FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Ilaria Maria Sala per “La Stampa”
Zhou Yongkang, 71 anni, capo dell’intelligence e della polizia sotto Jiang Zemin, membro del Comitato Permanente del Politburo fino a due anni fa, è ufficialmente sotto inchiesta. Per «gravi infrazioni disciplinari», come ha annunciato l’agenzia di stampa «Xinhua», confermando finalmente il pettegolezzo politico più esplosivo dell’anno. E quando «Xinhua» annuncia l’apertura di un’inchiesta, significa che il Partito ha già stabilito la colpevolezza.
Potremmo dire che si tratta della preda più grossa che il Segretario Generale del Partito Comunista nonché Presidente Xi Jinping si sia concesso di divorare nella tanto pubblicizzata campagna contro la corruzione, sotto la quale è chiaro ormai da tempo che si gioca una delle più feroci lotte di potere che la Cina abbia visto negli ultimi decenni.
Perché l’arresto ufficiale di un ex membro del Politburo in pensione non si era mai visto dal 1949, anno della fondazione della Repubblica Popolare Cinese. Certo, ci sono state purghe eccellenti – basta pensare alla moglie di Mao, Jiang Qing, membro plenipotenziario della Banda dei Quattro condannata all’ergastolo dopo la morte del suo potentissimo marito. Ma la signora Mao non era un membro del Politburo.
«Questo cambia molte cose: fino a due anni fa, le regole della successione al potere cinese prevedevano che una volta in pensione, finito il proprio mandato, si venisse lasciati stare. Adesso nessuno può più stare tranquillo per il suo futuro. È molto significativo», commenta Nicholas Bequelin, ricercatore per Human Rights Watch.
Dopo Bo Xilai, l’ex Segretario di Partito di Chongqing ora all’ergastolo per omicidio, corruzione e abuso di potere, Zhou Yongkang (a cui Bo era vicino) è la «tigre» che Xi aveva promesso di acchiappare quando disse che la lotta alla corruzione avrebbe colpito non solo i «moscerini» ma anche le «tigri».
Già da mesi, del resto, gli uomini vicini a Zhou venivano via via arrestati, in particolare quelli degli anni in cui era alla testa dei più importanti interessi petroliferi cinesi. Del fatto che abbia molti crimini sulla coscienza non sembra dubitare nessuno: il suo regno come capo dell’intelligence è costellato di brutalità, ma fino a poco fa, per l’appunto, tanto Zhou che i suoi alleati potevano dormire sonni tranquilli, forti di un’impunità consolidata nei decenni. Adesso la campagna contro la corruzione e i suoi risvolti di lotta di potere, invece, stanno modificando il paradigma.
WANG YEPING MOGLIE DI JIANG ZEMIN
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