bild kamikaze spiaggia

BOMB ON THE BEACH - LA NOTIZIA DELLA “BILD” SUI KAMIKAZE TRAVESTITI DA AMBULANTI SULLE SPIAGGE ITALIANE INNESCA UNA GIOSTRA DI PAURE - NESSUNA CONFERMA, MA GLI 007 SONO IN ALLARME: È DAL 1973 CHE L’ITALIA NON ERA COSÌ NEL MIRINO - LE MINACCE DELL’ISIS SONO CONSIDERATE CONCRETE

Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

 

BILD - I KAMIKAZE SULLE SPIAGGE ITALIANEBILD - I KAMIKAZE SULLE SPIAGGE ITALIANE

«Kamikaze travestiti da venditori ambulanti, pronti a farsi esplodere sotto gli ombrelloni delle spiagge italiane, francesi o spagnole». Il tabloid tedesco Bild ha lanciato in prima pagina un presunto allarme, rimbalzato «dagli 007 di Roma a quelli di Berlino». Una notizia smentita con decisione da tutti gli apparati di sicurezza italiani. Che appare come l’ultimo prodotto di una macchina impazzita dell’intelligence che diffonde paura e insicurezza.

 

C’era una volta un mondo di spie silenti e di servizi veramente segreti. Una certezza travolta dal crollo delle Torri Gemelle, inaugurando il secolo della “public intelligence”, in cui anche i dossier più riservati vengono lanciati in pasto all’opinione pubblica, spesso senza filtri né verifiche.

 

AMBULANTE SULLA SPIAGGIAAMBULANTE SULLA SPIAGGIA

I libri di storia sostengono che l’era degli agenti con licenza di spararla grossa venne inaugurata nel 2002 proprio nella patria di James Bond: il primo fu Tony Blair, seguito subito dal suo alleato, il presidente George W. Bush. Questa coppia maneggiando report farlocchi ha giustificato l’invasione dell’Iraq e l’effetto a catena di guerre che ha fatto nascere lo Stato islamico.

 

La public intelligence è apparsa subito come un nuovo sistema di public relation, il terrore usato come strumento di propaganda. Gli apparati nati per garantire sicurezza si sono trasformati in macchine dell’insicurezza, sbandierando minacce e complotti per conto di governi compiacenti. È il “mercato della paura”, descritto in memorabili inchieste di questo giornale da Giuseppe D’Avanzo e Carlo Bonini.

tony blair george bushtony blair george bush

 

Perché in materia di 007 deviati e ciarlatani il nostro paese ha sempre avuto un primato. E se il motto dei patrioti di Gladio era “servo la libertà in silenzio”, i loro nipoti dell’Italia berlusconiana hanno invece impugnato il megafono degli allarmi spot. Due mesi prima dell’11 settembre 2001, hanno divulgato ogni genere di insidia contro il G8 genovese, inclusi “palloncini pieni di sangue infetto”, senza però capire come si stava organizzando il black bloc che ha incendiato la città.

 

AL DOURI E SADDAM HUSSEINAL DOURI E SADDAM HUSSEIN

Di più: il dossier decisivo usato da Cia e MI6 per motivare l’attacco contro Bagdad era un falso tutto made in Italy. E l’uso spregiudicato di attentati potenziali, verosimili o sobillati ad arte è proseguito per un lustro. Ci sono state figure di dubbia esperienza ma di provata scorrettezza che hanno raccolto fascicoli ricattatori e diffuso notizie velenose nelle redazioni e nelle istituzioni.

 

Da allora, nei nostri servizi c’è stata una riforma senza un vero ricambio. Molti degli ufficiali al vertice vengono da quel periodo di manipolazione informativa ma sembrano averne imparato la lezione. Davanti a notizie come quella diffusa dalla “Bild” c’è estrema cautela. Così come si fa attenzione davanti agli analisti che attribuiscono ai terroristi una sapienza superiore: all’indomani delle stragi di Bruxelles molti hanno riconosciuto un valore simbolico negli obiettivi, che in realtà si sono rivelati un ripiego improvvisato rispetto al progetto di colpire Parigi per la terza volta.

 

SERVIZI SEGRETI A ROMASERVIZI SEGRETI A ROMA

Tanta freddezza della nostra intelligence forse nasce da una reale paura: è dal 1973 che l’Italia non si sentiva così nel mirino. Abbiamo attraversato quasi indenni le fasi più cupe del terrorismo arabo e poi di Al Qaeda. Ma con il Califfato tutto è cambiato. Le minacce sono ritenute concrete. E come dicevano gli ateniesi — i primi a porsi il problema del rapporto tra democrazia e servizi segreti — anche le notizie senza verifica, le dicerie che possono destabilizzare attraverso il terrore, sono un pericolo. «I più squilibrati sono i chiacchieroni», scriveva Demostene parlando di chi diffondeva nell’agorà illazioni sui progetti di invasione macedone. Una massima che vale anche oggi.