DRAGHI NEL MIRINO DEI CRUCCHI: “VUOLE SCARICARE SULLA BCE I DEBITI DELL’ITALIA VERSO CREDITORI PRIVATI”

Alessandro Barbera per "la Stampa"

Come aiutare le piccole e imprese a uscire dalla crisi? Perché le generose aste di liquidità concesse alle banche da parte della Bce non si sono tramutate in altrettanti prestiti, soprattutto in Paesi come l'Italia o la Spagna?

A Francoforte studiano la questione da tempo, e la risposta che si sono dati è più o meno questa: nonostante il denaro non manchi, le banche, già prese da altri problemi, non si fidano di chi gli va a chiedere prestiti. Allora perché non permettere alle imprese di cartolarizzare parte degli attivi patrimoniali in uno strumento finanziario ("Abs", Asset Backed Securities) e metterle sul mercato, sperando così che le banche si mostrino meno ansiose?

La soluzione tecnica non c'è ancora, ma tanto è bastato ai tedeschi per convincerli che si tratterebbe di una operazione dell'«italiano» (Draghi) per dare un aiutino alla madrepatria e scaricare debiti su Francoforte. Secondo lo Spiegel mercoledì scorso, durante un pranzo coi colleghi di partito della Cdu-Csu, avrebbe espresso tutte le sue perplessità il ministro delle Finanze Schaeuble: «Se si trasformasse in un modo per far acquisire alla Bce i 70 miliardi di debiti dell'Italia verso i suoi creditori privati sarebbe aiuto di Stato illegittimo».

È così? Non è la prima volta che emergono dubbi di ambienti tedeschi sul piano. E del resto a Draghi basta leggere sull'Ansa un'anticipazione dell'articolo per convincerlo a farsi vedere sotto la pioggia dai cronisti che lo attendono nel tendone della sala stampa del G7 di Aylesbury. All'inizio il governatore ha la solita aria placida, alla terza domanda il viso tradisce un'espressione contrariata.

«Quella degli Abs è una delle tante opzioni che stiamo studiando per superare la frammentazione del mercato finanziario europeo». Draghi ammette che il progetto non manca di rischi, ma che la Bce non ha ancora deciso nulla e che comunque prima di decidere alcunché «nei limiti del suo mandato» si confronterà con chi poi materialmente potrebbe occuparsene, ovvero la Commissione europea e la Banca europea degli investimenti.

L'espressione usata da Draghi per spiegare l'idea è la stessa che poco dopo userà anche il governatore italiano Visco: «La Bce potrebbe fare da catalizzatore per la creazione di strumenti finanziari come questi, ma la loro attivazione spetterebbe ad altre istituzioni europee».

Insomma - è il messaggio dei due - Schaeuble può dormire fra due guanciali: nessuno ha intenzione di trasformare la Bce in una «bad bank» di crediti incagliati. Proprio il tipo di soluzione che - per inciso - la Germania attuò in casa propria nel 2008 per evitare il crack del sistema bancario colpito dalla crisi finanziaria.

 

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