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Claudio Del Frate per Corriere.it
Quando si dice che la crisi non guarda in faccia a nessuno, l'espressione va intesa nel suo significato più crudo. A causa dei debiti che si vanno accumulando, la Croce Rossa Svizzera ha deciso di tagliare le fornitura di sangue alla Grecia, dove l'alta incidenza di casi di anemia - unita a una scarsa diffusione delle donazioni - costringe da anni il governo di Atene a importare anche le sacche di plasma.
La drastica decisione è stata comunicata due giorni fa da Rudolf Schwabe, direttore delle donazioni internazionali per la Croce Rossa. «Non si è trattato di una decisione facile, ma i mancati pagamenti non erano più sostenibili», ha detto il dirigente all'agenzia di stampa Swissinfo.
PIU' DI 3 MILIONI DI EURO DA INCASSARE
La fornitura di sangue, secondo quanto si è appreso non cesserà con effetto immediato: verrà diminuita a partire dal prossimo anno e cesserà del tutto nel 2020 se nel frattempo non sarà saldato il conto. I mancati pagamenti di Atene alla Croce Rossa elvetica ammontano a circa 5 milioni di franchi, vale a dire poco più di 4 milioni di euro.
La Grecia importa dalla Confederazione circa 30 mila sacche di plasma l'anno, corrispondenti al 10% circa delle donazioni effettuate da Berna. «I costi da noi sostenuti e di cui sollecitiamo il pagamento - ha specificato Schwabe - riguardano la conservazione, il trasporto, le spese di laboratorio e quelle amministrative; il sangue, sia ben chiaro, viene offerto gratuitamente».
PARTNER UNICO
Dagli anni '70 il paese ellenico deve fare fronte alle sue esigenze sanitarie importando sangue e il partner per questo singolare mercato è esclusivamente la Svizzera. Quest'ultima ha deciso di compensare il mancato invio delle sacche sostenendo una campagna in loco che incentivi le donazioni. E che agevoli la formazione di personale specializzato.
Secondo gli esperti il problema si trascina da anni ma da un lato non era possibile cessare di punto in bianco l'import di sangue, dall'altro non era realistico pensare che il debito di 5 milioni di franchi venisse saldato nel breve periodo senza correre il rischio (è il caso di dirlo) di dissanguare ulteriormente le finanze del martoriato Paese. Per questa ragione è stata scelta una soluzione graduale ma che comunque rischia di mettere con le spalle al muro migliaia di malati di patologie gravi.
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