giornali, quattro soldi in favore della stampa non speculativa, per esempio il quotidiano dei vescovi, l'Avvenire e Libero. Giggino pretende di depennarle forse perché odia la libertà di pensiero, ritenendo il proprio l' unico accettabile. Ignora che in quasi tutte le Nazioni del continente usa sostenere in modesta misura le pubblicazioni che contribuiscono al dibattito politico. Ma non è il punto.

 

È un fatto che l'abolizione delle prebende editoriali non è contemplata nel cosiddetto contratto tra pentastellati e leghisti, per cui ci appelliamo a Salvini affinché si opponga al taglio insensato. Per quanto riguarda la mannaia pronta a colpire le pensioni destinate a chi ha versato i contributi per una vita, occorre affidarsi alla Corte costituzionale.

luigi di maio 1

 

Le leggi retroattive sono illegali. Nonostante ciò, gli italiani, quelli che hanno un peso, non si stracciano le vesti, essendo persuasi che Di Maio e soci, pur essendo sprovveduti, non lo siano completamente. Pertanto si rassegneranno a comportarsi bene, evitando di sfasciare l' esecutivo. Tanto è vero che, almeno finora, non si è registrata la temuta catastrofe. Sperèm.

 

P.s. Per ciò che concerne il decreto fiscale che, secondo Giggino, sarebbe stato truccato da una manina misteriosa, la quale avrebbe introdotto nel testo elementi non concordati dalla maggioranza, non siamo in grado di capire cosa sia successo nelle austere stanze del governo. Due sono le ipotesi: o il ministro del Lavoro è stato imbrogliato o è stato lui a imbrogliare le carte. La seconda mi sembra la più probabile. Ma al di là di questo giallo, che forse è una barzelletta, rimane un problema di difficile soluzione: chi è il più cretino del reame? Un sospetto lo avrei, però non lo svelo perché penso ce l' abbia anche il lettore. In ogni caso il documento in questione, taroccato o no, non è mai arrivato al Quirinale. La comica continua.

LUIGI DI MAIO E LA MISTERIOSA RAGAZZA IN BARCA A CAPRI