"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON……
Marta Serafini per Corriere.it
Può sembrare un grande controsenso. Ma Mark Zuckerberg, in un'intervista e un incontro organizzato dalla rivista statunitense Atlantic, ha criticato l'amministrazione Obama per la gestione del Datagate.
In realtà proprio settimana scorsa Mark e soci si sono uniti alle compagnie che hanno fatto causa al governo. L'accusa rivolta allo Stato? «Non essere stati trasparenti sulla quantità e sul tipo di dati raccolti durante le attività di intercettazione ottenute grazie a Prism».
COMUNICARE PRIMA DI TUTTO
Così, una volta arrivato a Washington, il fondatore di Facebook l'ha ribadito. Come sempre in felpina nera, jeans e scarpe da ginnastica, Mark ha sottolineato :«Il governo non ha gestito questa vicenda in modo trasparente».
Parole che lasciano abbastanza perplessi, se si pensa che proprio Facebook incamera una mole enorme di dati sensibili (è notizia di qualche giorno fa che Menlo Park possiede un quarto di mille miliardi di fotografie). Ciò nonostante Zuckerberg non ha risparmiato qualche battuta.
«Il governo non ha comunicato bene, alcune dichiarazioni non hanno proprio aiutato. Come dire: "Tranquilli stiamo spiando solo cittadini non statunitensi". Paradossale, se si pensa che Facebook è un marchio globale».
Le accuse di scarsa trasparenza dunque non sono rivolte all'amministrazione Obama per la sostanza del problema (e cioè aver spiato senza permesso miliardi di conversazioni private). Ma il nocciolo della questione - sempre secondo Zuckie - è che l'amministrazione non è stata trasparente nel rendere conto dell'accaduto.
LOBBYING E IMMIGRAZIONE
Le apparizioni pubbliche di Mr Zuckerberg però non si sono fermate qui. Il fondatore di Fb ha visitato il Campidoglio per incontrare membri del Congresso Usa e convincerli a sostenere un'ampia riforma dell'immigrazione. Se infatti l'attività di lobbyng pare ormai inevitabile per le big companies della Silicon Valley, Zuckerberg ha creato insieme ad altri protagonisti del tech la fondazione FWD.us, uno dei gruppi più attivi sul tema dell'immigrazione.
Così si è presentato a Capitol Hill per una serie di incontri privati con alcuni membri della Camera e del Senato, sia repubblicani che democratici. La questione della riforma della normativa sull'immigrazione è bloccata alla Camera, dopo che alcuni mesi fa il Senato, dominato dai democratici, aveva passato una riforma che include la possibilità di ottenere la cittadinanza per milioni di persone che si trovano negli Stati Uniti illegalmente.
In barba alla trasparenza, a incontri finiti Zuckerberg si è rifiutato di rilasciare commenti dopo aver incontrato il senatore democratico Chuck Shumer. Shumer ha accolto con favore il coinvolgimento del numero uno di Facebook e ha riferito di aver chiesto al ceo di incontrare il numero maggiore di repubblicani possibile.
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