DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Niccolò Carratelli per La Stampa” - Estratti
Prima un nuovo duello con Giorgia Meloni nell'Aula della Camera, poi il colloquio con Giuseppe Conte al Quirinale, a margine dello scambio degli auguri natalizi con il presidente della Repubblica.
Elly Schlein non devia dalla sua linea: critiche senza sconti alla premier e al governo e mano sempre tesa anche verso l'alleato più irrequieto. Con il presidente del Movimento 5 stelle si ferma a chiacchierare per pochi minuti, presente anche il capogruppo M5s al Senato Stefano Patuanelli.
Si confrontano sullo scontro appena consumatosi con Meloni in Parlamento («La premier ha un profilo istituzionale solo quando legge», concordano) e sui tempi della legge di bilancio.
Ma, soprattutto, tornano a parlarsi dopo le frizioni delle ultime settimane, quando dal Movimento e dallo stesso Conte sono ricominciati a piovere giudizi taglienti sul posizionamento europeo del Pd e sulla genuinità della sua azione progressista. Schlein ha incassato senza reazioni scomposte e, anche di persona al Quirinale, mostra di voler sopire le tensioni.
GIORGIA MELONI VS ELLY SCHLEIN
Postura ben diversa da quella che adotta a Montecitorio, intervenendo sulle comunicazioni di Meloni in viste del Consiglio europeo.
Durante la replica della premier, la segretaria dem reagisce con smorfie piuttosto eloquenti alle accuse scagliate contro il suo partito, in particolare quando la presidente del Consiglio, rivolta verso i banchi del Pd, ha consigliato agli avversari «un corso di riti voodoo, perché le vostre macumbe non stanno funzionando. ..».
Quando arriva il suo turno, Schlein invita Meloni a «scendere dal ring», a smettere di attaccare sempre le opposizioni. Poi, però, sul ring ci sale lei e risponde colpo su colpo alla premier. Riparte dal «favoloso mondo di Ameloni», come già da qualche giorno ha iniziato a definire, anche con post ironici sui social, il racconto del Paese (in cui «va tutto bene») fatto dalla leader di Fratelli d'Italia.
Ma «dall'altra parte c'è la realtà, quella fotografata dai numeri – avverte la leader dem –. E i numeri non funzionano, sono il clamoroso fallimento della sua propaganda». L'esempio più immediato di questo fallimento sono i centri per i migranti realizzati in Albania: «Lei ha detto che funzioneranno. Grazie, ci ha messo un po', ma ha ammesso che non funzionano», la stoccata della segretaria, che ha stampato e portato alla premier alcune foto scattate venerdì scorso, durante la sua trasferta albanese, quando ha visitati i centri deserti.
Magari le «porta a vedere ai suoi colleghi europei», la punge. Il punto è che quei centri «sono vuoti e lo rimarranno.
Avete buttato 800 milioni di euro – ribadisce Schlein –. Mentre portavate otto migranti in Albania, a Lampedusa ne sono arrivati duemila». Poi affonda la lama, ricordando gli agenti di polizia lasciati lì, «anche a Natale, a sorvegliare una prigione vuota», mentre i soldi si potevano usare «per 50 mila nuovi posti di asili nido, per pagare per 5 anni seimila infermieri o insegnanti, anziché tagliarli come avete fatto nella vostra manovra».
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