DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Paolo Colonnello per "la Stampa"
Poteva mancare la mitica canottiera del «Capo», simbolo della Lega di «lotta e di governo», tra le allegre spese della segreteria di via Bellerio attinte a piene mani dai soldi dei rimborsi elettorali? Certo che no, perché a pensarci bene, tra tutte le spese per diplomi di dubbia provenienza, lingotti d'oro e diamanti nascosti dietro gli armadi, la «canotta» è forse l'unico vero investimento politico per quello che era diventato un «brand» della Padania che fu.
E allora ecco che alla voce «abbigliamento», nei libri contabili del Carroccio, gli investigatori hanno trovato uscite per 24 mila euro destinati a «Umberto Bossi» o «per il Capo» con scontrini (quando va bene) o generici giustificativi che testimoniano come tra il 2008 e il 2011, il Senatur, attualmente indagato per truffa ai danni dello Stato, si sia pagato vestiti, mutande, canottiere, calzini, scarpe e persino un pigiama grazie ai soldi pubblici dei rimborsi elettorali, elargiti dal munifico ex tesoriere Francesco Belsito.
Circostanza che, quando i periti contabili nominati dalla Procura depositeranno il loro lavoro di analisi sui flussi di cassa sequestrati nei mesi scorsi dalla Guardia di Finanza, potrebbe far scattare per l'ex leader della Lega una nuova ipotesi di reato: quella di concorso in appropriazione indebita, accusa di cui già devono rispondere due dei suoi figli, Renzo detto «il Trota» e Riccardo, detto «il pilota», beneficiari, tra le altre cose, della famosa «mancetta» da 5.000 euro al mese.
Tornata sotto traccia da qualche settimana, in realtà l'inchiesta aperta dalla Procura di Milano, quella di Napoli e di Reggio Calabria sui finanziamenti e gli investimenti illegali del Carroccio, ha continuato a macinare materiale, seguendo in alcuni casi la pista dei conti esteri (come gli investimenti in Tanzania) e dei rapporti con la malavita organizzata, in altri quella delle spese personali, quasi tutte destinate alle maggiori comodità del «cerchio magico». Infine i soldi destinati a scomparire nei bilanci inesistenti del Sin.pa, il sindacato padano del vicepresidente del Senato, Rosy Mauro, ormai da tempo nel mirino della Procura milanese.
Il materiale ritrovato durante le perquisizioni delle Fiamme Gialle pare sia voluminoso e vario, per questo il lavoro dei periti cui è stato affidato risulta essere abbastanza complesso. Si calcola infatti che tra il 2009 e il 2011 dalla contabilità della Lega sia uscito un flusso di cassa pari a 3 milioni e 800 mila euro, poco più insomma di un milione di euro all'anno, per spese che a prima vista si direbbero molto lontane dall'attività politica di un partito.
Di questi soldi, tra l'altro, ci sono giustificativi solo per un terzo delle spese, pari a un milione e 267 mila euro. E il resto? Mancia, come si dice in questi casi. Qualche spesuccia però, gli esperti delle Fiamme Gialle sono riusciti a ricostruirla. Ecco dunque che oltre alla voce «abbigliamento» risulta un'improbabile costo di 7.400 euro in omaggi floreali che rivelano un insospettabile animo romantico dei «barbari» di via Bellerio. Mazzi di fiori imponenti non si sa bene destinati a chi.
Si prosegue con 2.200 euro per «gioielli» acquistati chissà dove (in molti casi, le uscite di cassa sono accompagnate da generici appunti) e persino con 612 euro e 70 centesimi versati nel 2008 dall'ex segretaria di Bossi, Maura Locatelli, per pagare un abbonamento Sky a Gemonio, dove vive il Senatur.
Tornano perciò le spese per pagare l'università a Riccardo Bossi - due bollettini postali del 2009, relativi all'anno accademico 2008-2009, da 690 e da 2.723 - forse nell'ipotesi che l'appassionato di rally un giorno potesse magari assurgere a qualche pubblico incarico. Speranza smentita però dalla sua costosa passionaccia per le belle auto, come dimostrano i pagamenti per il leasing di una Bmw X5 in uso al «pilota» Riccardo: 15.850 euro versati nel 2008. E siamo solo agli inizi: la necessità per gli inquirenti è di avere «il dettaglio» di tutte le uscite, in fondo alle quali poi si tireranno le somme. Non contabili ma giudiziarie.
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