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"IL FACCIA A FACCIA TRUMP-ZELENSKY È STATO UN CAPOLAVORO DELLA DIPLOMAZIA DI OLTRETEVERE CHE METTE ANCHE L'ITALIA AL CENTRO DEL MONDO" - LA STAMPA: "LA PRESENZA INTERNAZIONALE AI FUNERALI MOSTRA L'IMPORTANZA DEL PONTIFICATO DI BERGOGLIO NEL MEDIARE I CONFLITTI. A SOVRINTENDERE LA GEOPOLITICA ECCLESIALE SOTTO FRANCESCO È STATO IL CARDINAL PIETRO PAROLIN, FORMATOSI NELLA SEGRETERIA DI STATO AI TEMPI DEL CARDINAL CASAROLI" (E TRA I PAPABILI NEL PROSSIMO CONCLAVE…)
Franco Garelli per “la Stampa” - Estratti
FUNERALE DI PAPA FRANCESCO - INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY NELLA BASILICA DI SAN PIETRO
Tra i bilanci del pontificato di Papa Francesco, sta emergendo un riconoscimento per molti inatteso, ma che non è nuovo per gli addetti ai lavori, per quanti si occupano delle dinamiche e degli equilibri internazionali.
(...)
Ciò che è successo sabato mattina, negli interstizi dell'estremo commiato al papa argentino, sembra sconfessare del tutto questa versione. Il faccia a faccia improvvisato tra Trump e Zelensky, nella maestosità delle navate della Basilica di San Pietro, è stato – secondo gli analisti – un capolavoro della diplomazia della Roma Oltretevere che mette anche l'Italia al centro del mondo.
Certo, un successo del momento, forse effimero, vista la complessità della posta in gioco nel conflitto russo-ucraino, il carattere lunatico di un attore interessato, a fronte di un grande assente. Ma in tutti i casi, si è trattato di un risultato, di un piccolo passo, reso possibile dall'azione vigilante di un gruppo «teso a costruire ponti e a tessere mediazioni anche nelle situazioni limite».
Con quelle due sedie, messe lì al volo, sotto la cupola di Michelangelo, la diplomazia vaticana ha cercato di riannodare un discorso sia tra Trump e Zelensky (dopo l'agguato subito da quest'ultimo alla Casa Bianca), sia di rientrare essa stessa in gioco, in quanto i rapporti di entrambi i presidenti con la Santa Sede si erano fatti pesanti.
IL CARDINALE PAROLIN CON PAPA FRANCESCO
Il primo infatti non aveva per nulla gradito la lettera inviata da Francesco ai vescovi Usa (a inizio del 2025) nella quale denunciava che deportare i migranti (perlopiù incatenati) ferisce la dignità umana; mentre il secondo, si era fortemente irritato alcuni mesi fa con Bergoglio, che in un'intervista – perorando la causa della mediazione – sembrava invitarlo ad alzare bandiera bianca.
Insomma, la diplomazia vaticana continua (per quel che è nelle sue possibilità) a vigilare sulle zone più calde del mondo, e Francesco non ha per nulla attenuato questo tipo di attività, che rappresenta la fabbrica istituzionale più votata alla pace che la Chiesa cattolica possieda.
È una diplomazia particolare, come egli ha ricordato anche quest'anno, nel consueto discorso di gennaio al Corpo diplomatico (assai numeroso) accreditato presso la Santa Sede. Si tratta di passare dalla «logica dello scontro» alla «logica dell'incontro», di incoraggiare il dialogo con tutti, compresi «i partner scomodi» o coi quali «non si ritiene legittimo negoziare».
papa francesco bergoglio e il cardinale parolin
A sovrintendere la geopolitica ecclesiale sotto Francesco è stato il cardinal Pietro Parolin, formatosi nella Segreteria di Stato ai tempi del cardinal Casaroli.
La Chiesa opera a vari livelli in alcune zone calde e disastrate del mondo: facendo giungere in esse pacchi di viveri e generi di prima necessità (una missione diretta dall'elemosiniere del papa, il cardinale polacco Krajewski);
facilitando scambi di prigionieri tra le parti in conflitto; occupandosi (come nel caso dell'Ucraina) del ritorno in patria di bambini deportati dai russi; inviando nei paesi in conflitto delle figure religiose autorevoli al fine di meglio valutare le complesse situazioni; e ancora dando pieno appoggio a realtà ecclesiali (come la Comunità di Sant'Egidio) nelle azioni umanitarie in cui esse sono impegnate.
FUNERALE DI PAPA FRANCESCO - INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY NELLA BASILICA DI SAN PIETRO
Ma oltre a ciò, in altre situazioni, la diplomazia vaticana cerca di muoversi in termini più organici, facilitando un riavvicinamento tra Stati (come è avvenuto, tra gli Stati Uniti e Cuba, già presente Francesco), o incoraggiando il processo di pace come di alcuni anni fa in Colombia.
Soprattutto sono rilevanti le sue iniziative nel campo interreligioso, i tentativi di far sì che le grandi religioni operino unite per favorire la pace e la pacifica convivenza dei popoli, propongano un ethos collettivo comune che loro deriva dai messaggi spirituali che le animano.
DONALD TRUMP - ZELENSKY - INCONTRO PRIMA DEL FUNERALE DI PAPA FRANCESCO
EMMANUEL MACRON - keir starmer - DONALD TRUMP - ZELENSKY - INCONTRO PRIMA DEL FUNERALE DI PAPA FRANCESCO
FUNERALE DI PAPA FRANCESCO - INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY NELLA BASILICA DI SAN PIETRO
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