''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO…
È GUERRA APERTA TRA LA LEGA E I BANCHIERI – SALVINI VUOLE FARE PAGARE UN “CONTRIBUTO” PIÙ SALATO AGLI ISTITUTI DI CREDITO: 5 MILIARDI DI EURO PER IL 2026, NON I 4,1 MILIARDI PREVISTI AL MOMENTO IN MANOVRA – IL PRESIDENTE DELL’ABI, ANTONIO PATUELLI, HA DIFESO CON FORZA LA CATEGORIA: “LA TASSAZIONE SUI REDDITI LORDI BANCARI È NETTAMENTE SUPERIORE AL 50%. NON BISOGNA CONFONDERE I RICAVI LORDI CON GLI UTILI NETTI. GLI EXTRAPROFITTI GIURIDICAMENTE NON ESISTONO” – IL CARROCCIO HA REPLICATO CON TONI MAI COSI’ DURI: “FRASI SORPRENDENTI E IRRITANTI. A FRONTE DI 50 MILIARDI DI UTILI È DOVEROSO CHE I GRANDI ISTITUTI AIUTINO IL SETTORE SANITARIO, LE FAMIGLIE E LE IMPRESE” – IN DIFESA DELLE BANCHE (E DEGLI INTERESSI DEI BERLUSCONI) SCENDE SUBITO IN CAMPO TAJANI: “NON SONO MUCCHE DA MUNGERE”
1. IL PRESIDENTE DELL’ABI: “ATTENZIONE A CONFONDERE I RICAVI LORDI CON UTILI NETTI GIÀ TASSATI”
Estratto dell’articolo di Claudia Luise per “La Stampa”
Extraprofitti? «È un concetto giuridico che non esiste». Gli attacchi della Lega? «Non partecipo alla polemica politica ma non bisogna confondere gli utili con i ricavi».
Antonio Patuelli, presidente dell'Associazione bancaria italiana, interviene a "Tuttosoldi, la Festa dell'educazione finanziaria" organizzata da La Stampa in collaborazione con il Collegio Carlo Alberto, a Torino, intervistato dal direttore del quotidiano, Andrea Malaguti.
Evita lo scontro diretto, com'è nel suo stile, ma da intellettuale utilizza esempi storici e concetti giuridici per riflettere il suo pensiero in un momento di frizioni tra governo e istituti di credito per l'aumento del prelievo fiscale necessario a far quadrare la manovra.
matteo salvini giorgia meloni foto lapresse
Presidente, visto che qui parliamo di educazione finanziaria, la prima parola sulla quale vorrei sollecitare il confronto è: extraprofitti. Che cosa sono?
«Nel linguaggio costituzionale e di diritto privato e pubblico italiano non esiste il concetto giuridico di extraprofitti. Solo durante la prima guerra mondiale si sono citati gli extraprofitti delle industrie belliche, che avevano un monopolio senza concorrenza e quindi si erano arricchite. Non è un elemento che si trova nel diritto costituzionale o in tempo di pace.
Dopo il Covid si continua a dire che solo le banche si sono arricchite e quindi oggi qualcosa dovrebbero restituire: è una visione corretta?
tassa sugli extraprofitti delle banche
«Il conto economico è fatto di profitti e perdite. Dal 2008 abbiamo attraversato crisi finanziarie gravi: la crisi dei debiti sovrani, Lehman, e una decina di crisi bancarie italiane, affrontate con risorse delle banche concorrenti. Le banche italiane hanno fatto sacrifici, aumenti di capitale pubblici e responsabili. Non è corretto dire che le banche si siano semplicemente arricchite».
Il ministro Salvini ha detto che «i banchieri sono gli unici che non devono aprire la bocca. Ogni lamento gli alzo l'Irap di un punto». È intimidito?
«Non partecipo alla polemica politica o alle campagne elettorali. I numeri corretti da considerare sono gli utili netti e le tasse pagate dalle banche. La tassazione sui redditi lordi bancari supera il 50%, considerato l'insieme delle imposte dirette e indirette».
Salvini ha aggiunto: "Non credo che rovinerò il Capodanno a Orcel, Castagna o Messina se chiuderanno con 44 miliardi di utili anziché 51". Che ne pensa?
«I numeri 51 e 44 miliardi non sono esatti perché si confondono ricavi lordi con utili netti già tassati. Le banche pagano imposte societarie elevate, addizionali e ritenute fiscali. Pertanto, è importante basarsi sui dati corretti e non confondere ricavi lordi con utili netti».
C'è il rischio che le banche scarichino le tasse sui clienti?
«Non credo. I costi dei conti correnti sono rimasti stabili o si sono ridotti grazie alla concorrenza tra conti tradizionali e tecnologici, che è attiva anche a livello europeo. La vigilanza italiana ed europea controlla molto attentamente le politiche sui costi bancari».
Parlando di educazione finanziaria, lei pensa che questo governo sia finanziariamente educato?
matteo salvini giorgia meloni antonio tajani foto lapresse
«Io sono uno studioso del diritto e come tale non entro nel dibattito politico attuale. Preferisco attendere che l'attualità si trasformi in storia».
Molti sostengono che con lo spread a 72, le banche abbiano avuti dei vantaggi grazie ai titoli di Stato in portafoglio. Giorgetti con la sua prudenza draghiana ha aiutato anche voi?
