DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA…
Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”
A pochi giorni dall'inizio dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York la diplomazia internazionale continua ad essere concentrata sul dossier afghano. Mario Draghi ha ricevuto a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.
Sul tavolo la situazione a Kabul e nel resto del Paese riconquistato dai talebani, oltre alla convocazione del vertice straordinario del G20 sulla crisi, voluto dall'Italia per mettere al tavolo gli attori internazionali che hanno più influenza nella regione afghana: tra tutti Cina e Russia.
«Ho incontrato Draghi a Roma per discutere dei bisogni umanitari e della situazione della sicurezza in Afghanistan», ha scritto Michel su Twitter al termine dell'incontro. «Abbiamo avuto anche uno scambio sul Covid-19, sulla presidenza italiana del G20 e sui prossimi incontri dei leader Ue».
E proprio l'Unione Europea ieri ha diffuso una nota contro il regime talebano: «L'Ue esprime preoccupazione a seguito della nomina di un governo ad interim da parte dei talebani. La sua composizione non è all'altezza delle promesse dichiarate dai talebani sulla necessità di un governo inclusivo che rifletta la diversità politica, religiosa ed etnica in Afghanistan».
talebani nel palazzo presidenziale
L'auspicio di Bruxelles perché un governo più moderato venga nominato nel prossimo futuro sarà anche al centro del discorso sullo Stato dell'Unione che la presidente della Commissione terrà mercoledì prossimo, alla plenaria del Parlamento europeo.
In vista del vertice dell'Onu oltre 50 organizzazioni umanitarie nazionali, regionali e internazionali, hanno sottoscritto un appello in cui sollecitano gli Stati membri dell'Onu affinché «istituiscano un'inchiesta o qualsiasi altro meccanismo investigativo indipendente per fare luce su quello che è avvenuto in Afghanistan».
Lo scrive sul proprio sito Amnesty International auspicando che la questione diventi prioritaria alla prossima sessione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite. Nel documento si esprime «il rammarico per il fallimento della recente sessione speciale indetta dal Consiglio per i diritti umani nel fornire una risposta credibile alla crescente crisi dei diritti umani che attanaglia l'Afghanistan».
VLADIMIR PUTIN XI JINPING BY EDOARDO BARALDI
Per questo, secondo le organizzazioni firmatarie, vi è la necessità di adottare una nuova inchiesta, attivata tramite una risoluzione, che dovrà essere «di durata pluriennale e con le necessarie risorse per monitorare, denunciare regolarmente e raccogliere prove delle violazioni dei diritti umani e degli abusi commessi nel Paese».
Ieri il presidente russo Vladimir Putin ha puntato l'indice contro Washington: «Il nuovo ciclo di instabilità in Afghanistan è associato ai tentativi irresponsabili degli Stati Uniti di imporre i propri valori», ha affermato prima del vertice dei Paesi Brics. «Il ritiro degli Stati Uniti e dei loro alleati ha portato all'emergere di una nuova situazione di crisi e non è ancora chiaro come tutto ciò influirà sulla sicurezza regionale e globale».
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