VENDOLISSIMO: “MEGLIO LA BOLDRINI DI MARCHIONNE, E PENSARE CHE ANCHE A SINISTRA LO CONSIDERAVANO L’UOMO DEL FUTURO”

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Paola Zanca per "il Fatto Quotidiano"

Oggi avrebbe dovuto essere in Val di Sangro, nello stabilimento Fiat, a fianco dell'amministratore delegato Sergio Marchionne. Invece Laura Boldrini ha detto no, lasciando intendere tutto il suo disprezzo per la "gara al ribasso sui diritti e sul costo del lavoro" con cui i capitani d'industria pensano di dare fiato alla ripresa. Non l'avesse mai fatto: contro la presidente della Camera è partito il fuoco incrociato. Destra e sinistra a dire che quelle cose, da quello scranno, non si dicono.

Vendola, chi tocca Marchionne muore?
Intorno a lui abbiamo costruito un santuario di conformismo culturale e cinismo. Le parole di Laura Boldrini hanno un effetto terapeutico: restituiscono alle istituzioni umanità, credibilità e autorevolezza.

E pure tante critiche.
È incredibile: chi mostra una soggezione spontanea ai diritti e alle regole, viene considerato a metà tra il folcloristico e l'eversivo. Nonostante conosca la personalità di Laura, sono rimasto ammirato dal suo coraggio: uscire fuori dal coro significa rischiare la graticola pubblica, quella a cui tutti i giornali benpensanti si sono dedicati nei suoi confronti. Dai vertici dello Stato si è cominciato a sentire un linguaggio a cui eravamo disabituati.

Boldrini e Grasso: secondo il capogruppo del Pdl Renato Brunetta, i presidenti delle Camere minano le larghe intese.
Direi che le larghe intese si mettono in crisi da sole, soprattutto se si reggono sulle spalle di un pacificatore come Brunetta: con il suo stile morbido potrebbe dare lezioni ad un hooligan di Liverpool. La verità è che stanno pensando di salvare il Paese collaborando con i carnefici dell'Italia.

Nemmeno il Pd ha difeso la Boldrini. La stupisce?
Mi è accaduto in prima persona di registrare immediatamente gelo e imbarazzo nei miei confronti all'indomani della mia visita davanti ai cancelli di Pomigliano, nel 2010. Non si potevano avere perplessità sul fatto che la roboante pubblicità di Fabbrica Italia non fosse neanche in grado di esibire uno straccio di piano industriale, né avere dubbi sul fatto che il più grande sindacato metalmeccanico fosse cacciato dai recinti aziendali e che essere iscritti alla Fiom potesse trasformarsi in causa di licenziamento.

Crede che i democratici abbiano idee diverse a riguardo?
Devo essere sincero, il quadro è cambiato. Marchionne era considerato l'icona del futuro, il guru della modernizzazione anche da pezzi della sinistra moderata. Oggi magari non lo si attacca, ma la schiera degli apologeti mi sembra si sia sfoltita.

Cosa è cambiato?
Nella Fiat stile Marchionne, qualunque gesto di autonomia alimenta la sindrome di accerchiamento. C'è una volgarità autolesionista: chi glielo fa fare, alla Fiat, di dire che il vescovo di Nola si schiera con i violenti? È violento chi chiede il rispetto delle sentenze? Forse per loro la normalità è un padre padrone che guadagna 450 volte più di un dipendente del suo gruppo.

I consensi di Marchionne saranno pure in calo, ma dal Pd si sono comunque levati gli scudi per difenderlo dalla Boldrini. Perchè?
Per le stesse ragioni per cui il centrosinistra non è al governo del Paese. Come dice Roberto Andò in Viva la libertà, bisogna confrontarsi con la paura di vincere, bisogna interpretare un copione mediocre e dimenticare ragioni sociali di una ditta chiamata sinistra sono nella promozione dell'eguaglianza, delle libertà e del primato del diritto.

Pensa si possa ricucire un dialogo tra Sel e il Pd?
In ballo c'è la nostra fedeltà alla Costituzione, è quella la bussola che ci deve orientare.

Dove pende tra la presidente della Camera e l'ad di Fiat?
Se uno si deve proprio scegliere delle icone, molto meglio la Boldrini.

 

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