
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
1. ALTA SOCIETÃ
Carlo Rossella per Il Foglio - Novantamila copie. Un gran botto. Ora tutti vogliono sussurrare all'orecchio di "Giggi".
2. GIÃ CHIUSA L'ERA DI STELLA IN VENEZIANI
Andrea Montanari per Milano Finanza
à durato poco il sodalizio tra la Guido Veneziani Editore e Giovanni Stella. L'ex top manager di Telecom Italia Media era approdato all'inizio del 2013 nel consiglio d'amministrazione della società , proprietaria tra le altre delle testate periodiche Vero, Vero Tv, Stop, Vera e del canale digitale Vero Tv.
Ma se n'è già andato. L'uscita repentina dal board non sarebbe stata neppure tanto amichevole se è vero che la decisione dei Veneziani di privarsi di un dirigente di lunga esperienza e di una consolidata rete di relazioni come Stella è legata a un episodio di gossip. Tutto, infatti, è legato al contenuto del libro-confessione L'uomo che sussurrava ai potenti firmato da Luigi Bisignani e Paolo Madron.
In uno dei tanti aneddoti riferiti dal potente lobbista si fa riferimento proprio alla trattativa per la cessione di La7 da parte di TiMedia. Bisignani riferisce che in un certo senso la vendita alla Cairo Communication era stata agevolata proprio grazie alla presenza di Stella. «Quando ho letto quel passaggio mi aspettavo che il manager che avevamo da poco chiamato nel gruppo smentisse l'indiscrezione contenuta nel libro, ma non lo ha fatto», dice Veneziani a MF-Milano Finanza.
«Tanto più che proprio Stella aveva contribuito a elaborare e definire i contorni della nostra offerta per La7 (90 milioni di dote richiesta a fronte di 20 milioni di investimenti, ndr)». Ovvio che, non essendo arrivata la smentita del manager, i vertici della casa editrice hanno deciso di chiudere il rapporto.
«Siamo stati felici di accoglierlo in azienda, lo abbiamo ascoltato per un paio di mesi e poi ci siamo resi conto che non eravamo sulla stessa lunghezza d'onda», ribadisce Veneziani. «E dopo questo episodio ho tratto le conseguenze». Tra l'altro l'arrivo di Stella nella Guido Veneziani Editore poteva essere legato alla volontà della società di sviluppare il business televisivo, che vede la società impegnata con Vero Tv (0,37% di share medio giornaliero grazie ai cartoni animati e alle soap opera in lingua originale).
«Toccheremo il break even quest'anno e non raddoppieremo la presenza nella tv. Ma proprio per questi risultati sono rammaricato per come si sia conclusa la vicenda La7». Emittente dalla quale Stella si è congedato con una buonuscita di 1,7 milioni che non è andata giù a dipendenti e piccoli azionisti. «Ma questo è un capitolo chiuso», chiosa Veneziani, che sta ancora attendendo la formalizzazione della cessione dei periodici Rcs alla concessionaria Prs.
«La nostra offerta era migliore e dava più garanzie a giornalisti e grafici», specifica il numero uno della Veneziani Editore. «Valuteremo gli estremi per eventuali ricorsi». Nel frattempo la società sta per lanciare, sabato prossimo, un nuovo settimanale popolare a larga diffusione destinato al pubblico femminile e diretto da Daniele Urso.
3. "L'UOMO CHE SUSSURRA AI POTENTI" di Paolo Madron e Luigi Bisignani (Chiarelettere) pagg. 212-213-214
Allora partiamo dalle ultime vicende di cronaca economica relative alla vendita di La7 a Urbano Cairo. Informato probabilmente in anticipo di quello che sarebbe stato l'esito della gara per aggiudicarsi l'emittente, il giornalista Giovanni Pons sembra quasi abbia preparato il terreno.
In che modo?
Cominciando a sparare contro il Fondo clessidra, ovvero quello che dava le maggiori garanzie finanziarie. Scagliandosi anche contro Mediobanca e Banca Intesa, che appoggiavano l'offerta.
A me sembra invece che Pons e «la Repubblica» ci abbiano preso in pieno. Ma visto che sembra conoscere molte cose della trattativa, perché secondo lei l'ha spuntata Cairo?
Perché ha un ottimo rapporto con Gianni Stella, il capo uscente di La7, uomo di fiducia di Bernabé sin da quando lo conobbe all'Eni, dov'era responsabile dell'audit, e con il quale ha condiviso molti passaggi della vita imprenditoriale.
Un po' poco per determinare la scelta di privilegiare uno dei contendenti.
Sa cosa dicono nell'ambiente? che si è scelto il contendente finanziariamente più debole, ancorché considerato un mago della pubblicità , così da facilitare una possibile futura alleanza con Diego Della Valle o con De Benedetti, a seconda di come butterà la politica.
Ma scusi, Bernabé si era già rivolto all'Ingegnere nella speranza di vendergli La7.
à vero, De Benedetti l'avrebbe fatto, però solo con un'adeguata dote, quella che poi il consiglio Telecom ha concesso proprio a Cairo e non a lui, secondo me facendolo molto irritare. Vedrà che alla fine rientrerà nella partita. E le aggiungo una chicca.
Quale?
Ad accelerare la decisione di vendere La7 ha contribuito anche lo studio legale Erede con una lettera nelle ore che precedettero il consiglio d'amministrazione decisivo. Sergio Erede è il legale che ha assistito Cairo nell'operazione, e che ha ottimi rapporti con De Benedetti.
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