A CHI DAVA DACCÒ? - DOVE FINIVA IL DENARO SPORCO CHE LO “SBRIGAFACCENDE” PIERO DACCÒ RACCOGLIEVA PER CONTO DEL SAN RAFFAELE? MOLTI POLITICI, TRA CUI UN EX MINISTRO, SONO SULLA GRATICOLA (“FATECI SAPERE SE SIAMO INDAGATI”) E TEMONO DI FINIRE NEL PORCAIO DELLA SANITÀ BUCATA DI DON VERZÉ - SECONDO LA PROCURA DI MILANO: “IL FACCENDIERE DACCÒ NON RIESCE A PENSARE NULLA DI LECITO E TRASPARENTE”…

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Walter Galbiati e Emilio Randacio per "la Repubblica"

«Sbrigo faccende». Così si è presentato Piero Daccò al giudice e al pubblico ministero pronti per interrogarlo. «Si è definito con esibita ironia un faccendiere», scrivono i pm Luigi Orsi, Laura Pedio e Gaetano Ruta nella richiesta di arresto per lo stesso Daccò e per Mario Valsecchi, ex direttore finanziario e amministrativo del San Raffaele. Per l´accusa Daccò «rappresenta la figura di un operatore di mercato che non riesce a pensare - prima che a praticare - alcunché di lecito e trasparente».

Lui sarebbe il collettore di denaro in contante che i vertici dell´ospedale fondato da Don Luigi Verzé ricevevano dai fornitori, una specie di tassa compresa tra il 3 e il 5% che il don imponeva per lavorare con il San Raffaele. Prima del 2006, sarebbero stati lo stesso Don Verzé e il suo braccio destro, Mario Cal, morto suicida la scorsa estate, a raccogliere «il denaro sporco». Dal 2006 invece si sarebbe sostituito loro Piero Daccò.

È nell´interrogatorio del 18 novembre che Daccò conferma di aver ricevuto denaro contante da Cal e bonifici esteri su tre società, la Euroworldwilde, la Harmann e la Mtb, attraverso «operazioni fittizie». «In tutto - ha dichiarato Daccò - circa 5 milioni di euro ai quali si aggiungono altri 2,5 milioni ricevuti dall´imprenditore Lora attraverso bonifici verso una società estera». Lora è Fernado Lora della Progetti srl, una società di progettazione fornitrice del San Raffaele.

Nonostante le ammissioni, la linea difensiva di Daccò non è stata ritenuta credibile dai pm. «L´indagato ha preteso di sostenere che questo denaro sarebbe la restituzione di prestiti che lui avrebbe fatto in favore di Cal, consegnandoli in più occasioni e in contanti alla stazione ferroviaria di Lugano». La smentita arriva dalla segretaria del braccio destro di don Verzé, Stefania Galli: «Escludo di aver mai anche soltanto potuto sospettare che Cal ricevesse denaro da Daccò».

A chi fossero destinati quei soldi non si sa, il sospetto è che possano essere stati usati per pagare anche tangenti. Non è un caso che diversi uomini politici, attraverso i loro avvocati, abbiano presentato una richiesta formale ai sensi dell´articolo 335 del codice di procedura penale per sapere se il loro nome sia finito o meno nel registro degli indagati in relazione all´inchiesta del San Raffaele.

Altri legali hanno cercato di ottenere analoga informazione in via "informale". Tra questi, secondo le indiscrezioni, un ex ministro della Repubblica. Stando a quanto si è appreso, nessuno di loro risulta al momento indagato. Sul fronte dell´inchiesta, invece i pm stanno attendendo l´esito delle rogatorie inoltrate nei paesi dove sarebbero stati schermati i soldi «sporchi». Venerdì prossimo si svolgeranno gli interrogatori di garanzia di Mario Valsecchi e Piero Daccò.

 

FORMIGONI SULLO YACHT DI DACCO'DON VERZE SAN RAFFAELE Mario Cal