SECONDO LA MIGLIORE TRADIZIONE BERLUSCONIANA, ANCHE SCIABOLETTA SCAJOLA POTREBBE SALVARSI GRAZIE ALLA CARA VECCHIA PRESCRIZIONE (CHE DOVREBBE SCATTARE NEL 2014) - IL PROCESSO SULLA FAMOSA CASA AL COLOSSEO, CHE SAREBBE STATA IN PARTE PAGATA DA DIEGO ANEMONE, È STATO IL MOTIVO PER CUI DUE ANNI FA SCIABOLETTA SI DIMISE DA MINISTRO DELLO SVILUPPO - SCAJOLA E ANEMONE SONO ACCUSATI DI CONCORSO IN FINANZIAMENTO ILLECITO AD UN SINGOLO PARLAMENTARE...

Alessia Meloni per "la Stampa"

Potrebbe finire in un nulla di fatto il processo che è costato l'incarico di ministro dello sviluppo economico a Claudio Scajola nel maggio di due anni fa. La vicenda è quella relativa all'acquisto di un appartamento a pochi metri dal Colosseo, in via del Fagutale 2, che, secondo l'ipotesi degli inquirenti della Procura di Roma, sarebbe stato pagato in parte dall'imprenditore Diego Anemone, uno dei personaggi chiave dell'inchiesta sugli appalti del G8 e per i Grandi Eventi avviata dalla Procura di Perugia.

Il processo si giocherà, infatti, quasi tutto sui termini di prescrizione del reato, che per l'accusa interviene nel 2014. Il legale dell'ex ministro Pdl, l'avvocato Giorgio Perroni, ha comunque precisato che «l'obiettivo mio e dell'onorevole Scajola è quello di difendersi pienamente nel merito, ovvero a dire quello di chiarire, con prove documentali e testimoniali, l'assoluta estraneità alle accuse». Sul banco degli imputati ci sono appunto Scajola e Anemone, accusati di concorso in finanziamento illecito ad un singolo parlamentare.

Secondo l'accusa Anemone, avrebbe pagato, tramite l'architetto Angelo Zampolini (che a Perugia ha patteggiato una condanna a undici mesi di reclusione per favoreggiamento) una parte (1,1 milioni di euro su 1,7 milioni) della somma versata il 6 luglio 2004 dall'ex ministro per acquistare l'appartamento. Anemone, poi, si sarebbe fatto carico attraverso tre ditte a lui riconducibili, di una serie di lavori di ristrutturazione almeno fino al 2006, per circa centomila euro.

Ieri, davanti al giudice monocratico capitolino la prima udienza, subito rinviata al 16 ottobre prossimo, a causa di una precedente nomina quale componente in un tribunale collegiale. I legali degli imputati hanno comunque depositato la lista dei testimoni. Tra questi figurano la soubrette Lory Del Santo, lo stesso architetto Zampolini, sorelle Beatrice e Barbara Papa che hanno venduto la casa in questione al politico.

Scajola si è sempre dichiarato estraneo alle accuse, sostenendo di essere stato all'oscuro del pagamento. Ufficialmente l'abitazione è stata pagata 610 mila euro dall'esponente del Pdl che aveva acceso un mutuo di circa 600 mila euro.

 

CLAUDIO SCAJOLAScajola casa colosseoLory Del Santo