
DAGOREPORT – IL CARDINALE ZUPPI SI ACCORGE SOLO ORA CHE LA CHIESA ITALIANA HA UN PROBLEMA CON L’8…
Luigi Bisignani per Il Tempo
Per Matteo Renzi, la Brexit un merito almeno l'ha avuto: al Quirinale si è attenuato l'allarme rosso sulla tenuta del governo. Il Presidente Sergio Mattarella aveva infatti attivato una sorta di 'gabinetto della crisi', un organismo del tutto informale, composto prevalentemente da giuriste, per ipotizzare tutti i possibili scenari in caso di crisi. Una vecchia idea nata con Francesco Cossiga.
La situazione attuale è complessa, con un premier in difficoltà nel suo partito, una labile maggioranza al Senato, un referendum alle porte che rischia di fargli fare la fine di Cameron in Gran Bretagna e l'incognita delle decisioni della Corte Costituzionale sull'Italicum.
Un groviglio incredibile per Mattarella, alla sua vera prima prova dopo un periodo in cui si è fatto solo garbatamente conoscere dagli italiani. Nessuno come lui ha il polso della situazione, provenendo da quella Consulta che diventa arbitro dei giochi, ma dove un giudice, come Giuliano Amato, può fare la differenza avendo più di un sassolino nella scarpa.
Tralasciando il Pd, dove la fronda contro Renzi cresce di ora in ora, anche all'interno del governo molti già mormorano sul movimentismo sospetto di un ex Dc di lungo corso, Dario Franceschini, che è già stato il 'Bruto' di Enrico Letta e può contare su molti amici proprio nelle ovattate stanze del Quirinale.
RENZI FRANCESCHINI E LE STATUE COPERTE AI MUSEI CAPITOLINI
Mattarella per ora legge gli spunti del gabinetto della crisi. La soluzione più gettonata, per quanto teorica, in caso di vittoria dei No al referendum, è quella di un governo istituzionale di scopo per la legge elettorale guidato da Pietro Grasso ed elezioni nei primi mesi del 2017. Scartate le ipotesi Delrio o Cantone.
Ma Renzi è un uomo fortunato e la Brexit può essere il suo jolly, se riesce a rendersi fondamentale in Europa, quindi più forte in Italia, magari per una volta confrontandosi con personalità che hanno più esperienza internazionale di lui. Il nome di un fiorentino a mo' d’esempio: Lamberto Dini. Ma Renzi è di Rignano e non lo farà mai, troppo inutilmente sicuro di sé.
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