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DRONI, BOMBE, CORRUZIONE E TRANELLI DIPLOMATICI: ZELENSKY SI TROVA IN MEZZO ALLA TEMPESTA PERFETTA – LA “TANGENTOPOLI” UCRAINA CHE HA TRAVOLTO ANDRIY YERMAK, BRACCIO DESTRO DI ZELENSKY, ARRIVA NELLA FASE CRUCIALE DEI NEGOZIATI PER LA PACE – L’AMBASCIATORE STEFANINI: “UNA CONGIUNTURA DI FATTORI SFAVOREVOLI (QUANTO PILOTATI?) HA INDEBOLITO ZELENSKY. MOSCA E WASHINGTON SONO PRONTE AD APPROFITTARNE. CON OBIETTIVI CONVERGENTI. DA MOSCA ARRIVA L'INTIMAZIONE DI UNA PACE-CAPITOLAZIONE, DA WASHINGTON LA SPINTA AD UNA PACE AD OGNI COSTO, ANCHE CAPITOLAZIONE CON QUALCHE COSMESI…”

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Estratto dell’articolo di Stefano Stefanini per “la Stampa”

 

VOLODYMYR ZELENSKY ANDRIY YERMAK -

Volodymyr Zelensky ha la pelle dura. Gli servirà, tutta e di più, per permettere all'Ucraina di uscire indenne da due negoziati nell'arco di pochi giorni: quello americano-ucraino di ieri sera a Miami e quello, a breve giro, russo-americano a Mosca. Per mettere fine alla guerra servirebbe, e basterebbe, un solo negoziato: russo-ucraino.

 

 L'Ucraina lo chiede ma Mosca lo nega e Donald Trump si offre come mediatore. In normali circostanze diplomatiche chi media si pone in una posizione di neutralità fra le parti. Meno evidente con un Trump che stende il tappeto rosso per ricevere ad Anchorage il leader di una delle due.

 

[…]

 

vladimir putin donald trump anchorage, alaska. foto lapresse

In passato, anche recente, il presidente ucraino non si è mai perso d'animo. Ha fronteggiato i parà russi a pochi passi dalla residenza presidenziale, poi quasi quattro anni di guerra, in febbraio l'imboscata verbale nello Studio Ovale, ultimamente i 28 punti del piano di pace-capitolazione tirato fuori dal cappello di Donald Trump su copione di Vladimir Putin.

 

Non l'ha perso neppure questa volta. Senza avere più al suo fianco il dimissionario Andriy Yermak, suo braccio destro da sempre, negoziatore a Ginevra appena una settimana fa, Zelensky ha immediatamente spedito a Miami - dov'era atteso Yermak - la nuova squadra negoziale, guidata da Rusten Umerov, consigliere per la Sicurezza Nazionale, e Andyriy Hnatov, capo di Stato Maggiore.

 

marco rubio rustem umerov

[…] Come dopo Ginevra, Marco Rubio ha definito i colloqui produttivi. Umerov ha parlato di successo. L'uno e l'altro senza dettagli. Ma cosa ne penserà Putin? E a Mosca Rubio non ci sarà.

 

L'aggressione russa all'Ucraina è entrata in una fase di guerra o pace. Affinché Kiev possa uscirne limitando i pesanti danni già subiti – ha perso un quinto del territorio internazionalmente riconosciuto - il problema non sono le capacità diplomatiche, o militari.

 

Non le mancano né le une né le altre. Il problema immediato è di attraversare la tempesta perfetta dalla quale è travolta. In gergo nautico "tempesta perfetta" designa la rara convergenza meteorologica di due forti depressioni atmosferiche sulla stessa area marittima. Questo provoca un sovrapporsi e/o incrociarsi di onde enormi che fanno del navigarvi un'arte di sopravvivenza.