«La manovra finanziaria è una proposta di legge del governo in Parlamento e non è ancora conclusa. Lo spread si è ridotto perché l'Italia ha contenuto la spesa pubblica, ma è anche aumentato il costo dei titoli tedeschi. Le banche, inoltre, lavorano sui tassi assoluti, non sullo spread, quindi non c'è un "regalo" alle banche.
Chiaramente noi siamo molto interessati alla finanza pubblica, quindi apprezziamo gli sforzi delle istituzioni per la riduzione del deficit. Vedendo il rientro vicino per l'Italia nei parametri europei della finanza pubblica, chiaramente siamo rassicurati. Vi è un crescente problema finanziario della Repubblica Francese: se non si assommano due problemi, la Francia e l'Italia, è meglio per l'Europa. Quindi è meglio per tutti noi».
[…]
Che giudizio dà dell'operazione Mps-Mediobanca?
matteo salvini giorgia meloni antonio tajani giancarlo giorgetti foto lapresse
«L'Associazione bancaria italiana è totalmente estranea a qualsiasi competenza o responsabilità su operazioni di mercato e scalate, che sono gestite da altri soggetti. Personalmente preferisco non commentare ipotesi».
[…]
Presidente, l'Economist ha segnalato i rischi dell'eccesso di debito mondiale. Lei è preoccupato?
«Sì, sono sempre preoccupato per l'eccesso di debito pubblico, soprattutto quando gli Stati accumulano debiti all'infinito. Il punto critico è la crescita del debito negli Stati Uniti, la più grande economia mondiale, perché da lì spesso nascono le crisi finanziarie più gravi». […]
2. BANCHIERI ALL'ATTACCO: NOI GIÀ COLPITI LA LEGA RILANCIA: "PAGHERETE DI PIÙ"
Estratto dell’articolo di Rosaria Amato per “la Repubblica”
giancarlo giorgetti Antonio Patuelli
«La tassazione sui redditi lordi bancari è nettamente superiore al 50%». Il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, premette che non partecipa «alla polemica politica e alle campagne elettorali».
Ma a Tuttosoldi, evento della Stampa in collaborazione con il Collegio Carlo Alberto, ricorda che gli istituti di credito hanno fatto fronte alle crisi del settore utilizzando solo le proprie risorse (con l'unica eccezione di Mps) e fa un po' di chiarezza sui numeri degli "extraprofitti" delle banche. Che, chiarisce, «giuridicamente non esistono».
matteo salvini giancarlo giorgetti voto di fiducia sulla manovra 2024 foto lapresse
«Sono stati citati solo per le industrie belliche nella prima guerra mondiale. Avevano avuto un monopolio per gli armamenti e quindi, senza regime di concorrenza, si erano arricchite». Una situazione unica, che non «si trova né in tempo di pace né nel diritto costituzionale della Repubblica italiana».
[...] è forse la prima volta che dal governo arriva un'escalation di richieste con i toni usati dalla Lega.
A commento dell'intervento del presidente dell'Abi, nel pomeriggio di ieri è arrivato un comunicato del partito guidato dal vicepremier Matteo Salvini con il quale si definiscono «sorprendenti e irritanti» le dichiarazioni «di alcuni banchieri a proposito di manovra finanziaria».
tassa sugli extraprofitti delle banche
La Lega ribadisce che «a fronte di quasi 50 miliardi di utili è doveroso che i grandi istituti aiutino il settore sanitario, le famiglie e le imprese. Le banche hanno il dovere morale di restituire al Paese una parte dei guadagni che sono frutto dell'efficace azione del governo e di commissioni e interessi dei cittadini-clienti».
Il comunicato si conclude affermando che «i gruppi della Lega sono determinati a proporre soluzioni per rendere ancora più significativo il contributo». Da fonti vicine al dossier si apprende che i parlamentari leghisti puntano ad arrivare a 5 miliardi, dai 4,1 stabiliti attualmente.
matteo salvini giorgia meloni antonio tajani foto lapresse
Richieste che non tengono conto dei costi e degli utili reali delle banche, rileva Patuelli: «Non bisogna confondere i ricavi lordi con gli utili netti. Le banche tutt'ora, anche prima della legge di bilancio, pagano l'Ires, l'imposta sulle società, che è al 24%, con una addizionale del 3,5%.
Pagano l'Irap con una addizionale dello 0,75%, e gli azionisti non ricevono i dividendi già al netto delle imposte sul lordo: quando ricevono il dividendo pagano un altro 26% di ritenuta fiscale, che una volta si chiamava cedolare secca. Se si sommano queste imposte si vede che la tassazione sui redditi lordi bancari è nettamente superiore al 50%».
ANTONIO PATUELLI - PRESIDENTE ABI - YOUNG FACTOR - OSSERVATORIO GIOVANI EDITORI
Nonostante queste obiezioni, il presidente dell'Abi non ritiene che le banche scaricheranno sui clienti le maggiori tasse previste dalla manovra: «La concorrenza è il miglior strumento di controllo dei prezzi – afferma [...]
Sulla questione torna anche il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi: premettendo che «la tassa sugli extra profitti era un assurdo, ma in un momento come questo era giusto e corretto chiedere un contributo a banche e assicurazioni», ribadisce che la misura era stata condivisa anche dal vicepremier Tajani, che due giorni fa lo ha smentito, definendolo «un po' Pinocchio».
matteo salvini giorgia meloni antonio tajani giancarlo giorgetti foto lapresse
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