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Vincenzo Iurillo per il "Fatto quotidiano"
Non poteva non sapere. Luca Cordero di Montezemolo era consapevole e responsabile degli abusi edilizi nella sua casa di Anacapri. Lo sostiene il giudice di Capri Alessandra Cataldi nelle 20 pagine di motivazioni della sentenza con cui ha condannato il presidente della Ferrari e di Italia Futura e il suo fiduciario Francesco Saverio Grazioli a un anno di reclusione, subordinando la sospensione della pena al ripristino dello stato dei luoghi in Villa Caprile, alterata con la trasformazione di un garage in alloggio e di un piccolo deposito degli attrezzi in dependance (demolita dell'inizio del processo).
Scrive il giudice: "La tesi difensiva che il Montezemolo anche se locatario e maggiore azionista della Fisvi srl (società proprietaria dell'immobile, ndr) non avesse il potere di commissionare i lavori e che il curriculum e gli impegni professionali dell'imputato facciano venire meno l'elemento psicologico del reato, quasi a ritenere possibile nel nostro ordinamento una âinnocenza d'autore', contrasta con le acquisizioni probatorie".
Gli avvocati hanno prodotto una lista di numerosi immobili riconducibili a Montezemolo, tentando di dimostrare che un uomo oberato di incarichi come lui non potesse stare appresso ai lavori delle sue molte dimore. La Cataldi smonta questa linea: "Montezemolo è il committente della ristrutturazione, sceglie architetto e arredatore, detta i tempi di consegna". E aggiunge: "à stato ampiamente provato che già tra il 2004 e il 2005 (prima del contratto di locazione di Fisvi a Montezemolo, ndr) il Montezemolo e la moglie si erano direttamente e personalmente occupati dell'andamento dei lavori, continuando anche successivamente".
Il giudice definisce "macroscopicamente illegittimo" il permesso di costruire in sanatoria nr. 26/2011 rilasciato dal Comune di Anacapri dopo il rinvio a giudizio di Montezemolo, e relativo al garage-alloggio. Permesso che quindi non può estinguere il reato.
La sentenza dedica un passaggio alla decisione della Procura di stralciare la posizione di Montezemolo e dei tecnici dal procedimento relativo ai vigili, al geometra comunale e all'ex sindaco accusati a vario titolo di aver chiuso un occhio sugli abusi in corso, per il quale è in corso un processo a Napoli. Stralcio che non avrebbe consentito "di approfondire dal punto di vista probatorio una serie di vicende ulteriori che comunque emergono dalle pieghe delle dichiarazioni degli imputati".
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