DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ,…
Tommaso Rodano per il "Fatto quotidiano"
L'arresto degli ultras della Lazio in Polonia si trasforma in un piccolo caso internazionale. Dopo giornate di tentennamenti, la Farnesina batte un colpo. Emma Bonino, che ha assistito inerte al pasticcio kazako dell'espulsione di Alma Shalabayeva e incassato - con una smentita - il rischio di pena di morte per i marò in India, stavolta ci mette la faccia.
"Ho chiesto al mio omologo Radek Sikorski di chiarire una vicenda che presenta contorni ancora da approfondire pienamente - dichiara il ministro degli Esteri in una nota - . Gli ho chiesto anche di adoperarsi affinché i nostri 22 concittadini ancora in carcere a Varsavia vegano messi in libertà , in attesa del processo". Il ministro polacco - fa sapere ancora Bonino - "ha promesso il suo personale interessamento e si è impegnato ad aggiornarmi direttamente".
La diplomazia italiana prova a uscire dall'ennesima impasse - potrebbe ironizzare qualcuno - grazie al tifo della Curva Nord. Ieri sera un centinaio di ultras della Lazio si sono radunati di fronte alla Farnesina, prima della partita di campionato contro il Napoli. Dopo un tam tam su forum e radio, si sono raccolti dietro a una transenna e uno striscione: "Liberateli!".
In realtà l'atmosfera è rimasta tranquilla e i toni non particolarmente minacciosi. Qualcuno ha pure improvvisato una "raccolta fondi" per i 22 rimasti nelle carceri polacche, con un salvadanaio di cartapesta e slogan da strillone: "Un'offerta per i ragazzi! Forza! Bevete una birra di meno e date un contributo per tirarli fuori".
Dalla Farnesina si sono premurati di tranquillizzare i tifosi. Un funzionario del Ministero degli Esteri è sceso a incontrare due "leader" della curva laziale. Gli ha spiegato le azioni disposte dalla diplomazia italiana per ottenere una scarcerazione più rapida possibile. I due hanno ringraziato per la considerazione dimostrata. Anche se la curva Nord, durante la partita, ha "scioperato" dal tifo.
Della questione polacca ieri si è occupato anche la vicepresidente del Parlamento europeo, Roberta Angelilli: "à una vicenda piena di zone d'ombra, bisogna accertare che non siano stati lesi diritti fondamentali dei nostri connazionali. Molti episodi risultano connotati da abusi e atteggiamenti sproporzionati da parte delle autorità in Polonia".
Anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha parlato di "condotta irrispettosa" delle forze dell'ordine a Varsavia, che avrebbero "mancato di rispetto alle norme più basilari". I 22 in carcere sono bloccati in Polonia da giovedì sera. Dopo gli scontri, la polizia ha usato la mano dura: i tifosi laziali fermati erano 150. In 128 sono tornati a casa dopo aver pagato una multa, su di loro pendono capi d'accusa che vanno dall'aggressione agli schiamazzi notturni. Dei 22 ancora a Varsavia, quattro sono stati processati per direttissima, con condanne tra i 3 e i 6 mesi di reclusione.
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