DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…
Maria Teresa Meli per il Corriere della Sera
Non manca molto all' Assemblea nazionale, eppure il futuro prossimo del Pd è ancora incerto. Il partito è lacerato. Oggi si riuniranno i gruppi per fare il punto della situazione politica. Il «no grazie» a Di Maio è passato e non sarà questo appuntamento a modificare la linea, anche se non mancheranno gli interventi più «aperturisti». Ma per il resto il Pd sembra sempre più allo sbando.
Siamo al rompete le righe come conferma l' annuncio di Goffredo Bettini, che del Pd è stato uno dei fondatori: «Se non si esce dal pantano per me sarà impossibile riprendere la tessera». E una riprova di questo clima è rappresentata anche dalla decisione comunicata ieri da Susanna Camusso alla segreteria della Cgil. La leader si candiderà a guidare la Federazione sindacale mondiale: segno che ritiene che in questa fase per il centrosinistra italiano ci sia poco o niente da fare.
roberto giachetti e goffredo bettini (2)
E in questo scenario nel Pd non c' è ancora nemmeno la certezza che sarà Martina a guidare il partito. La sua elezione, il 21 aprile, non è affatto scontata. I renziani infatti, che nell' Assemblea nazionale composta da mille membri possono contare su 620 componenti, non hanno ancora deciso il da farsi. Dovrebbero farlo dopo l' assemblea dei gruppi, tra oggi e domani.
L' ex segretario però non ha ancora inviato un segnale chiaro. Ma quello che si è capito è che non è favorevole a fare il congresso anticipato a novembre. A quell' appuntamento infatti i renziani rischiano di arrivare divisi tra chi appoggia la candidatura di Matteo Richetti e chi quella di Debora Serracchiani. Il che significherebbe, come spiega uno di loro, «perdere le primarie e consegnare il partito agli ex Ds». In più c' è da aggiungere che per diversi motivi entrambe le candidature non convincono appieno né l' ex segretario né molti dei suoi luogotenenti.
orenzo Guerini Debora Serracchiani Luca Lotti Maria Elena Boschi b b adb c f a b ba MGzoom
Ma c' è anche un' altra ragione dietro la decisione di non accelerare sul congresso: il nuovo leader, eletto dalle primarie, avrà carta bianca e difficilmente si farà condizionare dall' ex segretario. A questo proposito i maligni dicono che se le assise si svolgessero tra un anno e mezzo o due Renzi potrebbe ricandidarsi. Con tutta probabilità quindi il congresso si terrà più in là: Graziano Delrio lo vorrebbe tra sei sette mesi, come ha dichiarato ieri, intervistato da Lilli Gruber a Otto e mezzo , ma altri big renziani preferirebbero farlo slittare oltre.
Sarà dunque l' Assemblea del 21 a eleggere il nuovo segretario. Martina si è già autocandidato ma i renziani non gli hanno ancora formalizzato il loro appoggio. Lotti, Boschi, Rosato e Marcucci hanno dei dubbi sul reggente e vorrebbero presentare un candidato di area. Graziano Delrio e Lorenzo Guerini invece ritengono che si possa tranquillamente votare per Martina, perché difficilmente il nuovo leader potrebbe scostarsi dalla linea politica impostata dal suo predecessore visto che i numeri in Assemblea nazionale e nei gruppi parlamentari sono favorevoli ai renziani.
L' ex segretario, che potrebbe partecipare pur senza parlare alla riunione dei parlamentari di oggi, non ha ancora preso una decisione definitiva, anche se più volte in questi giorni ha ripetuto a diversi interlocutori: «Io di Martina mi fido». Ma al Nazareno ci si interroga anche sul futuro meno prossimo. Che volto dare al partito? Davide Faraone, renziano di ferro, ieri ha ipotizzato la nascita di un «nuovo Pd», aperto pure ai moderati.
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