PANTANO DEMOCRATICO - DOPO AVER SMALTITO LA SBORNIA POST-PRIMARIE, CULATELLO SI RITROVA IN MANO VENDOLA - MENTRE BERSANI RIPETE DI VOLER CONTINUARE SULLA STRADA TRACCIATA DA RIGOR MONTIS, IL LEADER DI SEL HA GIÀ DETTO CHE NON FARÀ PARTE DI UNA COALIZIONE CHE DOVESSE COMPRENDERE ANCHE CASINI - COSÌ SI RISCHIA IL PAREGGIO AL SENATO...

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Giovanna Casadio per "la Repubblica"

Rassicurare le cancellerie straniere, a cominciare da quella tedesca, e i mercati. Nella giornata in cui Berlusconi tiene il suo primo show elettorale, Bersani passa da un'intervista con il canale finanziario americano, Cnbc a quella con il quotidiano Die Welte infine con il Tg1.

Rivendica l'affidabilità del Pd («Il partito più europeista d'Italia; Berlusconi dice stupidaggini sullo spread») e del centrosinistra. Quale sarà dunque l'Agenda Bersani? «Quella di Monti, più qualcos'altro. Ci vuole rigore, ci vuole austerità, ma anche un po' di lavoro e di equità e credo che Monti sia stato trattenuto da una maggioranza spuria». Alla Merkel poi, il segretario democratico dice che «noi staremo in Europa saldamente, faremo più riforme, ma a modo nostro».

Ovvio che i tedeschi «siano preoccupati», con il caos che il Cavaliere sta già procurando. Forse un po' meno ovvio l'appello di Merkel per Monti? Bersani nega una competizione con il Professore se si candidasse e perciò di essere preoccupato: «Smentisco questa voce, sarebbe meglio se si tenesse fuori dalla contesa politica, ma rispetterò le sue decisioni senza preoccupazione». Il segretario non vuole esasperare i toni, piuttosto cercare un'intesa.

In realtà, sono proprio Monti, la sua discesa in campo e il rapporto con i centristi (Casini, Montezemolo) nell'orbita di Monti, a costituire un "nodo" intricatissimo per il centrosinistra. Nichi Vendola, il leader di Sel, rilancia su twitter il concetto: se il centrosinistra sposa l'Agenda Monti (cioè la continuità con le politiche di questi 13 mesi), non ci sono io.

«Al centro della coalizione c'è l'Agenda Bersani, se c'è Casini non ci sto io in una futura alleanza di governo - scrive - Se abbiamo scherzato dobbiamo dirlo al nostro popolo, ai 3 milioni che alle primarie pensavano di votare per il cambiamento: non saremo noi a tradire quel voto». Casini risponde su Facebook: «Vendola stai tranquillo, io punto a stare lontano da te».

Tra i Democratici tante sono le ragioni di preoccupazione, a cominciare da come fronteggiare un pareggio al Senato. Nonostante Bersani mostri ottimismo, il Pd studia strategie anti pareggio. Il segretario incontra Tabacci che dovrebbe dare vita con Portas e Donadi a una lista moderata. Tabacci accelera; sono molto cauti Portas, leader di Moderati, e Donadi, ex dipietrista ora promotore di "Diritti e libertà".

«Abbiamo 600 amministratori, bene Tabacci, ma è tutto in divenire», per Donadi. Insomma, ciascuno punta a fare valere il proprio, anche piccolo, peso politico. Se ci fosse frammentazione, avverte Bersani, «non verrebbe fuori la grande coalizione, ma la palude, e dalla palude nuove elezioni».

Già oggi si entra nel merito delle candidature. La riunione della segreteria del Pd allargata ai segretari regionali (lunedì ci sarà la direzione) deciderà una forma di primarie per i parlamentari, nonostante si voti a febbraio. Pippo Civati che (con Salvatore Vassallo) ha scritto un regolamento-primarie s'infuria: «Non si nascondano dietro la scusa del tempo».

Bersani ha già detto che una consultazione dal basso ci deve essere, dal momento che resta il Porcellum. Più che primarie, potrebbero essere consultazioni tra gli iscritti su una rosa di candidati scelti con i circoli, e il 20% di candidature decise da Bersani. Tutto entro il 13 gennaio. Un puzzle difficile.

 

MONTI E BERSANI A CERNOBBIOBersani Monti NICHI VENDOLA E PIERLUIGI BERSANI VENDOLA BERSANI NICHI VENDOLA PIERFERDINANDO CASINI.bersani casini