 

ANDRIY YERMAK - VOLODYMYR ZELENSKY

Sull'Ucraina si sono abbattute contemporaneamente due forze, una da Mosca, l'altra da Washington, che la spingono ad una pace che equivalga a una resa. Dopo la tempesta verrà infatti la quiete. Zelensky cerca di arrivarci senza aver capitolato a Putin. L'obiettivo dell'Ucraina è semplicemente di non perdere la pace dopo una guerra, subita, pur in nessun modo provocata, che è costata alla sua nazione sacrifici enormi e perdite territoriali che gli ucraini sanno di non poter recuperare.

 

La tempesta comincia evidentemente dalla Russia che ha fatto precipitare il barometro a ciel sereno il 24 febbraio del 2022. […]

 

vladimir putin - yuri ushakov - steve witkoff

Sergei Lavrov non perde occasione di invocare le «cause profonde», sinonimo di Ucraina sovrana e indipendente. Adesso Vladimir Putin avverte l'opportunità di incassare una pace che gli dia più o meno tutto quello che voleva con la sua "operazione speciale" di tre giorni e non ha ottenuto in più di 1.300 e più giorni di guerra.

 

La tempesta si fa perfetta con Donald Trump. Il Presidente americano vuole chiudere la vicenda con una pace ad ogni costo, tanto sono gli ucraini a pagarla, in quanto ritiene che la guerra ucraina sia una distrazione dagli interessi americani. Il che lascerà gli europei ad interrogarsi se anche la difesa dell'Europa lo sia.

 

STEFANO STEFANINI

Ed è questo uno dei motivi che spingono gli europei a fare il possibile affinché Kiev non sia abbandonata dagli Usa. Con qualche successo, specie dopo il Putin-Trump in Alaska, ma le loro capacità di influire sull'amministrazione Trump sono limitate.

 

 

Volodymir Zelensky è preso fra due fuochi: da Mosca l'intimazione di una pace capitolazione, da Washington la spinta ad una pace ad ogni costo, anche capitolazione con qualche cosmesi. Accogliendo a braccia aperte "l'equilibrato" Viktor Orbán, Vladimir Putin rilancia il vertice bilaterale russo-americano a Budapest, con ucraini e europei alla finestra.

 

donald trump vladimir putin anchorage, alaska. foto lapresse

Gli europei vorrebbero aiutare ma non riescono - finora - a convincere il Belgio a scongelare quei 140 miliardi di euro che garantirebbero all'Ucraina un paio d'anni di autosufficienza bellica e finanziaria. Il primo ministro Bart De Wever ha alzato un muro legale.

 

I russi non sfondano il fronte ma puniscono città e civili con droni e missili. Dopo aver travolto due Ministri, Herman Halushchenko, Giustizia, e Svitlana Grynchuk, Energia, rimossi senza troppe cerimonie da Zelensky.

 

La tangente di 100 milioni di dollari a Energatom, l'agenzia ucraina per l'energia nucleare, costringe Andriy Yermak alle dimissioni. Non ci sono per ora indizi concreti di suo coinvolgimento. Non importa. Bisogna allontanare quanto più possibile le nubi dal presidente.

 

ANDRIY YERMAK - MARCO RUBIO

Una congiuntura di fattori sfavorevoli - tutti insieme, quanto casuali, quanto pilotati? - ha indebolito Zelensky e l'Ucraina. Mosca e Washington sono pronte ad approfittarne. Con obiettivi diversi ma convergenti. Per Trump è prioritario il dialogo con Putin; per Putin il dialogo con Trump serve a marginalizzare Zelensky.

 

Il presidente ucraino deve ora sperare che quanto spuntato dai suoi negoziatori a Miami non sia spazzato nell'incontro di Steve Witkoff con Vladimir Putin. A giorni se non a ore.

VOLODYMYR ZELENSKY INCONTRA DONALD TRUMP ALLA CASA BIANCA - 17 OTTOBRE 2025 - FOTO LAPRESSESTEVE WITKOFF MARCO RUBIO